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Lebbra: la malattia millenaria che precedeva l’Europa nelle Americhe

Contrariamente alla narrativa storica prevalente, una nuova ricerca sta riscrivendo il capitolo iniziale della lebbra nelle Americhe. Si è scoperto che una forma di questa antica malattia infettava le popolazioni indigene ben prima dell'arrivo degli esploratori europei. Questa rivelazione, basata su solide evidenze scientifiche, smentisce l'ipotesi che la lebbra sia stata un'introduzione esclusivamente europea nel Nuovo Mondo, aprendo nuove prospettive sulla sua evoluzione e diffusione globale

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La lebbra, una delle malattie più antiche conosciute dall’umanità, si rivela avere una storia ancor più complessa di quanto si pensasse. Una ricerca pubblicata di recente ha portato alla luce prove inconfutabili che una forma di questa malattia era presente nelle popolazioni delle Americhe ben prima dell’arrivo degli esploratori europei.

Questa scoperta rivoluziona la convinzione predominante secondo cui la lebbra fosse stata introdotta nel Nuovo Mondo solo con la colonizzazione.

Lebbra: La malattia millenaria che precedeva l'Europa nelle Americhe

La storia millenaria della lebbra nelle americhe: una nuova prospettiva

Un ampio team internazionale di scienziati ha condotto questo studio rivoluzionario, scoprendo tracce di DNA di Mycobacterium lepromatosis. Questa specie batterica, recentemente identificata come causa di lebbra, ha infettato le popolazioni del Nord e del Sud America oltre 1.000 anni fa, antecedente quindi alla colonizzazione europea. I risultati ottenuti sfidano e rovesciano la narrativa storica consolidata che attribuiva agli europei la responsabilità dell’introduzione della lebbra nel continente americano.

La lebbra, conosciuta anche come morbo di Hansen, ha una fama di malattia devastante, tanto da essere citata ripetutamente nella Bibbia (sebbene alcuni di questi riferimenti possano riguardare altre patologie). Questi batteri sono capaci di causare un’infezione cronica che colpisce principalmente la pelle e le cellule nervose, sebbene i sintomi visibili, come lesioni e piaghe, possano impiegare anni per manifestarsi. Senza un trattamento adeguato con antibiotici, l’infezione può progredire, causando danni permanenti e disabilità gravi.

Tradizionalmente, è stata associata principalmente al batterio Mycobacterium leprae. Tuttavia, nel 2008, gli scienziati hanno fatto una scoperta significativa: anche una specie batterica simile, il M. lepromatosis, può causare la malattia. Sembra che la lebbra causata da M. lepromatosis sia meno comune rispetto a quella causata da M. leprae, con la maggior parte dei casi riscontrati prevalentemente in Nord e Sud America. La nostra conoscenza su M. lepromatosis è ancora limitata, in parte perché entrambe le specie di batteri che causano la lebbra sono difficili da coltivare in laboratorio, dato che, analogamente ai virus, possono replicarsi solo dirottando le cellule ospiti dall’interno.

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Scoperto un antico lignaggio nelle americhe pre-colombiane

La comprensione della storia millenaria della lebbra nel continente americano ha subito un’importante revisione grazie a una scoperta inaspettata e a un’indagine meticolosa. Nicolas Rascovan, esperto nell’evoluzione delle malattie umane e capo del team di ricerca, ha iniziato la sua indagine dopo aver rilevato in modo sorprendente il DNA di M. lepromatosis nei resti di un antico individuo nordamericano. “Questo ci ha spinto a chiederci da quanto tempo questo patogeno circolasse nel continente, quanto fosse diffuso prima del contatto con gli europei e quale diversità potesse ancora presentare oggi”, ha spiegato Rascovan, ricercatore all’Istituto Pasteur di Parigi, a Gizmodo.

Per rispondere a questi interrogativi, il team ha analizzato centinaia di campioni, inclusi quelli provenienti da pazienti moderni affetti da lebbra e campioni di DNA antico recuperati da popolazioni americane vissute prima dell’arrivo degli europei. La ricerca ha rivelato che tre di questi campioni antichi sono risultati positivi al batterio, provenendo da popolazioni che risiedevano in quelle che oggi sono le aree del Canada e dell’Argentina.

Rascovan ha chiarito la portata di questa scoperta: “La lebbra è stata a lungo considerata una malattia portata nelle Americhe dagli europei, il che è vero anche per il caso di M. leprae. Ma il nostro studio dimostra che almeno una delle due specie che la causano, M. lepromatosis, era già presente qui secoli prima, e probabilmente si è evoluta localmente per migliaia di anni. Questo cambia sostanzialmente il modo in cui comprendiamo la storia della malattia nelle Americhe“.

Oggi, grazie agli antibiotici e al miglioramento delle condizioni igieniche, la lebbra è diventata una malattia rara in gran parte del mondo, con circa 200 casi documentati ogni anno negli Stati Uniti. Tuttavia, in alcune nazioni, rimane un serio problema di salute pubblica, con oltre 200.000 casi segnalati annualmente a livello globale. Le scoperte di questa ricerca potrebbero complicare non solo la sua comprensione storica, ma anche le strategie future per il suo controllo.

Mentre la maggior parte dei casi moderni di M. lepromatosis è stata collegata a un lignaggio specifico del batterio che si è espanso più di recente, il team ha identificato anche cladi più antichi che si sono probabilmente evoluti indipendentemente nelle Americhe per più di 9.000 anni. Questa evidenza suggerisce che questi batteri potrebbero essersi nascosti in ospiti animali ancora sconosciuti (negli Stati Uniti, la forma classica di lebbra è stata talvolta collegata all’esposizione all’armadillo).

Anche se M. leprae continua a causare la maggior parte dei casi di lebbra nel mondo, il suo “cugino” meno noto ha certamente il potenziale per diventare una minaccia più significativa. “Data la sua diversità e diffusione, M. lepromatosis potrebbe essere un agente patogeno emergente con dinamiche diverse da quelle di M. leprae”, ha concluso Rascovan, sottolineando la necessità di un’attenta sorveglianza.

Il mistero del viaggio del M. lepromatosis

Come spesso accade nel campo della scienza, il lavoro innovativo del team di ricerca ha sollevato ancora più interrogativi di quanti ne abbia risolti, aprendo nuove e complesse piste d’indagine. Gli scienziati si prefiggono ora di scoprire, ad esempio, i serbatoi animali in cui il batterio potrebbe aver circolato per millenni, e di tracciarne il viaggio dalle Americhe ad altre parti del mondo.

Il team ha ora un’ipotesi intrigante: crede che un ceppo specifico di M. lepromatosis possa essere stato trasportato nelle Isole Britanniche nel XIX secolo, dove, curiosamente, infetta ancora oggi gli scoiattoli rossi. Questo suggerisce una complessa interazione tra specie e un viaggio che potrebbe non essere stato solo umano. Tuttavia, resta ancora un mistero come questo patogeno abbia raggiunto l’Asia, un’area dove sono stati documentati casi ma per la quale manca un chiaro percorso di diffusione.

La profondità di queste incertezze porta Rascovan a una riflessione cruciale: “Tutto ciò suggerisce che non si tratta semplicemente di una malattia trascurata, ma di un agente patogeno trascurato, la cui storia e diffusione stanno iniziando solo ora a essere comprese”. Questa affermazione sottolinea l’importanza di rivolgere maggiore attenzione a M. lepromatosis, riconoscendolo non solo come un fattore nella storia della lebbra, ma come un patogeno con dinamiche proprie che potrebbero influenzare la salute pubblica globale in modi ancora ignoti. La ricerca futura sarà fondamentale per colmare queste lacune e per comprendere appieno il potenziale impatto di questo antico e misterioso batterio.

Lo studio è stato pubblicato su Science.

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