Wallaby e tartufi  per conservare le foreste 

Dare da mangiare tartufi ai wallaby può fornire un metodo per preservare i sistemi forestali rimanenti

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In Australia le migliaia di specie di tartufo presenti, svolgono un ruolo fondamentale nell’aiutare alberi e piante legnose a sopravvivere. La ricercatrice della Edith Cowan University, Melissa Danks, ha condotto un’indagine su come i wallaby delle paludi diffondano le spore di tartufo nell’ambiente.

I risultati dimostrano l’importanza di questi animali per la sopravvivenza della foresta. La ricerca che ha preso il nome di “Modellazione della dispersione di funghi micorrizici dal wallaby di palude micofago“,  ed è stata pubblicata sulla rivista  “Ecology and Evolution“.

I tartufi vivono in simbiosi con le piante

Il wallaby è un marsupiale della famiglia Macropodidae, la cui taglia non è sufficientemente grande per essere considerato un canguro, e sta risultando essere un animale “chiave” per la preservazione della natura. Assieme a questo marsupiale, un altro elemento determinante è appunto il tartufo. Il Tartufo è un fungo ipogeo, che si trova sotto terra, a forma di tubero, e che vive in simbiosi con le radici di alcune piante, quali, per esempio, la quercia, il tiglio, il nocciolo, il carpino e il pioppo.

La dottoressa Danks ha spiegato che: “I tartufi vivono in una relazione reciprocamente vantaggiosa con le piante, aiutandole ad assorbire acqua, sostanze nutritive e a difenderle dalle malattie. A differenza dei comuni funghi però, in cui le spore vengono disperse attraverso il vento e l’acqua, dai loro cappelli, i tartufi si trovano sottoterra con le spore all’interno di una palla chiusa ed hanno bisogno di essere mangiati da un animale per spostare le loro spore “. Ed è qui che la figura del wallaby diventa cruciale.

Wallaby resistenti ai cambiamenti dell’ambiente

La ricercatrice Danks e i colleghi dell’Università del New England hanno quindi intrapreso lo studio sul ruolo dei wallaby di palude nella dispersione di queste spore. Questi piccoli animali saltellanti stanno iniziando a sgranocchiare felci e foglie, nonché un’ampia gamma di funghi e tartufi.



Questo li ha aiutati ad essere più resistenti ai cambiamenti nell’ambiente, rispetto ai piccoli mammiferi con diete specialistiche come i potoroos. Eravamo interessati a scoprire se i wallaby delle paludi fossero diventati sempre più importanti nella dispersione del tartufo con la perdita di questi altri mammiferi“, ha affermato la dottoressa.

Conservazione tramite monitoraggio degli escrementi

Il team ha dato da mangiare tartufi ai wallaby e ha calcolato il tempo necessario per la comparsa delle spore nelle feci degli animali. La maggior parte delle spore è apparsa entro 51 ore, altre hanno impiegato invece fino a tre giorni. Armati di queste informazioni, i ricercatori hanno collegato allora dei localizzatori GPS temporanei ai wallaby per mappare quanto si muovono in un periodo di tre giorni.

I risultati hanno mostrato che i wallaby potevano spostarsi di centinaia di metri, e occasionalmente di più di 1200 metri, dalla fonte originale del tartufo, prima che le spore apparissero nei loro escrementi, il che li rende molto efficaci nel disperdere i tartufi nella foresta.

La comprensione della dispersione delle spore fondamentale per le foreste

la studiosa Danks ha affermato che questa ricerca ha avuto implicazioni sulla conservazione delle foreste australiane. Poiché i sistemi forestali diventano sempre più frammentati e sempre più sotto pressione, la comprensione dei sistemi di dispersione delle spore è davvero fondamentale per la sopravvivenza delle foreste.

Molte delle nostre piante di boscaglia hanno una partnership con i tartufi per la sopravvivenza, quindi è davvero fondamentale capire il ruolo degli animali nel disperdere queste spore di tartufo. La nostra ricerca sui wallaby di palude ha dimostrato un metodo semplice per prevedere fino a che punto un animale disperde le spore fungine in una varietà di paesaggi “, ha così concluso la sua indagine la ricercatrice inglese.

Dall’analisi fatta dal team della Edith Cowan University, si evince come, ancora una volta, la natura ci sorprenda per come tutto sia perfettamente concatenato: Animali, cibo e preservazione della vita.

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