Gli ultimi uomini a scendere sul suolo lunare furono Harrison Schmitt ed Eugene Cernan che decollarono dalla valle Taurus-Littrow sulla Luna a bordo del modulo Challenger il 14 dicembre 1972. Dopo 5 giorni di volo ammararono dolcemente nel Pacifico, concludendo la missione Apollo 17.
La NASA, attraverso il programma Artemis, una collaborazione internazionale, intende riportare gli esseri umani sulla Luna entro il 2024, anche se questo obiettivo potrebbe non essere raggiunto.
I programmi spaziali hanno bisogno di anni di pianificazione e sviluppo e quindi coinvolgono diverse amministrazioni presidenziali. Dopo la missioni Apollo 17, la NASA aveva in programma ulteriori missioni, compreso il sorvolo di Venere con equipaggio umano.
Tuttavia, nei primi anni ’70, i tagli ai finanziamenti portarono a una ridefinizione delle priorità e tutte le risorse disponibili vennero dirottate sulla realizzazione della stazione spaziale Skylab.
Da Freedom al programma Artemis
Vent’anni dopo il primo sbarco sulla Luna, il presidente George W.H. Bush inaugurò la Space Exploration Initiative. Il programma prevedeva la realizzazione della stazione spaziale Freedom, il ritorno dell’uomo sulla Luna e l’invio di missioni umane su Marte.
Lo Space Exploration Initiative si sarebbe dovuto sviluppare nell’arco di 30 anni. I primi voli umani sulla Luna avrebbero avuto luogo alla fine degli anni ’90, seguiti, dieci anni dopo, dalla realizzazione di un habitat lunare
Il costo previsto dell’intero programma ammontava a 500 miliardi di dollari, una frazione della cifra spesa nel 2003 nella guerra in Iraq. Il progetto venne osteggiato dal Senato e, in seguito, chiuso dall’amministrazione Clinton nel 1996.
Otto anni dopo, nel 2004, il presidente George W Bush, in parte in risposta al disastro dello Space Shuttle Columbia, annunciò il suo impegno per l’esplorazione spaziale.
La Nasa avviò il programma Constellation, che avrebbe contribuito alla realizzazione della Stazione Spaziale Internazionale, nata dalle ceneri dell’abbandonato progetto Freedom ma, in seguito, a causa di alcuni gravi incidenti pose fine al programma Space Shuttle.
Il programma Constellation portò allo viluppo di due nuovi veicoli spaziali con equipaggio: l’Orion Crew Exploration Vehicle e l’Altair Lunar Surface Access Module.
Il veicolo spaziale Orion, capace di viaggiare oltre l’orbita terrestre bassa, doveva essere sviluppato entro il 2008, avrebbe dovuto portare un equipaggio in volo nel 2014 e inviare una missione umana sulla Luna nel 2020.
Il programma prevedeva la costruzione di un nuovo lanciatore, l’Ares V con capacità paragonabili al Saturn V delle vecchie missioni Apollo.
Il presidente Obama, in carica dal 2009 al 2016, istituì nel 2010 una revisione dei voli spaziali umani statunitensi: la Commissione Agostiniana. Scoprì che il programma Constellation era insostenibile, era in ritardo e che una missione umana su Marte non era praticabile.
Il prototipo del razzo Ares I venne comunque testato in un volo di prova lanciato con successo dal Kennedy Space Center il 28 ottobre 2009.
Il programma Constellation venne cancellato dall’amministrazione Obama nel 2010, lo stesso anno in cui l’agenzia spaziale privata SpaceX di Elon Musk effettuò il primo volo con un vettore Falcon 9.
Unico superstite del programma fu il veicolo spaziale Orion, ribattezzato Orion Multi-Purpose Crew Vehicle o Orion MPCV.
La Commissione Agostiniana propose una serie di obiettivi più modesti, che includevano voli di Orion verso asteroidi vicini alla Terra o verso le lune di Marte, piuttosto che sulla superficie del pianeta.
Il futuro del programma Artemis
Le amministrazioni USA si susseguono e nel dicembre 2017, il presidente Donald Trump firmò la “Direttiva sulla politica spaziale 1“, che consentì alla NASA di preparare un allunaggio entro pochi anni, la data prevista è ora il 2024.
La NASA ha implementato il programma Artemis nel 2017, programma approvato anche dalla nuova amministrazione Biden ora in carica. Questa è la prima volta dopo decenni che una nuova amministrazione statunitense ha confermato le politiche di volo umano nello spazio profondo della precedente amministrazione.
Il programma Artemis è inoltre una collaborazione internazionale, con il Lunar Gateway – un avamposto orbitale internazionale – che è parte essenziale del progetto. La natura internazionale di Artemis potrebbe resistere ai cambiamenti politici, anche se vogliamo sottolineare che il Lunar Gateway ha già accumulato un notevole ritardo.
Il veicolo spaziale Orion dovrebbe portare per la prima volta, un equipaggio in volo entro la fine del 2021, la missione è denominata Artemis 1.
Gli effetti della pandemia e i recenti ritardi del nuovo vettore Space Launch System potrebbero allungare i tempi. Inoltre, nel 2020 la NASA ha chiesto un finanziamento di 3,2 miliardi di dollari per il sistema Human Lander, una componente fondamentale per portare gli astronauti sul suolo lunare con la missione Artemis 3.
Il Congresso ha approvato solo una parte di quanto richiesto, mettendo in dubbio la data di atterraggio prevista per il 2024.
Un ritardo di oltre un anno sposterebbe la missione oltre il primo mandato dell’amministrazione Biden mettendola ulteriormente a rischio. Le amministrazioni successive potrebbero cancellarla rivedendo le priorità delle future missioni spaziali umane.
Al contrario, il Mars Exploration Program della NASA, iniziato nel 1993 e i cui obiettivi sono guidati principalmente da scienziati piuttosto che da politici, ha condotto al lancio di una serie di orbiter e lander robotici di grande successo, più recentemente lo spettacolare atterraggio del rover Perseverance nel cratere Jezero.
Senza dubbio, l’esplorazione robotica di Marte ha un peso politico inferiore rispetto alle missioni con equipaggio ed è notevolmente più economica, senza rischi intrinseci per gli astronauti.
Se l’attuale programma di Artemis resiste, saranno passati 52 anni dall’ultima missione umana sulla superficie lunare e i prossimi esseri umani che sbarcheranno sulla Luna (forse) nel 2024.