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Luna: un misterioso codice di ombre sulla sua superficie

Il nostro satellite naturale, la Luna, si manifesta quale scenario di fenomeni celesti di notevole interesse scientifico e visivo. In particolare, si segnala l'occorrenza delle figure transitorie denominate 'X' e 'V' lunari, le quali emergono durante la fase di primo quarto, offrendo una dimostrazione dell'interazione tra luce e morfologia superficiale

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La Luna, compagna silenziosa della Terra, ci regala spettacoli celesti che affascinano l’umanità da millenni. Tra questi, spiccano la “X” e la “V” lunari, due figure temporanee che si manifestano sulla sua superficie durante la fase del primo quarto.

Questo fenomeno, visibile con binocoli o piccoli telescopi, è un’illusione ottica che svela la tridimensionalità del paesaggio lunare, frutto di un gioco di luci e ombre.

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Luna: un misterioso codice di ombre sulla sua superficie
Luna: un misterioso codice di ombre sulla sua superficie

Il mistero della “X” e della “V” lunari

Per comprendere appieno il fenomeno, è fondamentale introdurre il concetto di terminatore. Ogni corpo celeste che orbita attorno al Sole, inclusa la Luna, presenta un terminatore: la linea che demarca il confine tra il lato diurno e quello notturno. Questa linea non è altro che la transizione tra la parte illuminata e quella in ombra del corpo celeste.

Il terminatore riveste un ruolo cruciale nell’osservazione della Luna, poiché le ombre che si formano in prossimità di esso ci permettono di apprezzarne la tridimensionalità: “La superficie lunare appare diversa più vicina al terminatore perché lì il Sole è più vicino all’orizzonte e quindi fa sì che le ombre diventino sempre più lunghe. Queste ombre ci facilitano il discernimento della struttura, dandoci indizi di profondità in modo che l’immagine bidimensionale, quando dominata dalle ombre, appaia quasi tridimensionale“, è stato spiegato sul sito web Astronomy Picture of the Day della NASA.

Le ombre, quindi, non solo ci indicano l’alto e il basso, ma rivelano dettagli altrimenti invisibili, come i crateri, che diventano più facilmente distinguibili grazie al contrasto tra luce e ombra. La lunghezza delle ombre varia a seconda dell’angolo di incidenza della luce solare, permettendoci di apprezzare la morfologia lunare in modo dinamico.

Durante la fase del primo quarto di Luna, per un breve lasso di tempo, si manifestano sulla superficie lunare due figure particolari: la “X” e la “V”. Queste figure sono create dalle ombre proiettate dalle montagne e dai crateri, e appaiono come lettere maiuscole per la nostra tendenza a riconoscere schemi familiari, un fenomeno noto come pareidolia.

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“La Werner X non appare tutta in una volta, ma gradualmente nell’arco di 2 ore e 20 minuti, mentre il Sole sorge sul posto“, ha spiegato David MF Chapman dell’Halifax Centre della Royal Astronomical Society of Canada: Questo graduale emergere della “X” è dovuto alla variazione dell’angolo di illuminazione solare, che rivela progressivamente le ombre che compongono la figura. Per osservare la “X” e la “V” lunari, è necessario un binocolo o un piccolo telescopio. Il momento migliore è durante la fase del primo quarto di Luna, quando il terminatore si trova nella posizione giusta. È consigliabile consultare un calendario lunare o un’applicazione di astronomia per individuare il momento esatto in cui il fenomeno è visibile.

La genesi della “X”: un’illuminazione graduale che svela una figura nascosta

La formazione della “X” lunare è un processo graduale, un’illuminazione selettiva che svela una figura nascosta tra le ombre: “Dall’oscurità, i raggi del sole catturano prima il punto più alto: questo risulta essere un picco sulla parete SE di Purbach. Questo punto si allunga in un braccio in direzione NNE verso l’area comune tra Purbach, La Caille e Blanchinus. Nel frattempo, la parete NE di Purbach si illumina e si uniscono per formare un angolo. Poi, la parete SW di Blanchinus cattura la luce e vediamo una ‘T’. Infine, la parete comune tra Blanchinus e La Caille forma un braccio NE che si unisce al resto per formare la X“.

Questo processo, descritto con precisione, evidenzia come la “X” non sia un’entità statica, ma un’illusione ottica dinamica, creata dall’interazione tra la luce solare e la morfologia lunare.Giovedì 6 marzo, le condizioni di illuminazione saranno particolarmente favorevoli all’osservazione della “X” e della “V” lunari. Il terminatore, la linea di confine tra luce e ombra, si allineerà perfettamente con le varie caratteristiche della Luna, permettendo alle ombre di creare le figure desiderate.

Per individuare il fenomeno, è consigliabile cercare la “X” lungo la linea del terminatore, piuttosto che identificare prima i crateri. La “X” dovrebbe iniziare a emergere intorno alle 23:00 UTC e sarà visibile per circa un’ora. Se doveste perdere l’occasione di giovedì 6 marzo, o se vi trovaste in una zona del mondo in cui la Luna non è visibile in quel momento, non temete. La “X” e la “V” appaiono regolarmente durante tutto l’anno, con le vostre prossime opportunità il 5 aprile e il 3 giugno.

Per osservare la “X” e la “V” lunari, è consigliabile utilizzare un binocolo o un piccolo telescopio. Un ingrandimento moderato permetterà di apprezzare i dettagli delle figure senza perdere di vista l’insieme. È importante scegliere un luogo di osservazione con un cielo limpido e privo di inquinamento luminoso. Un orario preciso e una buona strumentazione permetteranno di godere appieno di questo spettacolo celeste.

Conclusioni

La “X” e la “V” lunari sono un fenomeno affascinante che ci ricorda la dinamicità del nostro sistema solare e la bellezza del nostro satellite naturale. Questo gioco di ombre, visibile con strumenti semplici, ci offre l’opportunità di apprezzare la tridimensionalità della Luna e di scoprire dettagli altrimenti invisibili, invitandoci a esplorare il nostro satellite con occhi curiosi e appassionati.

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