Studi recenti, basati sull’intelligenza artificiale, hanno rivelato che il cambiamento climatico sta rallentando la rotazione della Terra, allungando le nostre giornate. Questi cambiamenti potrebbero avere importanti implicazioni per il futuro dell’umanità.
Cambiamento climatico: giorni più lunghi e asse terrestre in movimento
Una nuova ricerca ha evidenziato che la durata dei giorni terrestri e l’orientamento del nostro pianeta stanno subendo un’alterazione a causa dei cambiamenti climatici causati dall’uomo. Questi fattori influenzano la rotazione della Terra, con conseguenze che, seppur inizialmente impercettibili, potrebbero avere un impatto significativo nel lungo periodo.
La durata media di un giorno sulla Terra è di circa 86.400 secondi. Tuttavia, il tempo esatto impiegato dal nostro pianeta per completare una rotazione può variare leggermente ogni anno, con fluttuazioni di minuscole frazioni di millisecondo. Queste variazioni dipendono da una serie di fattori, tra cui i movimenti delle placche tettoniche, le modifiche nella rotazione del nucleo interno terrestre e l’influenza gravitazionale della Luna.
Il nuovo studio ha suggerito che il cambiamento climatico sta accelerando queste variazioni, causando un rallentamento della rotazione terrestre e uno spostamento dell’asse di rotazione. Gli scienziati stanno iniziando a comprendere l’entità di questa influenza e le sue potenziali conseguenze per il futuro del nostro pianeta.
L’asse della Terra si inclina e i giorni si allungano
Negli ultimi decenni, il tasso di perdita di ghiaccio dalle regioni polari della Terra, in particolare Groenlandia e Antartide, è aumentato rapidamente a causa del riscaldamento globale, portando all’innalzamento del livello del mare.
La maggior parte di questa acqua in più si accumula vicino all’equatore, causando un leggero rigonfiamento del nostro pianeta al centro. Questo fenomeno è dovuto alla ridistribuzione del peso: con più massa concentrata lontano dal centro della Terra, la sua rotazione ne risente, diminuendo leggermente la sua velocità.
Nel nuovo studio, pubblicato sulla rivista PNAS, i ricercatori hanno utilizzato un programma avanzato di intelligenza artificiale che combina dati del mondo reale con le leggi della fisica per prevedere come cambierà la rotazione del pianeta nel tempo.
I risultati ottenuti hanno confermato uno studio simile pubblicato a marzo 2024, che ha indicato che i giorni della Terra si allungheranno in futuro. Tuttavia, il nuovo programma ha offerto stime molto più precise su come questo avverrà nel tempo.
Lo stesso team ha anche pubblicato un altro studio, sulla rivista Nature Geoscience, che ha dimostrato che l’aumento dell’acqua vicino all’equatore sta spostando l’asse di rotazione della Terra. Questo sta facendo oscillare i poli magnetici sempre più lontano dall’asse ogni anno.
Gli scienziati hanno scoperto che questo effetto si verificava probabilmente da almeno tre decenni. Tuttavia, il nuovo studio ha suggerito che l’asse si sposterà ancora più lontano dalla sua posizione attuale rispetto a quanto previsto da studi precedenti.
Benedikt Soja, un geodeta dell’ETH di Zurigo in Svizzera e coautore di entrambi i nuovi studi ha dichiarato: “Gli esseri umani hanno un impatto maggiore sulla Terra più di quanto credevamo. E questo naturalmente ci pone una grande responsabilità per il futuro del nostro pianeta”.
I giorni della Terra hanno sempre avuto una durata variabile. Circa 1 miliardo di anni fa, il nostro pianeta ha impiegato probabilmente solo 19 ore per completare una singola rotazione prima di rallentare fino alle 24 ore che sperimentiamo oggi.
La velocità di rotazione terrestre non è costante nel tempo, ma subisce fluttuazioni anche su scale temporali brevi. Un esempio eclatante si è verificato nel 2020, quando la Terra ha ruotato alla sua velocità massima mai registrata da quando sono iniziate le misurazioni nel 1960. L’anno successivo, nel 2021, la rotazione ha ripreso a rallentare, culminando con il giorno più corto mai registrato a giugno 2022.
In generale, la rotazione della Terra rallenta da millenni, principalmente a causa di un processo noto come attrito di marea lunare, in cui l’effetto gravitazionale della luna sui nostri oceani allontana l’acqua dai poli. Al momento, questo effetto sta allungando i nostri giorni di circa 2,3 millisecondi ogni secolo.
Terra: il cambiamento climatico potrebbe richiedere “secondi negativi”
I nuovi studi hanno dimostrato che attualmente il cambiamento climatico sta allungando le nostre giornate di circa 1,3 millisecondi ogni secolo. Tuttavia, sulla base degli attuali modelli di temperatura globale, i ricercatori hanno previsto che questo potrebbe aumentare a 2,6 millisecondi al secolo entro la fine del 21° secolo.
Uno degli effetti più probabili di giornate più lunghe sarebbe la necessità di introdurre secondi intercalari negativi, ovvero perderemmo occasionalmente un secondo da alcuni giorni futuri per adattarci all’allungamento delle giornate, in modo simile a come funzionano gli anni bisestili.
Lo studio di marzo ha suggerito che questo potrebbe accadere già nel 2029, principalmente per tenere conto di quanto le giornate si siano già allungate nel corso degli ultimi millenni.
In passato, gli scienziati hanno ipotizzato che questa introduzione potrebbe interferire con la misurazione del tempo di computer e smartphone. Tuttavia, non tutti sono convinti che questo sarà un problema importante. I ricercatori hanno anche osservato che i cambiamenti futuri potrebbero avere un impatto sui viaggi spaziali.
Soja ha spiegato: “Anche se la rotazione della Terra cambia solo lentamente, questo effetto deve essere preso in considerazione quando si naviga nello spazio, ad esempio quando si invia una sonda spaziale ad atterrare su un altro pianeta. È quindi importante monitorare attentamente questi cambiamenti”.
Il team ha anche avvertito che i cambiamenti all’asse di rotazione terrestre potrebbero alterare la rotazione del nucleo interno della Terra, il che potrebbe aumentare ulteriormente la velocità con cui si allungano i giorni. Tuttavia, questa potenziale interazione è ancora in gran parte sconosciuta.