Un nuovo test italiano per diagnosticare il coronavirus di Wuhan

L'Università di Padova ha messo a punto un test in grado di diagnosticare in sole due ore e mezza anche in persone asintomatiche la presenza del nuovo coronavirus

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Mentre i casi di coronavirus accertati salgono a 24.562 ed i decessi si attestano a 493 (di cui ben 479 nella sola provincia di Hubei), l’Università di Padova, che fa parte della rete dei laboratori europei Envid (European Network for Diagnostics of ‘Imported’ Viral Dideases), un network specializzato nel riconoscimento dei cosiddetti “virus da importazione”, come la dengue o la febbre del Nilo ha messo a punto un test per la diagnosi rapida del nuovo coronavirus di Wuhan.
Il nuovo test, uno dei primissimi in Europa, ha la capacità di fornire risposte in un tempo rapidissimo, circa due ore e mezza e di poter diagnosticare l’infezione anche in persone asintomatiche. Il test è stato elaborando seguendo meticolosamente la procedura dell’Oms pubblicata da Christian Drosten, dell’istituto di Virologia dell’Università Charité di Berlino.
“Ci siamo mossi non appena è stata resa nota la presenza dell’epidemia del nuovo coronavirus”, ha spiegato Andrea Crisanti, professore ordinario di Microbiologia e virologia all’Università di Padova, che ha coordinato la ricerca, “e abbiamo chiesto all’Azienda ospedaliera di Padova di iniziare a lavorare per realizzare il test, che è uno dei primi in Europa”.
La principale novità del test oltre la sua rapidità diagnostica è l’accuratezza, il test italiano riesce infatti a riconoscere anche solo cinque copie del virus presenti in un paziente. Inoltre è in grado di escludere la presenza anche di altri coronavirus, che sono un grande gruppo di patogeni, responsabili sia di comuni raffreddori sia di infezioni più pericolose come la SARS.
Per avere un’idea più precisa degli effetti dell’epidemia che ha investito la Cina occorrerà attendere almeno un’altra decina di giorni per comprendere se le misure draconiane prese dalle autorità cinesi saranno riuscite nell’intento di contenere il contagio. In quel caso i numeri dei nuovi infettati dovrebbero rallentare e la possibilità di una pandemia scongiurata.

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