L’astronave costruita con il crowfunding, LightSail 2, invia immagini straordinarie della sua vela solare dispiegata

Inizia l'era della navigazione spaziale a vela?

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La navicella spaziale LightSail 2, realizzata grazie al denaro raccolto con il crowfunding dalla The Planetary Society, un ente no profit dedicato all’esplorazione spaziale, ha dispiegato con successo la sua vela solare in Mylar, un grande foglio di materiale riflettente che sfrutterà la spinta dei fotoni che rimbalzeranno sulla sua superficie per navigare “a vela” nello spazio. Dell’avvenuto dispiegamento della vela, anzi delle vele, sono quattro vele triangolari per un’apertura totale di 30 metri, finora lo sapevamo solo dalle informazioni di telemetria trasmesse dagli strumenti di bordo ma, ora, ne abbiamo la prova fotografica grazie alle nuove immagini inviate da LightSail 2.

Queste immagini e la GIF animata creata da una sequenza di quelle catturate dalle telecamere fisheye di bordo del veicolo spaziale, mostrano la vela in Mylar delle dimensioni di un ring di pugilato che si dispiega (la GIF è accelerata di circa 100 volte rispetto al tempo impiegato dalla vela per spiegare completamente le vele.

Ora, la missione continuerà mentre LightSail 2 tenterà di dimostrare che un CubeSats può muoversi nello spazio e manovrare con successo usando le vele solari, che avranno grandi vantaggi in termini di costi operativi e accessibilità della ricerca spaziale.

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La piccola sonda è stata lanciata come carico secondario di un Falcon Heavy della SpaceX a giugno ed è stata costruita da un team di studenti della Georgia Tech. Ha superato numerosi test di pre-spiegamento fino a questo momento, e già i dati restituiti mostrano che si sta muovendo spinto dalla forza del sole che colpisce la vela: Si tratta di una spinta equivalente al “peso di una graffetta“, secondo The Planetary Society.

Ma i fotoni inviati dal Sole nello spazio sono moltissimi e quella piccola quantità di forza si accumulerà nel tempo e, alla fine, se tutto andrà secondo i piani, permetterà a LightSail 2 di acquisire abbastanza velocità da alzarsi dalla sua orbita attuale e dimostrerà la fattibilità di questo metodo di propulsione, almeno a livello satellitare.

Fonte: The Planetary Society