OOParts: la bufala delle statuette di Acambaro

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di Oliver Melis

Le statuette furono scoperte durante uno scavo archeologico diretto da Waldemar Julsrud ad Acambaro, in Messico, nel luglio del 1944. Si tratta di statuette in ceramica che alcuni citano come anacronismi o come OOParts. Tuttavia, ci sono prove schiaccianti che la scoperta sia una moderna bufala.

Alcuni creazionisti della prima ora ritengono che queste statuette siano una prova credibile della coesistenza di dinosauri ed esseri umani, un fatto che smentirebbe l’evoluzione e farebbe da supporto all’interpretazione letterale della Bibbia.

Secondo Dennis Swift, un creazionista e un grande sostenitore delle figure, Julsrud era un venditore di ferramenta che trovò casualmente delle statuette, assunse un contadino messicano per recuperare le statuette rimanenti e lo pagò per ogni statuetta che aveva riportato. Alla fine, il contadino e i suoi assistenti gli portarono oltre 32.000 figure. Queste figure erano rappresentazioni di diversi animali, dai presunti dinosauri ai popoli di tutto il mondo inclusi egiziani, sumeri e persino “caucasici barbuti“.

Le figure attrassero poco studiosi e scienziati, almeno fino a quando Julsrud iniziò ad affermare che queste erano rappresentazioni accurate di dinosauri creati da un’antica società. A quel punto, tabloid e fonti di informazione popolari iniziarono a dare spazio alla storia e le statue divennero famose. Poco dopo, un astuto professionista, l’archeologo Charles C. DiPeso che lavorava per la Amerind Foundation, un’organizzazione antropologica dedita alla conservazione della cultura dei nativi americani venne a conoscenza dei ritrovamenti.



DiPeso esaminò i reperti e stabilì che non erano autentici ma un prodotto di agricoltori locali moderni. Pubblicò anche i suoi risultati sulla rivista Antichità americana. L’accuratezza della sua indagine non fu, però, accettata dai sostenitori dell’autenticità delle statuette. Julsrud dal canto suo trovò in Charles Hapgood, pioniere della teoria dello spostamento dei poli, uno dei suoi sostenitori più importanti e devoti.

Altre persone si mossero in difesa delle figure. Earle Stanley Gardner, il prolifico scrittore di fiction e creatore del personaggio Perry Mason, venne alla difesa di Julsrud sostenendo che le 32.000 figure non potevano essere state prodotte da una singola persona o da un gruppo di persone. I reperti inoltre, sono stati citati in alcuni libri pseudoscientifici come Atlantis Rising di David Lewis. Don Patton, un altro creazionista è stato loro fedele sostenitore grazie alla somiglianza delle statuette con i dinosauri raffigurati nel libro di Robert BakkerDinosaur Heresies.

I vari sostenitori ritengono che diverse prove dimostrino che le statuette erano state create dall’esperienza di prima mano sui dinosauri e delle culture che le figure apparentemente rappresentano.
Don Patton ha fornito quelle che afferma essere datazioni precise al radiocarbonio per le statue che vanno da 6500 anni a 1500 anni. I laboratori che produssero queste datazioni affermarono, però, che i risultati delle analisi non erano conclusivi, ma Dennis Swift aggiunse che i laboratori, una volta saputo cosa stessero in realtà analizzando, ritrattarono le loro datazioni originali per mantenere l’agenda della comunità scientifica e insabbiare la conoscenza “reale”.

I sostenitori delle statuette citano i racconti di prima mano di molti individui che sostenevano di avere partecipato allo scavo e della matrice in cui furono scoperti i manufatti. Secondo Swift, l’area che circondava le figure era chiaramente un antico strato. Se le figure fossero state una bufala, ci sarebbero prove di strati interrotti. Si tratta della linea di difesa più diffusa per le statuette di Acambaro e la loro somiglianza con i dinosauri presenti nel libro di Robert Bakker, Dinosaur Heresies.

Si sostiene che la somiglianza di queste figure con questi disegni sia la prova che le figure furono ricavate da esperienze di prima mano, cioè da esseri umani che vissero contemporaneamente ai dinosauri stessi.

Bisogna ancora aggiungere che le circostanze stesse in cui le figure apparvero per la prima volta sono dubbie. Julsrud afferma di aver pagato gli agricoltori per ogni statuetta recuperata, ma come per la storia delle Pietre di Ica,  questo particolare da solo servì ad incentivare i contadini a creare le proprie statue e spacciarle per artefatti antichi.

Secondo DiPeso, la superficie delle figure era nuova di zecca. Non mostravano alcun segno tipico degli oggetti sotterrati per almeno 1500 anni. Secondo l’archeologo, se fossero artefatti autentici, sarebbero graffiati e rovinati dal suolo roccioso, che è caratteristico della zona del Messico in cui furono rinvenuti i manufatti. Inoltre, le persone che scavarono i reperti erano inesperte e avrebbero potuto facilmente danneggiarli durante le procedure di scavo ed estrazione ma, come notò DiPeso, nessuna delle figure scoperte mostrava tali segni. Altre prove includono il letame fresco trovato sotto terra, le impronte digitali e il nero di riempimento da altri strati che è stato scoperto in terra rossa sterile, cosa che indica la precedente manomissione del sito.

Il grande numero di statuette in perfetto stato di conservazione trovate è la prova di una bufala. Sono state trovate oltre 32.000 figure, tutte in perfetto stato ad eccezione di alcune che sono state pulite, ovviamente per creare l’illusione dell’antichità. Se queste fossero veramente antiche come i sostenitori affermano, non sarebbero conservate con tale perfezione in un ambiente così inospitale. Le ceramiche sono quasi sempre scoperte come frammenti e da nessuna parte sono state scoperte 32.000 ceramiche senza difetti. Inoltre, a dimostrazione dell’incompetenza di chi fa certe affermazioni, la datazione al radiocarbonio su materiali inorganici è da incompetenti.

Fonti: detecting.org, talkorigins.org

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