Le zone ininterrottamente abitabili sono davvero strette e rare?

Le zone abitabili ininterrottamente sono davvero strette e rare nella nostra galassia? Moderni studi computazionali affermano il contrario

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Anche se  i pianeti rocciosi si formano con relativa facilità intorno alle stelle e sono ricchi di H2O affinché la vita possa svilupparsi è  necessaria un’altra condizione, essi devono trovarsi all’interno della cosiddetta  zona abitabile o fascia Goldilocks (dalla celebre favola di Riccioli d’oro). In questa regione di un sistema solare, ben circoscritta, il  pianeta in questione è in grado, potenzialmente, di conservare acqua allo stato liquido, la condizione indispensabile allo sviluppo della vita, almeno per  come la  conosciamo.
La posizione di questo confine è delimitato dal punto in cui un  pianeta roccioso perde l’acqua in seguito alle alte temperature della stella relativamente vicina e quella dove l’acqua ghiaccia a causa dell’estrema lontananza dall’astro. Questa definizione  però preclude dal  punto  di vista astrobiologico diversi altri fattori che possono essere svincolati dalla  collocazione del pianeta nella fascia abitabile.Per esempio  il calore interno di un pianeta potrebbe  mantenere l’acqua allo stato liquido  sotto la superficie anche di un corpo  celeste molto lontano dalla propria stella. Anche il  riscaldamento mareale potrebbe  permettere  l’esistenza di oceani liquidi su satelliti di grandi pianeti.
In ogni caso rimanendo alla nostra fascia Goldilocks l’attenzione si dovrebbe  focalizzare su pianeti rocciosi  con  un raggio  non più grande di 1,5 volte quello terrestre, se molto più grandi essi tendono ad accumulare  un’atmosfera di idrogeno ed elio che li avvicina più ai giganti gassosi che a pianeti simili alla terra.
Non è  affatto semplice calcolare i confini di una zona abitabile, dobbiamo affidarci a complessi modelli climatici per cercare di venirne a capo. Secondo uno degli studi effettuati sulla zona abitabile del nostro Sistema Solare essa varia da 0,77-0,87 U.A. per i confini interni a 1,02-1,18 U.A. per quelli esterni (ma esistono anche stime diverse). Secondo questa stima soltanto la Terra sarebbe perfettamente dentro la fascia Goldilocks del Sistema Solare.
Come se non bastasse,  l’astrofisico Michael Hart ha dimostrato come la fascia abitabile di una stella cambi nel corso del tempo. Le stelle in sequenza principale diventano con il passare del tempo più calde e luminose allontanando la zona abitabile verso l’esterno. Secondo Hart quella che conta veramente è la zona abitabile ininterrottamente che ha identificato come quella regione dello spazio che permette ad un pianeta roccioso le condizioni migliori per almeno un  miliardo di anni, il tempo stimato perché  si sviluppino forme complesse di vita.
Nel caso del sistema solare  la zona abitabile ininterrottamente esiste da ben 4,5 miliardi di anni e la Terra ha avuto l’oggettiva fortuna di trovarvisi in mezzo. Alla fine degli anni Settanta Hart presentò degli studi effettuati su modelli computazionali che tendevano a dimostrare come le zone abitabili ininterrottamente fossero molto ristrette. I risultati di queste proiezioni  tendevano  a sottolineare come l’esistenza di pianeti  simili alla  Terra fosse un fatto molto raro. Di fatto questa conclusione diventava l’ennesima candidatura a rispondere al paradosso di Fermi (dove sono tutti quanti?).
In realtà, grazie a computer molto più potenti di quelli disponibili negli anni Settanta ed a un maggior numero di conoscenze acquisite oggi abbiamo proiezioni molto più incoraggianti sull’ampiezza delle zone abitabili ininterrottamente che risultano molto più grandi di quelle  stimate da Hart.  Detto questo qual’è la probabilità che un sistema planetario abbia un pianeta delle caratteristiche terrestri all’interno della sua zona abitabile ininterrottamente?
Un’analisi della  missione Kepler sulla scoperta degli esopianeti dimostrerebbe che una stella  su cinque simile al Sole avrebbe almeno un pianeta roccioso all’interno della  fascia Goldilocks. Ciò significa miliardi di potenziali pianeti terrestri nella nostra Galassia con le condizioni adatte allo sviluppo della vita.
Naturalmente la  sola collocazione all’interno della fascia abitabile ininterrottamente non significa l’automatico sviluppo della vita e di quella senziente in particolare, occorrono molti altri fattori, ma certamente  il potenziale  elevatissimo numero di pianeti conforta coloro che ritengono inevitabile la  presenza di civiltà extraterrestri evolute nella galassia.