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L’universo potrebbe essere ricco di esopianeti simili alla Terra

Telescopi e sonde spaziali sono alla perenne ricerca di esopianeti simili alla Terra. Ebbene, c'è la possibilità che l'universo pulluli di simili corpi celesti gemelli del nostro pianeta

Telescopi e sonde spaziali sono alla perenne ricerca di esopianeti simili alla Terra. Ebbene, c’è la possibilità che l’universo pulluli di simili corpi celesti gemelli del nostro pianeta.

Secondo nuove simulazioni, esopianeti completamente simili alla Terra con oceani e continenti, così come spiagge lungo i loro confini, potrebbero essere significativamente più comuni intorno alle nane rosse di quanto si pensasse in precedenza. Ciò indica che entro la fine del decennio, le attuali e le future missioni di rilevamento degli esopianeti possono aspettarsi di scoprire diversi pianeti caratterizzati da analogie con la Terra.

Questo sarà prezioso anche per ulteriori indagini da parte degli esperti. La gamma di orbite attorno a una stella in cui la temperatura sarebbe adatta affinché un esopianeta possa avere acqua liquida sulla sua superficie è indicata come la “zona abitabile“. Ciò non implica che ci sia vita o addirittura acqua sul pianeta. Come cercare quindi esopianeti simili alla Terra?

Come cercare esopianeti simili alla Terra?

Sulla Terra, sia gli oceani che i continenti svolgono un ruolo fondamentale nel ciclo geochimico del carbonio, che aiuta a sostenere un clima temperato con acqua liquida e vita. Quindi per cercare pianeti simili alla Terra potenzialmente abitabili, abbiamo bisogno di “una giornata in spiaggia”, dove terra e mare possono coesistere. Ricerche precedenti hanno messo in guardia sul fatto che tali mondi adatti alle spiagge possono essere estremamente rari, anche nelle zone abitabili attorno ai tipi più comuni di stelle (vale a dire le nane rosse).

Ciò è dovuto a una differenza significativa nel contenuto d’acqua dei materiali rocciosi che si trovano nelle parti interna ed esterna di un disco protoplanetario dove si formano i pianeti, con conseguente creazione di pianeti con troppa o troppo poca acqua nella maggior parte delle situazioni.

Il lavoro di Tadahiro Nakamura

Scitechdaily.com ha parlato del lavoro effettuato da Tadahiro Kimura dell’Università di Tokyo e Masahiro Ikoma dell’Osservatorio astronomico nazionale del Giappone forniscono una visione più solare. Prendendo in considerazione l’acqua prodotta dalle interazioni tra la superficie ancora fusa di un giovane pianeta e la sua atmosfera primordiale, il team ha scoperto che ci si aspetta un’ampia gamma di contenuto d’acqua finale.

E all’interno di tale intervallo, diverse percentuali di pianeti delle dimensioni più o meno della Terra nelle zone abitabili dovrebbero avere quantità d’acqua adeguate per un clima temperato. Questa è una percentuale abbastanza alta che le missioni di indagine sugli esopianeti in corso e future come TESS e PLATO possono aspettarsi di trovare molteplici esempi di esopianeti veramente simili alla Terra con spiagge negli anni ’20. Lo studio è stato finanziato dalla Japan Society for the Promotion of Science.

Che cos’è un esopianeta?

Come informa Supereva, un esopianeta può essere descritto come un pianeta orbitante intorno a una stella diversa dal Sole, stiamo quindi parlando di un pianeta che non appartiene al nostro sistema solare. Gli studi relativi all’esopianeta risalgono a diversi secoli fa. Tra gli studiosi che si occuparono di tale tema ricordiamo il filosofo Giordano Bruno, che nel ‘500 effettuò diversi studi sugli astri. Secondo la teoria di Bruno tutte le stelle fisse sono simili al Sole, di conseguenza Bruno non escludeva l’esistenza di pianeti simili alla Terra ruotanti intorno a questi astri.

In seguito fu la volta di sir Isaac Newton che riprese le teorie di Giordano Bruno, ipotizzando che le stelle fossero il fulcro di sistemi simili al nostro. Secondo Newton ogni sistema stellare era simile al nostro sistema solare. La prima conferma dell’esistenza di esopianeti risale però al ventesimo secolo: il primo venne avvistato nel 1988, mentre nel 1992 ne venne confermata l’esistenza.

Finora sono stati scoperti più di 3500 esopianeti distribuiti in 2600 sistemi diversi. Secondo quanto informa la NASA è possibile che questi esopianeti, a differenza di altri, possano essere abitabili. Ognuno di essi è valutato secondo un indice di similarità con la Terra. Gli esperti ne studiano quindi le varie caretteristiche in base a una potenziale abiltabilità da parte dei terrestri.

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