di Oliver Melis
Robert è un pupazzo che ha la fama di essere maledetto e la sua storia ha inizio ai primi del novecento, in Florida, nella casa della famiglia Otto a Key West. Uno dei servitori che lavoravano all’epoca nella casa della famiglia Otto regalò al piccolo Robert Eugene Otto un pupazzo alto circa un metro e venti, vestito da marinaretto. Fu il piccolo Eugenea chiamare con il suo stesso nome il pupazzo e cosi Robert the doll divenne il suo compagno di giochi.
Il piccolo Eugene passava quasi tutta la giornata con suo nuovo amico e spesso lo sfruttava come copertura per le sue marachelle. Qualche volta i genitori sentivano Eugene parlare per ore da solo e rispondere con una voce diversa dalla sua durante i lunghi monologhi con il pupazzo.
Il piccolo Eugene iniziò ad avere incubi e a svegliarsi gridando in preda al panico. I genitori raccontavano che quando entravano nella stanza trovavano oggetti sparsi sul pavimento. Il figlio davanti allo stupore dei genitori si giustificava come sempre, dando la colpa al pupazzo.
In altre occasioni, i vicini degli Otto videro Robert affacciarsi a finestre in stanze diverse, quando in casa non c’era nessuno. La servitù giurava di aver visto la bambola correre per i corridoi, e spesso di notte si udiva la risata gioiosa di un bambino.
La storia continuò per molti anni fino a quando Eugene si recò a Parigi per studiare dove conobbe Anna che in seguito sposò. Alla morte del padre, Eugene si trasferi nuovamente nella vecchia casa di Key West.
Il pupazzo Robert per tutto quel tempo rimase in soffitta. Eugene però lo ritrovò e durante dei lavori di ristrutturazione fece costruire per il pupazzo una stanzetta fatta su misura, con mobili e tutto il resto, insistendo perché Robert fosse trattato come una persona, facendolo addirittura sedere a tavola durante i pasti.
Con il passare del tempo, la moglie di Eugene inizia a preoccuparsi seriamente della cosa e durante un periodo di assenza del marito, decide di riportare il bambolotto in soffitta. Ma al ritorno Eugene si infuriò parecchio e molto spaventato decise di riportare il suo amico Robert nuovamente a casa. A questo punto Anne iniziò a dubitare della salute mentale del marito che diventò sempre più violento e scostante. Eugene nel 1972 muore e la moglie decide di lasciare la casa in affitto.
Una particolare clausola del contratto da lei voluta stabiliva però che Robert doveva essere l’unico occupante della stanza in cui si trovava, e così il bambolotto rimase solo per alcuni anni.
Quattro anni dopo anche Anne mori e la stanza dove si trovava Robert il pupazzo venne aperta per alcuni lavori. Gli operai incaricati di eseguire la ristrutturazione riferirono che il pupazzo sembrava spostarsi ogni volta che giravano lo sguardo, e più di una volta sentirono una risata sinistra risuonare nelle stanze.
Una volta rimessa a nuovo, la casa venne nuovamente messa in affitto e Robert il pupazzo trasferito suo malgrado nuovamente nella soffitta. Altri occupanti lamentarono in seguito episodi simili a quelli raccontati dagli Otto.
Il pupazzo fu in seguito donato alla Fort East Martello Museum, dove rimase rinchiuso in uno scatolone per molti anni, prima di essere messo in esposizione, seduto col suo leoncino in braccio, in una teca di vetro dove pare che continui a spostarsi e a cambiare lo sguardo e, raccontano i visitatori del museo, a interferire con i dispositivi fotografici.
Fonte: La tela nera