venerdì, Giugno 6, 2025
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Televisione: fine di un’era? Ecco chi riscriverà le regole dell’intrattenimento

La televisione, da più di un secolo pilastro dell'intrattenimento casalingo, ha visto un'evoluzione costante seppur incrementale. Tuttavia, un numero sempre maggiore di specialisti indica l'emergere di un rivale imprevisto, il cui impatto potrebbe alterare profondamente le dinamiche di come percepiamo e interagiamo con i contenuti digitali, segnando un potenziale punto di svolta per il futuro dell'intrattenimento

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Per oltre un secolo, la televisione ha mantenuto una posizione centrale nell’intrattenimento domestico, consolidando la sua presenza nei salotti di tutto il mondo. La sua evoluzione è stata graduale, caratterizzata da miglioramenti progressivi nella risoluzione dell’immagine e nel design.

Tuttavia, un numero crescente di esperti sta ora suggerendo che questa icona potrebbe presto trovarsi di fronte a un concorrente inatteso, il cui impatto potrebbe ridefinire radicalmente il modo in cui fruiamo e interagiamo con i contenuti multimediali.

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L’ascesa degli schermi virtuali e la scomparsa della televisione

L’ipotesi che i televisori possano scomparire entro il prossimo decennio non è una semplice congettura. Caspar von Allwörden, un giornalista esperto con quasi vent’anni di esperienza nell’innovazione digitale per la piattaforma tecnologica tedesca t3n – digital pioneers, è tra coloro che sostengono che il televisore stia già perdendo terreno. La principale competizione emerge sotto forma di schermi virtuali: display che non esistono fisicamente come apparecchi su una parete o un mobile, ma che prendono forma attraverso dispositivi indossabili sulla testa.

Un esempio emblematico di questa trasformazione è l’Apple Vision Pro, lanciato all’inizio del 2024. Questo visore per la realtà mista è progettato per proiettare schermi virtuali direttamente nel campo visivo dell’utente, offrendo un’esperienza completamente nuova nella fruizione dei media. Con dispositivi di questo tipo, gli utenti non sono più vincolati a un display fisico e statico per guardare un programma o seguire le notizie; la loro esperienza visiva diventa intrinsecamente mobile e adattabile, potendo accedere ai contenuti in qualsiasi momento e luogo.

L’Esperienza adattabile: AR e VR ridefiniscono la fruizione dei contenuti

La caratteristica più distintiva degli schermi virtuali è la loro intrinseca mobilità, che rappresenta un netto allontanamento dalla natura statica e fissa dei televisori tradizionali. Dispositivi indossabili, come i visori sviluppati da Apple, offrono agli utenti la straordinaria capacità di proiettare uno schermo in qualsiasi punto desiderato di una stanza o di spostarlo con facilità da un ambiente all’altro. Questo paradigma trasforma l’intrattenimento, rendendolo più flessibile e adattabile che mai alle esigenze e ai movimenti individuali.

Questi dispositivi innovativi integrano in modo sinergico la realtà aumentata (AR) e la realtà virtuale (VR). Tale combinazione permette ai contenuti digitali di sovrapporsi in maniera fluida e credibile al mondo fisico circostante, creando un’esperienza immersiva e interattiva.

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Caspar von Allwörden definisce questa fusione un'”esperienza adattabile“, un concetto che rompe con la necessità di dedicare uno spazio specifico, come il salotto, o di assumere una posizione fissa, come sedersi sul divano, per guardare una serie televisiva o aggiornarsi sulle notizie. Al contrario, l’ambiente circostante si trasforma in una componente attiva dell’esperienza stessa, plasmata dalle abitudini dell’utente e dal contesto in cui si trova.

Nonostante i notevoli progressi tecnologici, il cammino che porterà gli schermi virtuali a sostituire i televisori tradizionali è costellato di sfide significative. Questi ostacoli, sia di natura pratica che sociale, potrebbero rallentare l’adozione su larga scala di queste nuove tecnologie.

Disagio fisico e limiti d’uso prolungato

Una delle principali preoccupazioni sollevate dall’uso degli schermi virtuali riguarda il disagio fisico associato all’utilizzo prolungato dei visori. A differenza di una sessione di visione passiva davanti a un televisore, indossare un dispositivo come l’Apple Vision Pro per diverse ore può facilmente indurre mal di testa e affaticamento. Questo aspetto rappresenta un limite considerevole per le lunghe sessioni di intrattenimento, che sono invece una caratteristica comune della televisione tradizionale. Se gli utenti non possono fruire dei contenuti per periodi estesi senza provare fastidio, l’attrattiva di questi dispositivi come sostituti della televisione diminuirà notevolmente.

Un altro problema significativo è legato alla dimensione sociale dell’intrattenimento domestico. I televisori, per loro natura, incoraggiano la visione di gruppo e la condivisione di esperienze. Riunirsi attorno a uno schermo per guardare un film, una partita o un programma è un’attività intrinsecamente sociale. Gli schermi virtuali, al contrario, tendono a isolare l’utente.

Guardare un film o un evento sportivo da soli attraverso un visore crea un’esperienza intrinsecamente solitaria, che limita l’interazione a meno che tutti i partecipanti non dispongano di una tecnologia simile e non siano nello stesso ambiente virtuale. Questa perdita della dimensione sociale dell’intrattenimento condiviso potrebbe rappresentare un forte deterrente per molti consumatori.

Caspar von Allwörden ha sottolineato come questa tensione tra l’innovazione tecnologica e le consolidate abitudini sociali e fisiche potrebbe rallentare la velocità con cui gli schermi virtuali diventeranno una presenza dominante nelle case. La capacità di aziende leader nel settore, come Apple e Meta, di superare questi ostacoli non è solo una questione di sviluppo hardware o software, ma anche di come riusciranno a rendere l’esperienza utente più confortevole e socialmente inclusiva. Il successo nel mitigare questi problemi sarà cruciale nel determinare il futuro dell’intrattenimento domestico e se i televisori tradizionali cederanno il passo agli schermi virtuali.

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