Il rischio di un’estensione del conflitto al di là dei confini dell’Ucraina è sempre alto. Ed è il motivo per cui da parte della Nato, degli Stati Uniti così come dei Paesi membri, c’è una forte ritrosia nel sostenere misure più nette come la no-fly zone.
L’articolo 5 della Nato
Lo stesso ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, ha ribadito che “se mettiamo gli aerei della Nato in Ucraina, il primo che viene colpito scoppia la terza guerra mondiale. Per questo gli strumenti a nostra disposizione sono le sanzioni e la diplomazia”. Tutti vogliono evitare il pericolo che le forze atlantiche e quelle russe si trovino faccia a faccia e costrette a colpire il nemico. A quel punto, l’effetto domino potrebbe travolgere come una valanga l’equilibrio già precario dell’Europa.
E basterebbe la sola richiesta di attivazione dell’articolo 5 della Nato, quella della difesa collettiva, per coinvolgere in guerra tutti gli Stati del blocco occidentale.
Il pericolo c’è e lo ha confermato anche il Cremlino. Da diversi giorni Mosca sottolinea come qualsiasi base o aeroporto utilizzato dagli aerei ucraini potrebbe essere considerato un obiettivo bellico. Il portavoce della presidenza russa, Dmitri Peskov, ha risposto ai giornalista sull’idea di inviare aerei dalla Polonia all’Ucraina in questi termini: “Il ministero della Difesa ha già commentato la possibilità di utilizzare qualsiasi altro campo d’aviazione per il decollo di aerei militari. Si tratta di uno scenario estremamente indesiderabile e potenzialmente pericoloso”.
Pericolo lungo il confine con la Polonia
Questo significa, in concreto, che una base in territorio rumeno o polacco potrebbe diventare oggetto di uno strike per rendere inefficace l’ultima residua forza aerea di Kiev. Ed è anche questo il motivo per cui nelle ultime ore, quando si è vociferato di una possibile consegna di Mig-29 polacchi agli ucraini, da Varsavia è arrivato il contrordine.
Se la Nato vuole che quei vecchi aerei sovietici finiscano nelle mani ucraine, ha detto il governo polacco, allora quegli aerei saranno prima spediti nella base Usa di Ramstein, in Germania, e poi sarà la stessa Alleanza a decidere il da farsi. Scelta che ha provocato l’ira del Pentagono e il blocco di qualsiasi iniziativa in tal senso. Almeno per adesso.
Il pericolo però non riguarda solo gli aerei. Perché mentre la guerra continua e le forze russe hanno circondato e posto sotto assedio diverse città dell’Ucraina, la Nato continua a rifornire le forze di Kiev. E questi rifornimenti, se arrivano, giungono inevitabilmente dal confine. In aereo è complicato, più facile con convogli terrestri. Ma il rischio di un incidente è elevato.
Lo confermano anche fonti dell’intelligence occidentale all’AdnKronos, le quali hanno spiegato che è molto alto il pericolo che al confine con la Polonia si accenda una minaccia in grado di far deflagrare una guerra tra Nato e Russia.
Secondo quanto riferito dalle fonti dell’AdnKronos, il timore dei servizi russi è che negli stessi corridoi attraverso cui si spostano migliaia di civili in fuga dal conflitto, possano transitare anche armi, munizioni e sistemi diretti ai combattenti ucraini. Qualcuno a Mosca, a quel punto, potrebbe anche decidere di colpire i convogli, magari colpendo con strike missilistici lungo il confine. E se un missile cade al di là del confine, non c’è solo il pericolo di una strage di civili in fuga, ma anche di una reazione a catena per cui, come spiegato in precedenza, sarebbe impossibile fermare l’escalation.
Il timore è soprattutto legato al fatto che la guerra, continuando, aumenta anche le possibili reazioni incontrollate da parte delle forze russe. Il presidente Vladimir Putin ha fatto capire di volere chiudere la partita il prima possibile. Ma questo implica anche l’aumento dell’intransigenza rispetto agli aiuti della Nato alle forze ucraine. I negoziati proseguono, anche se con difficoltà, ma il continuo afflusso di armi da parte dell’Europa occidentale sta scombinando i piani del Cremlino.
Il ministro della Difesa britannico, Ben Wallace, ha anche detto alla Camera dei Comuni che Londra è pronta a inviare a Kiev i missili Starstreak, armi a corto raggio per la difesa aerea. Wallace ha detto che le forze russe hanno modificato la loro tattica, e “quindi devono farlo anche gli ucraini”. E sempre Wallace ha affermato che da Londra è in arrivo anche una “piccola spedizione” di missili anticarro Javelin.
Motivo per cui c’è il rischio che la Russia possa iniziare a colpire prima che questi sistemi arrivino nelle mani delle truppe ucraine.