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Un nuovo farmaco potrebbe invertire l’invecchiamento umano

Sei composti chimici hanno invertito l'invecchiamento cellulare in meno di una settimana. Un passo avanti verso la medicina rigenerativa e la lotta contro le malattie legate all'età

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Un team di ricercatori di Harvard ha identificato sei composti chimici capaci di invertire l’invecchiamento cellulare in cellule umane e murine. Questi composti hanno ripristinato l’espressione genica giovanile e invertito l’età biologica in meno di una settimana.

Il cuore della scoperta

La ricerca, pubblicata sulla rivista Aging, si basa su un metodo di screening ad alta produttività che ha permesso di individuare sei molecole in grado di ringiovanire le cellule della pelle umana e di topo. Queste molecole hanno ripristinato l’espressione genica tipica delle cellule giovani e invertito l’età biologica in meno di una settimana.

Il team ha utilizzato due tecniche avanzate per misurare l’invecchiamento: gli orologi trascrizionali dell’invecchiamento e i test di compartimentazione nucleocitoplasmatica (NCC). La NCC è un processo cellulare fondamentale che declina con l’età, contribuendo alla disfunzione tissutale. Ripristinando la NCC, i ricercatori hanno effettivamente invertito i principali marker dell’invecchiamento.

Dalla genetica alla chimica: una nuova frontiera

In passato, gli scienziati hanno cercato di invertire l’invecchiamento cellulare utilizzando i fattori di Yamanaka (OCT4, SOX2, KLF4 e c-MYC), capaci di riprogrammare le cellule adulte in cellule staminali pluripotenti. Tuttavia, l’uso di tutti e quattro i fattori comportava rischi di crescita incontrollata e formazione di tumori.

La nuova ricerca si concentra su una soluzione chimica: piccoli composti molecolari che imitano gli effetti dei fattori di Yamanaka senza alterare il DNA. Questo approccio potrebbe rappresentare un passo significativo verso una “ringiovanimento corporeo accessibile”, come affermato dal Dr. David Sinclair, biologo molecolare della Harvard Medical School e co-autore dello studio.

🌟 Implicazioni future

Questa scoperta apre la strada a potenziali trattamenti per le malattie legate all’età, miglioramenti della vista e, più in generale, a una nuova era nella medicina rigenerativa. Sebbene siano necessari ulteriori studi e sperimentazioni cliniche, i risultati finora ottenuti sono promettenti e potrebbero rivoluzionare il modo in cui affrontiamo l’invecchiamento.

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