Marte: ecco perché piace a tutti i Governi

Le orbite marziane saranno presto affollate da veicoli spaziali provenienti da diversi Stati terrestri: ma cosa rende il pianeta rosso una meta così ambita?

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Che il 2020 sia un anno importante per il pianeta rosso è stato decantato nelle pagine di ogni quotidiano, sito web e in tutti i tg di tutto il mondo: Marte, complice un allineamento dei pianeti che di compie all’incirca ogni due anni, è la meta ambita di molti governi.

Le ragioni più note riguardano l’interesse verso la scoperta di eventuali forme di vita, giacimenti gassosi e riserve idriche, ma ci sono anche altre ragioni che spingono alcuni tra i più facoltosi stati del mondo ad investire in missioni marziane, vediamo quali.

La New Space Economy. Secondo l’Asi, è un settore in forte crescita e pare che in determinate categorie del settore stesso, un euro investito ne frutti ben quattro: “l’Italia nei prossimi 3-4 anni ha investito 200 milioni su un contributo complessivo di 2.300 milioni di euro, così come stabilito al consiglio ministeriale di Siviglia dello scorso novembre“.

La ripresa della corsa su Marte significa contribuire con le nostre tecnologie. Da sempre contribuiamo sulla Stazione spaziale internazionale, saremo coinvolti sul progetto Luna con un cosiddetto gateway in orbita lunare attrezzato per ospitare equipaggi di astronauti, ambiente lunare visto come laboratorio di sopravvivenza in quel tipo di ambiente e in ambienti successivi, come quello marziano”, ha dichiarato Massimo Comparini, amministratore delegato di Tas Italia, che è riuscita ad ottenere le due missioni più costose: Rose-L e Cimr.

I droni Usa su Marte. La NASA è sempre un passo avanti rispetto all’innovazione tecnologica che interessa le missioni spaziali, e ne ha dato prova con Mars2020 e il rover Perceverance, equipaggiato con il mini elicottero-drone Ingenuity, che come precisa l’astrofisico Leopoldo Benacchio, ordinario presso l’Osservatorio Astronomico di Padova – INAF,:  “Non vuol dire ingenuità ma ingegnosità”.


Sembra un giocattolino ma è in realtà uno sperimentatore importante. Se funziona, cambia le carte in tavola: i rover sono belli, si fanno i selfie, ma vanno a pochi metri al giorno di velocità. In un anno se va bene fai un km, mica è possibile esplorare un pianeta un km all’anno. Con Ingenuity potrebbe cambiare tutto nell’esplorazione marziana”. Ha spiegato l’astrofisico.

Perché l’Europa dovrà rimandare al 2022. La responsabile di questo rinvio è la pandemia da covid19. Infatti La seconda parte della missione ExoMars di Esa e Roscomos doveva partire io n questi giorni ma purtroppo bisognerà attendere la prossima finestra di lancio utile, che si verificherà nel 2022: “Ci torneremo nel 2022 con i Rover Esa di cui siamo i primi contractor”, auspica l’ad di Thales Alenia Space, “D’altro canto un programma spaziale ha una sua complessità. Il Covid ha avuto un impatto sull’industria. Abbiamo cercato di minimizzarlo tornando a un’operatività completa in poche settimane, ma era ormai troppo tardi, nelle missioni spaziali non si può lasciare nulla di intentato: utilizzeremo questi due anni per perfezionare la tecnologia”.

 “Il Covid ci ha condizionato. Le tecnologie chiave coinvolte non sono ancora validate. Il fatto di non poter lavorare nelle ditte dove si assemblavano gli elementi è stato decisivo, ma non sarà tempo perso”. Peccato perché, per dirla con l’astrofisico Benacchio, “altrimenti sarebbe stata la quarta missione ad attaccare il pianeta all’inizio prossimo 2021”, ha concluso l’Asi.