Suo malgrado, il piccolo asteroide che potrebbe impattare con la Terra il 2 Novembre, è stato preceduto da una fama non proprio edificante, tranne che per i sostenitori dell’estinzione umana, e cioè quella di avere l’ingrato compito di distruggere il globo terracqueo. Ad alimentare questa triste missione, è stata la presunta data della collisione: il 2 Novembre, giorno in cui si svolgeranno le elezioni presidenziali USA.
Il malcapitato asteroide, ribattezzato 2018VP1, ha una possibilità dello 0.41% di scontrarsi con la Terra ma anche se si verificasse uno scontro, non ci sarebbero conseguenze drammatiche.
L’asteroide infatti ha un diametro di soli 2 metri, il che lo rende leggermente più piccolo di un’auto Smart compatta. Se colpisse la nostra atmosfera, si disintegrerebbe completamente sopra di noi e non rappresenterebbe alcuna minaccia per nessuno. Per spiegare meglio, alcuni satelliti molto più grandi e diversi detriti spaziali entrano di tanto in tanto nella nostra atmosfera, bruciando sopra di noi senza influenzare le nostre vite sulla Terra.
La NASA è da molto tempo impegnata nel monitorare gli asteroidi che potrebbero rappresentare potenziali minacce al nostro pianeta. Il Center for Near-Earth Object Studies (CNEOS) della NASA, situato presso il Jet Propulsion Laboratory a Pasadena, ha l’obiettivo di catalogare oltre il 90 percento di tutti gli asteroidi vicino alla Terra e che sono più grandi di un chilometro di diametro, oltre a trovare una frazione significativa di asteroidi che sono più grandi di 140 metri di larghezza.
Il Centro utilizza una vasta gamma di telescopi terrestri per tracciare questi oggetti e conserva tutti i dati rilevati, come dimensioni, traiettoria e periodicità in un grande data base che consente di prevederne in largo anticipo il comportamento.