di Oliver Melis
Delphos, Kansas, USA,1971
Nei pressi di una fattoria nel territorio di Delphos, un UFO avvistato da un giovane avrebbe lasciato un’impronta circolare impressa sul terreno. Ufologi e scettici hanno discusso a lungo dell’accaduto.
Era il 2 novembre del 1971 quando, attorno alle 19, il sedicenne Ronald Johnson, mentre riportava un gregge di pecore nell’ovile di famiglia notò un oggetto a forma di fungo a breve distanza. L’oggetto era distante circa 25 metri e si librava a pochi centimetri dal terreno.
L’oggetto misterioso, secondo il racconto del testimone, aveva un diametro di 2,70 metri ed era alto circa tre metri. L’intera superficie era coperta di luci colorate.
Ad un tratto, il misterioso fungo volante aumentò la sua luminosità abbagliando Johnson. Una volta ripreso Ronald corse a casa per avvertire i genitori ma, una volta sul posto, l’intera famiglia constatò che l’oggetto si era allontanato ed era ancora visibile nel cielo verso sud come una luce grande come la metà della luna piena. Di li a poco l’oggetto svani. La madre di Ronald toccò il cerchio lasciato impresso nel terreno dall’oggetto e avverti un intorpidimento alle dita.
Il padre di Roland il giorno seguente decise di avvisare lo sceriffo e chiamò la stampa locare per raccontare l’accaduto. Sul posto si presentò una giornalista, Thaddia Smith, inviata dal giornale locale. Sia lei che lo sceriffo Enlow poterono cosi constatare che al suolo era presente una traccia circolare di colore chiaro del diametro di 2,5 metri.
15 gierni dopo arrivò alla fattoria un ufologo, Ted Philips, che scatto numerose foto del misterioso cerchio sul terreno e raccolse dei campioni di suolo che inviò a diversi laboratori per le analisi. I Johnson raccontarono che Ronald per diversi giorni ebbe problemi agli occhi, irritati, e che anche la madre ebbe dei fastidi alle dita, ancora intorpidite. Gli animali, fecero notare i Johnson, manifestavano insoliti segni di nervosismo.
La famiglia presentò la storia al National Enquirer vincendo un premio in denaro.
Per lo sceriffo Enlow, i Johnson erano una famiglia stimata e rispettata e pertanto è difficile ritenere che avessero organizzato una frode.
C’è da notare che nessuna persona competente ha verificato le condizioni del giovane testimone e della madre che avrebbero accusato dei sintomi, stordimento, intorpidimento e nessun esperto ha verificato se effettivamente gli animali avessero subito qualche tipo di conseguenza.
Una spiegazione proposta per il caso fu quella di un fuoco di Sant’Elmo che avrebbe fatto scattare il panico nel giovane che avrebbe poi suggestionato anche i familiari.
Rimane il cerchio, come spiegarlo?
Il cerchio non è certo un prodotto della suggestione e deve trovare una collocazione nel complesso quadro degli avvenimenti. Dal cerchio, come detto, furono prelevati dei campioni, ma molti dei laboratori interpellati da Ted Philips non comunicarono nessun risultato, alcuni trovarono nei campioni trovarono il micelio di un fungo. Il noto ufologo e astronomo Jacques Vallée riferi che un biologo francese trovò un attinomicete, un organismo intermedio tra un fungo e un batterio che quando sviluppa il micelio ed è associato ai basidiomiceti che, in alcune condizioni, possono generare la bioluminescenza, questo spiegherebbe la luminosità dell’oggetto osservato dalla famiglia Johnson.
Questa spiegazione, però, non fu trovata soddisfacente dagli ufologi perché, secondo loro, se la traccia fosse stata causata da un fungo, l’anello sarebbe dovuto crescere con il passare del tempo, cosa che non accadde.
Qualche tempo dopo, Un chimico, Erol A. Faruk comunicò di aver trovato alti livelli di zinco e ossalato di calcio che non derivano dal metabolismo dei funghi, ma deriverebbero, secondo alcuni ufologi, dalla combustione di un propellente. Il cerchio, secondo la teoria degli ufologi, si sarebbe formato in presenza della combustione e di un’alta energia che avrebbe stimolato la crescita del fungo e causato la luminescenza.
Tutto spiegato? Niente affatto, infatti si è poi scoperto che il cerchio si trovava nel posto dove, in passato, era collocata una mangiatoia per polli in ferro zincato e, quindi, lo zinco rilevato dalle analisi potrebbe provenire dal rivestimento della mangiatoia e l’ossalato di calcio dagli escrementi dei polli stessi.
Forse per gli ufologi il caso non è del tutto chiuso e rimane negli annali ufologici come uno dei casi più interessanti, ma a ben vedere, le risposte terrestri sembrano sufficienti a smentire una natura aliena del fenomeno osservato.