Nell’estate del 1958 è morto ad Amburgo Otto Witte, prestigiatore girovago di 87 anni, che ha vissuto in un carrozzone, sconosciuto ai più, che invece quarant’anni prima aveva goduto di celebrità mondiale: si era proclamato re d’Albania, insediandosi come sovrano nella capitale, ed era riuscito a “regnare” per ben cinque giorni.
La storia di Otto Witte
La curiosa storia di Otto Witte si è svolta nel 1913. A quell’epoca i Balcani erano considerati la “polveriera d’Europa”, e il territorio albanese era considerato la zona più turbolenta dell’intera penisola.
Trasformata da provincia turca in regno indipendente, più per le pressioni delle grandi potenze che per volontà del popolo, l’Albania esisteva come Stato soltanto sulla carta: non aveva né esercito né amministrazione e non possedeva nemmeno un confine preciso e una parvenza di organizzazione statale.
In compenso era arrivata ad avere contemporaneamente cinque governi (di cui due in esilio), tre capitali, due bandiere e almeno sette aspiranti al trono: due principi tedeschi, un granduca russo, un barone francese, un principe e due generali turchi
Più tardi la corona albanese è stata assegnata a un ottavo candidato, il principe Guglielmo Zu Wied, il cui regno è durato appena un anno. Il Paese viveva quindi nel caos: le guerre balcaniche avevano attirato nella penisola un gran numero di avventurieri di ogni paese.
Otto Witte era uno dei tanti:arrivato a Belgrado intorno al 1910 e ha tentato di sfruttare la situazione facendo, senza molto successo, il trafficante d’armi, l’istruttore militare e l’esportatore di bestiame. Alla fine ha ripiegato sul suo antico mestiere di prestigiatore e mangiatore di fuoco e nel 1912 si è trasferito in Albania.
Bruno, di media statura, con un paio di baffi all’insù, per un anno ha mandato in visibilio gli avventori dei bazar. Le operazioni militari e i banditi che infestavano l’Albania non lo preoccupavano gran che: Otto Witte si spostava tranquillamente di paese in paese per presentare i suoi spettacoli.
Nell’estate del 1913 la situazione si è complicata: Essad Pascià, il comandante turco di Scutari, ha formato un governo provvisorio. Alcuni hanno affermato che Essad sarebbe salito sul trono albanese (la stampa europea aveva perfino dato la notizia della sua incoronazione mai avvenuta), mentre altri sostenevano che il futuro re sarebbe stato il principe turco Halim Eddin, un discendente del sultano Abdul Hamid.
L’ insediamento di Otto Witte
Le voci correvano e gli albanesi attendevano ormai di ora in ora l’arrivo del loro re. È stato allora che Otto Witte ha concepito la sua grande idea. La gente ha bisogno di un re? Lo avrebbe avuto.
Otto Witte si è fatto confezionare a Scutari una sfarzosa uniforme verde munita di spalline d’oro, alamari e decorazioni acquistate di seconda mano in un bazar, un cavallo bianco preso a prestito da un contadino e un turbante con pennacchio completavano la messinscena.
Indossata l’uniforme, Otto Witte si è diretto verso Elbasan, seguito da un sempre più numeroso corteo di sudditi. Alle porte della città è stato accolto con solenni onoranze: tutti i notabili sono andati a inchinarsi e a ringraziarlo per aver scelto Elbasan come sua capitale.
Il corteo si è poi diretto verso il konak, l’ex sede del governatore turco, dove Otto Witte ha dichiarato di essere stato nominato re da un “congresso di ministri europei”, e poiché in città le simpatie erano divise fra Essad e Halim, ha avuto cura di dare sulla propria identità spiegazioni molto vaghe che potevano farlo passare tanto per l’uno quanto per l’altro dei candidati. La mancanza di giornali e di fotografie ha faciliato l’operazione.
Otto Witte, dopo aver preso possesso del palazzo, ha fatto subito diverse cose: ha offerto ai notabili un sontuoso banchetto (a spese loro); ha compilato un manifesto per annunciare al popolo di essere salito sul trono col nome di Ottone I; ha fatto capire agli abitanti che il nuovo regno sarebbe stato “mantenuto dall’Europa” e che di conseguenza i cittadini non avrebbero pagato un soldo di tasse.
Tra feste e banchetti, sono trascorsi quattro giorni. Alla mattina del quinto giorno un dignitario si è presentato e, con aria contrita, ha chiesto a “Sua Maestà” di mostrargli il ferman (decreto) col quale le Potenze europee gli avevano assegnato il trono.
Poche ore dopo è stato riferito a Otto Witte che alcuni ufficiali di Essad Pascià erano giunti in città e accusavano il re di essere un usurpatore. Una folla minacciosa si è raccolta davanti al palazzo, mentre una delegazione di notabili ha chiesto udienza affermando che per placare il popolo bisognava mostrare il ferman delle Potenze, o per lo meno un teskeré (documento) qualsiasi che dimostrasse la legittimità dei diritti di Ottone I.
“Sua maestà” ha risposto che avrebbe mostrato il documento la sera stessa durante il banchetto di rito: poi, appena si è fatto buio, è uscito da una porta posteriore e, travestito da mendicante e ha lasciato la città. Tre giorni dopo si è imbarcato su una nave austriaca diretta a Trieste.
La fine di Sua Maestà Ottone I
Una settimana più tardi (a quei tempi le notizie si diffondevano molto lentamente) tutto il mondo rideva leggendo sui giornali la tragicomica storia di Ottone I. Otto Witte, intanto, era scomparso dalla circolazione, ben deciso a restare nell’ombra, dove è restato per parecchi anni, precisamente fino al 1932, quando ha scritto a re Zog per contestargli i diritti al trono albanese.
Intorno al 1946 Otto Witte si è stabilito ad Amburgo, vivendo in un carrozzone e ha vissuto in quella zona divertendo i ragazzi con i suoi giochi di prestigio. Non ha più preteso il titolo di “Maestà” ma si è accontentato di farsi chiamare Herr Ex-König (signor ex-re).
La mattina del 13 agosto 1958 qualcuno è abdato a controllare attraverso il finestrino del carrozzone, da cui Otto Witte non usciva da qualche giorno. Il vecchio prestigiatore era morto nel suo letto, ucciso da un collasso cardiaco. In un ripostiglio è stato trovato un blocchetto di biglietti da visita con la scritta: “Otto Witte, ex-sovrano e pretendente al trono d’Albania”.