Le sonda Phobos 1 e 2 furono lanciate dall’Unione Sovietica il 7 e il 12 luglio 1988, il progetto sovietico comprendeva la partecipazione di altre 14 nazioni, USA compresi. Durante la missione in orbita sul pianeta rosso, il 28 marzo dello stesso anno, la sonda phobos 2 scompare misteriosamente e iniziano a circolare da subito delle voci su alcune foto inviate alla Terra dalla sonda prima che svanisse nel nulla. Le immagini non sarebbero state rese pubbliche perché secondo alcuni mostravano qualcosa di sconvolgente. Nel 1991 il colonnello dell’aeronautica russa Marina Popovic asserì che c’erano indizi sulla reale presenza di una nave aliena nel nostro sistema solare.
L’obiettivo principale del programma Phobos era, ovviamente, la prima esplorazione dell’omonimo satellite di Marte. La sonda, lanciata con razzo vettore Proton, era di tipologia orbiter, cioè un veicolo spaziale progettato esclusivamente per studiare un corpo celeste orbitandovi attorno, senza atterrare sulla superficie dello stesso. Pesava 6200 kg ed era costituita principalmente da un modulo cilindrico pressurizzato per gli strumenti scientifici e da una struttura di base per i motori di navigazione ed il propellente.
La sonda Phobos 2 che raggiunse Marte il 29 gennaio del 1989 era dotata di un Termoscan per eseguire la mappatura termica della superficie di Marte, nella struttura della sonda erano presenti due lander che avrebbero dovuto scendere sul piccolo satellite marziano, Phobos. La sonda, dotata di un laser avrebbe anche dovuto vaporizzare la superficie di Phobos per rilevarne gli elementi che lo compongono.
Il 28 marzo, quando all’inizio della missione mancavano pochi giorni, vennero persi i contatti a causa di un’avaria del sistema di assetto della sonda, forse causato da dati errati del radio altimetro.
La TASS, riportò in un comunicato che la sonda “aveva perso il contatto con la Terra dopo aver completato una serie di manovre attorno alla luna di Marte, Phobos. Gli scienziati non sono stati in grado di ripristinare il collegamento radio“.
I russi pressati dalle altre agenzie che parteciparono al progetto difusero un breve documentario utilizzando alcune delle foto inviate dalla sonda alla Terra poco prima di perderne il segnale.
Ci sono diverse foto che, a detta di alcuni, mostrerebbero dei particolari interessanti, linee diritte e sottili e altre abbastanza larghe da sembrare rettangoli, la foto scattata con una termocamera rappresenta un’emissione di calore e un certo John Becklake del london science museum ha definito la struttura un vero enigma.
Anche i tecnici russi secondo Secondo Boris Bolitsky, corrispondente scientifico di Radio Mosca, descrissero delle strutture definendole “molto notevoli” prima che si perdesse il contatto radio con “Phobos 2”.
La seconda foto, qua sotto, inquadra un’ombra ellittica sulla superficie di Marte che sembrerebbe proiettata da un oggetto di forma allungata e di grandi dimensioni, secondo il dottor Becklake, l’ombra doveva appartenere ad un oggetto che si trovava “tra la sonda sovietica in orbita e Marte. All’epoca si parlò di un’immagine ripresa con telecamera ottica che fu censurata perché sconvolgente.
In una conferenza sugli UFO tenutasi nel 1991, Marina Popovich pilota e astronauta diede ai ricercatori presenti diverse informazioni da lei fatte uscire “di contrabbando” dalla ormai ex Unione Sovietica. Parlò di un’indizio riguardante la presenza aliena nel nostro sistema solare e affermò che un oggetto ripreso da phobos 2 lungo 20 chilometri e con un diametro di uno e mezzo fotografato vicino a Phobos, il piccolo satellite marziano, sarebbe stata la causa della perdita della sonda a causa di un impulso di energia.
Cosa successe veramente alla sonda phobos due? I personaggi citati esistono realmente?
– Boris Bolitsky, corrispondente scientifico Radio Mosca
– John Becklake del London science museum
– Marina Popovich, pilota e astronauta
La Popovic era pilota dell’aviazione sovietica da sempre dedita a divulgare notizie sugli UFO, ha scritto un libro intitolato “UFO Glasnost” (pubblicato nel 2003 in Germania). Lei sostiene che i piloti militari e civili sovietici hanno confermato 3000 avvistamenti UFO e che la forza aerea sovietica e il KGB hanno frammenti di cinque UFO in crash. I siti di crash erano Tunguska (1908), Novosibirsk , Tallinn , Ordzhonikidze e Dalnegorsk (1986).
Non sappiamo se le foto sono reali o ritoccate, e essendo a bassa risoluzione, la prima può entrare nel novero delle altre foto marziane che mostrano anomalie che in realtà sono dovute appunto al fatto che non hanno una risoluzione sufficiente per mostrare qualcosa di comprensibile.
La foto dove compare l’ellisse spacciata per astronave, non è altro che l’ombra di Phobos sulla superficie marziana, mentre quella che mostra la “nave madre” in orbita non è altro che un artefatto digitale, dovuto probabilmente ad un difetto di trasmissione o ad un difetto dei sensori.