Pine Gap, per molti, è solo il nome di una celebre serie di Netflix dedicata a questioni di intelligence e ambientata in Australia. Ma in realtà Pine Gap è anche un luogo fisico, realmente esistente e che si sta rivelando, sotto traccia, centrale nell’attuale confronto con la Russia in continuo rinfocolamento dopo l’invasione dell’Ucraina.
Pine Gap è infatti sede di una base chiave per la proiezione globale dell’alleanza di ferro tra l’Australia, gli Stati Uniti e il Regno Unito, cuore pulsante dell’asse di intelligence (patto Ukusa), e militare (Aukus), oltre che del patto tra le spie dell’Anglosfera esteso a Canada e Nuova Zelanda (Five Eyes). Da Pine Gap si dirama il filo rosso che tra intelligence, attività di monitoraggio satellitare e analisi strategica ha permesso alle intelligence dell’Anglosfera di monitorare le mosse di Vladimir Putin.
La guerra in Ucraina e le fasi che hanno portato al suo scoppio, oltre al diretto monitoraggio dei servizi di informazione e sicurezza sulle mosse di Mosca, hanno mostrato l’importanza della signal intelligence, ovvero tutta la somma delle attività di spionaggio che comprendono la raccolta di informazioni mediante l’intercettazione e analisi di segnali, sia emessi tra persone (ad esempio telefonate), sia tra macchine.
Dalla raccolta di questi dati e dall’incrocio con le informazioni collezionate dalle fonti aperte (open source intelligence) e dagli agenti sul campo la Cia, la Nsa, il MI6 e l’australiano Defence Signals Directorate (DSD) hanno potuto ricostruire la trama dell’avanzata della mobilitazione russa.
Pine Gap è un terminal cruciale della rete di intelligence Echelon, fondata sul complesso di sistemi satellitari spia attivi dalla Guerra Fredda nel quadro dell’accordo Ukusa ed opera direttamente in sostegno alla stazione “gemella” di Menwith Hill, nel Regno Unito. La sua localizzazione, nel cuore del deserto australiano vicino a Alice Springs, rende ben nascosta da occhi indiscreti le sue attività che, secondo le fonti più credibili, proseguono dal 1966 e vedono coinvolte per gli Usa principalmente Nsa e Cia, coinvolgendo circa 800 persone.
L’esperto di intelligence Richard Tanter è recentemente intervenuto alla Abc per spiegare il ruolo speciale che Pine Gap ha avuto nel raccogliere informazioni a mezzo di immagini termiche e intercettazioni con i satelliti da essa gestiti che coprono un’area estesa dal Pacifico fino proprio all’Ucraina.
Tanter ha aggiunto di ritenere possibile che Pine Gap abbia visto le sue attività sostanziarsi anche attraverso l’ottenimento di informazioni privilegiate riguardanti le comunicazioni tra i comandi militari e politici della cerchia di Vladimir Putin.
La base ha assunto da tempo valore strategico su scala macro regionale perché al suo interno sono stati concentrati professionisti del settore Sigint, numerose risorse strategiche e tecnologie d’avanguardia per monitorare la Cina e l’Indo-Pacifico tanto che l’ex “zar” dello spionaggio britannico Sir Richard Dearlove ha recentemente dichiarato che Pine Gap sarebbe stata cruciale in un eventuale confronto dell’Occidente con Pechino, e decisiva per la convergenza tra le attività spionistiche di Ukusa e quelle militari, principalmente marittime, di Aukus.
Ebbene, il bersaglio più diretto si è rivelato essere invece, in queste settimane, la Russia. E anche dopo l’allarme nucleare ordinato da Putin il personale di Pine Gap, verosimilmente, è stato messo in allerta: un qualsiasi attacco nucleare sferrato contro l’Occidente vedrebbe un’analisi anticipata da parte delle immagini termiche raccolte dai satelliti Echelon, e anche se remota l’ipotesi è al vaglio degli analisti che non escludono nessuna extrema ratio.
Segretamente, e attraverso i rivoli della storia, Pine Gap torna dunque a far parlare di sé nel silenzio ufficiale che avvolge le sue attività. Già centrale per l’operazione militare a guida statunitense in Afghanistan nel 2001, nel 2017 è stata indicata da Edward Snowden come una delle basi al centro dei programmi di spionaggio di massa organizzati dalla Nsa.
Oggi torna cruciale nel monitoraggio delle mosse militari dello zar russo, per mezzo di un processo che grazie al coordinamento tra vari asset ha visto l’intelligence della coalizione speciale a guida Usa non mancare un colpo nelle previsioni dell’offensiva russa. Oltre fiction e immaginazione, il ruolo di Pine Gap e delle varie, spesso ignote “Aree 51” dell’intelligence americana sparse per il mondo si dimostra dunque decisivo in un mondo in cui i servizi di informazione e sicurezza sono sempre più attori centrali per elaborare le politiche estere degli Stati.