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Venere: fosfina e vita, un nuovo capitolo dell’esplorazione spaziale

Nonostante le condizioni estreme sulla sua superficie, Venere potrebbe ospitare forme di vita nelle sue nubi. La scoperta di fosfina, un gas che sulla Terra è prodotto da microrganismi, ha riacceso il dibattito sulla possibilità di vita extraterrestre e ha spinto la comunità scientifica a esplorare ulteriormente questo affascinante pianeta

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Venere, il nostro “pianeta gemello“, un tempo avvolto nel mistero e oggi oggetto di rinnovato interesse scientifico, continua a stupire per la sua complessità e per le sue caratteristiche uniche.

Nonostante le condizioni estreme che lo rendono inospitale alla vita come la conosciamo sulla Terra, recenti scoperte e ricerche hanno rivelato la presenza di una potenziale “zona abitabile” nelle sue nubi, riaccendendo il dibattito sulla possibilità di vita extraterrestre.

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Venere: fosfina e vita, un nuovo capitolo dell'esplorazione spaziale

Venere: un mondo di contrasti e sorprese, tra calore infernale e oasi di abitabilità nascoste

Venere si distingue dalla Terra per la sua atmosfera densa, composta principalmente da anidride carbonica (CO2) e nubi di acido solforico (H2SO4), che generano un effetto serra incontrollato. Questo fenomeno ha portato a temperature superficiali superiori a 475 °C, sufficienti a fondere il piombo, rendendo Venere il pianeta più caldo del sistema solare. La sua superficie, caratterizzata da pianure vulcaniche, montagne e canyon, è soggetta a una pressione atmosferica 90 volte superiore a quella terrestre, equivalente alla pressione che si trova a 900 metri di profondità negli oceani terrestri.

Nel 2020, la scoperta di fosfina (PH3) nell’atmosfera venusiana ha suscitato grande scalpore nella comunità scientifica. Sulla Terra, la fosfina è prodotta principalmente da processi biologici anaerobici, suggerendo la possibile presenza di forme di vita. La scoperta è stata oggetto di dibattito, con alcuni scienziati che hanno proposto spiegazioni alternative non biologiche per la presenza di fosfina. Questa scoperta ha riacceso l’interesse per il pianeta, spingendo i ricercatori a indagare ulteriormente sulle sue caratteristiche e sulla sua potenziale abitabilità.

Nonostante le condizioni estreme della superficie, Venere presenta una “zona abitabile” nelle sue nubi, situata a circa 40-60 km di altitudine. In questa fascia atmosferica, la temperatura e la pressione sono sorprendentemente simili a quelle terrestri, con temperature intorno ai 30 °C e una pressione simile a quella che si trova sulla superficie terrestre. Queste condizioni potrebbero essere favorevoli alla vita microbica adattata a condizioni acide. Tuttavia, la vita in questa zona abitabile dovrebbe affrontare sfide significative, come l’alta acidità delle nubi e la scarsità di nutrienti.

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Uno dei fattori cruciali per la presenza di vita in un ambiente extraterrestre è la protezione dalle radiazioni solari e cosmiche. Venere, a differenza della Terra, non possiede un campo magnetico globale che la protegga dalle radiazioni. Tuttavia, recenti studi hanno dimostrato che la sua densa atmosfera fornisce una protezione sufficiente per la vita nella “zona abitabile” delle nubi. L’atmosfera venusiana è così densa che assorbe la maggior parte delle radiazioni nocive, creando un ambiente relativamente sicuro per la vita.

Simulazioni atmosferiche e la scoperta di livelli di radiazione simili alla Terra

Una ricerca condotta da Luis A. Anchordoqui dell’Università di New York ha rivelato che i livelli di radiazione nello strato di nubi abitabile di Venere sono sorprendentemente simili a quelli sulla superficie terrestre. Utilizzando il pacchetto di simulazione AIRES (AIRshower Extended Simulations), il team ha analizzato le interazioni delle particelle all’interno dell’atmosfera venusiana, confermando la sua capacità di schermare le radiazioni nocive. Queste simulazioni hanno generato oltre un miliardo di sciami di raggi cosmici simulati, fornendo una comprensione dettagliata della fisica delle particelle nell’atmosfera venusiana.

Le recenti scoperte e ricerche su Venere hanno riacceso l’interesse per il pianeta, spingendo le agenzie spaziali a pianificare nuove missioni esplorative. L’obiettivo principale di queste missioni sarà quello di indagare ulteriormente sulla composizione atmosferica di Venere, sulla presenza di molecole organiche e sulla possibile esistenza di forme di vita microbica nelle sue nubi. La NASA e l’ESA hanno in programma diverse missioni a Venere nei prossimi anni, tra cui DAVINCI+ e VERITAS della NASA, ed EnVision dell’ESA. Queste missioni forniranno dati preziosi sulla geologia, l’atmosfera e il clima di Venere, aiutandoci a comprendere meglio la sua evoluzione e il suo potenziale di abitabilità.

La scoperta che i livelli di radiazione nello strato di nubi di Venere sono paragonabili a quelli sulla superficie terrestre è un risultato notevole. Questo significa che i potenziali microrganismi che abitano le nubi di Venere non sarebbero sottoposti a livelli di radiazioni significativamente più alti rispetto a quelli a cui siamo esposti sulla Terra. Questa protezione è fondamentale per la sopravvivenza della vita, poiché le radiazioni possono danneggiare il DNA e le molecole organiche essenziali.

La vita su questo pianeta dovrebbe affrontare una sfida unica: la mancanza di un “serbatoio di vita” sotterraneo. Sulla Terra, la vita ha colonizzato un’ampia gamma di ambienti, sia in superficie che nel sottosuolo. In caso di eventi catastrofici, la vita può rifugiarsi in questi ambienti protetti e poi ricolonizzare le aree colpite. Venere, invece, non ha un equivalente della biosfera sotterranea terrestre. Ciò significa che qualsiasi forma di vita presente nelle nubi dovrebbe persistere continuamente nel suo habitat atmosferico, senza la possibilità di spostarsi in altre parti del pianeta.

Questa scoperta ha importanti implicazioni per la ricerca di vita extraterrestre.Un pianeta a noi vicino, potrebbe ospitare forme di vita microbica adattate a condizioni estreme. La possibilità di vita nelle sue nubi amplia la nostra comprensione dei limiti della vita e ci spinge a considerare ambienti inospitali come potenziali habitat.

Le future missioni spaziali avranno un ruolo cruciale nel confermare o smentire la presenza di vita nelle sue nubi. L’analisi della composizione atmosferica, la ricerca di biomarcatori e l’esplorazione diretta delle nubi forniranno dati preziosi per svelare i segreti di questo affascinante pianeta. La scoperta di vita su Venere avrebbe un impatto profondo sulla nostra visione dell’universo e sulla nostra comprensione del posto che occupiamo in esso.

Conclusioni

Venere, un pianeta di estremi e contrasti, continua a stupire e affascinare la comunità scientifica. La scoperta della “zona abitabile” nelle sue nubi e la conferma della protezione dalle radiazioni hanno aperto nuove prospettive sulla possibilità di vita extraterrestre.

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