Un piccolo bruco potrebbe fornire la soluzione all’inquinamento dovuto dalla plastica

La scoperta lascia ben sperare, e all'orizzonte ci potrebbe essere la creazione di un metodo efficiente per poter degradare la plastica in maniera del tutto ecologica.

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Gli scienziati e i ricercatori stanno cercando un modo di bloccare gli effetti derivanti dall’inquinamento da plastica ed è possibile che la risposta a questo problema possa già esistere, e che si concretizzi semplicemente sotto forma di un bruco.
Grazie alla ricerca, nel 2017, è stato scoperto che i bachi da cera hanno la capacità di mangiare la plastica. La scoperta a quel tempo non ha dato risposte né su come era possibile e né su come si potesse replicare. I ricercatori adesso credono di aver trovato una svolta alla situazione.
In un articolo pubblicato questa settimana è stato rivelato che si tratta di batteri intestinali e microbiomi dei vermi. La scoperta lascia ben sperare, e all’orizzonte ci potrebbe essere la creazione di un metodo efficiente per poter degradare la plastica in maniera del tutto ecologica.
Christophe LeMoine, professore associato e presidente di biologia alla Brandon University, in Canada, ha spiegato alla CNN che  “Siamo riusciti a scoprire che i bruchi da cera sono dotati di microbi intestinali essenziali nel processo di biodegradazione della plastica. Questo processo sembra che dipenda da una sinergia tra i bruchi e i batteri intestinali, che insieme sono in grado di accelerare la degradazione del polietilene”.
Attualmente, il modo migliore per poter affrontare l’inquinamento creato dalla plastica è il riciclaggio, ma presenta delle pecche ed è tutt’altro che perfetto. Il processo di riciclaggio stesso richiede l’uso di energia non rinnovabile, inoltre, a differenza di altri materiali come vetro e metallo, la plastica può essere riciclata un numero limitato di volte. Una singola bottiglia impiegherà circa 450 anni per potersi degradare completamente, e questo processo emette gas pericolosi che contribuiscono al cambiamento climatico.
Si stanno cercando di attuare delle misure in grado di ridurre al minimo la domanda di prodotti in plastica, ad esempio vietare le cannucce. Nonostante ciò, il mondo continua ancora a produrre circa 300 milioni di tonnellate di plastica ogni anno, molte delle quali purtroppo finiscono nell’oceano, portando a conseguenze ambientali devastanti.
I bruchi non sono la soluzione perfetta, poiché i loro escrementi sono piuttosto tossici, ma potrebbero essere un punto di partenza per gli scienziati, che cercano attraverso il loro lavoro e la ricerca di sviluppare metodi innovativi per affrontare l’enorme questione dei rifiuti di plastica.