Le meraviglie archeologiche dell’Arabia Saudita: l’anello di congiunzione tra Egitto e Mesopotamia

Un incontro con la civiltà dei Nabatei, di cui è famosa Petra, la città scavata nella roccia ma che in Arabia Saudita aveva la sua capitale, Hegra

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L’oasi di Al-Ula ha migliaia di anni di storia, sono previsti 20 miliardi di investimento per trasformarla in una meta turistica internazionale.

L’Arabia Saudita è un paese del Medio Oriente, per tutti sinonimo di infinite distese di sabbia intervallate da oasi, petrolio e, purtroppo, di regole di vita talmente rigide per le donne che molte volte viene da pensare a vere e proprie situazioni di segregazione e maltrattamento, si tratta di un paese molto chiuso dentro se stesso e le sue tradizioni.

Eppure dal settembre del 2019  qualcosa è cambiato in positivo, e per 49 nazionalità sono previsti permessi speciali per visite turistiche. Non succedeva da 90 anni!

Per favorire questa nuova politica, l’Arabia Saudita ha organizzato 2 mostre di reperti archeologici.

A Parigi la mostra  AlUla, merveille d’Arabie (vedi qui:  https://www.imarabe.org/fr/expositions/alula-merveille-d-arabie) all’Istituto del mondo arabo, che si è chiusa l’8 marzo di quest’anno, e a Roma la mostra itinerante Roads of Arabia, tesori dell’Arabia Saudita, di cui non abbiamo trovato traccia come link alla mostra stessa, se non il riferimento al Museo Nazionale Romano di via Sant’Apollinare 8, 00186 Roma (https://museonazionaleromano.beniculturali.it/).

L’importanza archeologica dell’Arabia Saudita si spiega per la sua collocazione geografica, in quanto si pone come territorio di unione tra Mesopotamia (gli attuali Iran e Iraq, soprattutto nelle zone attorno  ai fiumi Tigri ed Eufrate), ed Egitto, culla della Civiltà degli Antichi Egizi.

Mesopotamia ed Egitto hanno visto sorgere civiltà antiche a noi oggi conosciute, per le molte  immagini che si vedono, e poiché a scuola ne è previsto l’insegnamento: oltre ai menzionati Antichi Egizi lungo il Nilo, in Mesopotamia (che significa letteralmente “terra di mezzo”, tra i due fiumi Tigri ed Eufrate) troviamo in ordine cronologico Sumeri, Babilonesi, Hiittiti e Assiri che in vari modi, nelle varie epoche, entrarono in contatto con gli Egizi.

Quello che manca di conoscere e di diffondere nelle stesse modalità, per avere un quadro storico-antico più completo, è raccontare e mostrare il popolo che ha vissuto e si è sviluppato sulla penisola arabica: si tratta della Civiltà del popolo dei Nabatei.

Di questa Civiltà si conosce la città di Petra, una città antica situata nella parte meridionale della Giordania (spostata verso ovest), che coincide con la parte settentrionale dell’intera penisola arabica, cioè la terra dei Nabatei.

La parte mancante, parlando in termini archeologici, alla conoscenza generale dell’opinione pubblica risiede soprattutto in un sito archeologico dell’Arabia Saudita grande come il Belgio.

 Si tratta della Valle di Al-Ula, un tesoro di natura e archeologia che è anche patrimonio dell’Unesco.  

Da ottobre 2020 sarà aperta al pubblico di tutto il mondo, a partire da 50 nazioni già accreditate. Dall’Italia le prenotazioni son già 5600 (cinquemilaseicento).

Situata ad appena 325 chilometri a nord di Medina (è possibile arrivarci con volo interno da Jeddah o da Riad), Al-Ula per secoli è stata crocevia vitale lungo le rotte del commercio di materie prime che andavano dall’Arabia meridionale in Egitto e oltre. Incorniciata tra montagne di arenaria alte fino 1.500 metri, contrassegnata da colori caldi quali l’arancione e il rosso, culla dei regni Dadan e Lihuyan, è soprattutto custode dell’antica Hegra, la capitale dei Nabatei  arricchita dalla maestosità dei suoi oltre 130 monumenti funebri scavati nella roccia, ancora perfettamente conservati.

Ogni anno, tra dicembre e marzo, accoglie il Festival di musica, arte e cultura Winter at Tantora per il quale si è esibito anche Andrea Bocelli. Qui ha il magnifico Maraya Concert Hall, “l’edificio a specchio più largo del mondo” firmato da Florian Boje e l’italiano Massino Fogliati. “Da ottobre 2020 – racconta Melanie de Souzasarà aperto ufficialmente al turismo internazionale, con biglietto di ingresso”.

Hegra oltre ad essere stata la capitale dei Nabatei, si propone anche come “città vecchia, con 900 case e 400 botteghe”, e rappresenta un “viaggio ne tempo” inserito tra oasi di natura incontaminata, con 100 pozzi scavati nella roccia e una infinità di dipinti rupestri, che dalla più profonda preistoria proiettano il visitatore fino all’epoca romana. Fu infatti l’imperatore Traiano a rendere l’Arabia una provincia romana, arrivando fino all’Arabia Felix, l’attuale Yemen.

Il Jabal Ikmah è una delle più grandi “biblioteche a cielo aperto” del  mondo, con centinaia di iscrizioni incise e in rilievo datate dal VI al II secolo a.C. O l’Elephant Rock, invece, è un  enorme affioramento in arenaria che l’erosione ha modellato a forma di elefante, già destinato a diventare una delle immagini più rappresentative della regione.

Un’altra interessante testimonianza storica è la ferrovia Hijaz, iniziata nel 1900 per collegare Damasco a Medina e raggiungere la Mecca. Un occhio di riguardo è dato anche alle bellezze di flora e fauna: è  la Riserva naturale di Sharaan, nata per la salvaguardia delle specie in pericolo in estinzione, con particolare attenzione al leopardo arabo che di Al-Ula è originario.

Il futuro della valle-regione dell’Al-Ula si prospetta veramente ricco.

La Royal Commission for Al-Ula(non dimentichiamo che l’Arabia Saudita è una monarchia con potere assoluto) prevede un investimento di “20 miliardi di dollari entro il 2035” con un impatto cumulativo sul Pil di 32 miliardi e la creazione di 38mila posti di lavoro. Se oggi le camere disponibili sono ancora solo 300 (si va da resort con tende e ville a camper versione luxury), altre mille saranno disponibili entro la fine del 2022 e diecimila entro il 2035, quando si prevede arriveranno due milioni di visitatori all’anno

Per favorire questi movimenti, anche l’aeroporto della zona si prepara a un’espansione che consentirà di accogliere  400 mila passeggeri l’anno e voli internazionali diretti.

Fonti: