La Via lattea innesca la formazione di nuove stelle nelle galassie satellite

La Via lattea può accendere o spegnere definitivamente le piccole galassie nane satellite comprimendo i loro gas o strappandoli via definitivamente

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La nostra galassia, la Via lattea, detta anche “Galassia” dal greco Galaxias che significa “Latteo” è una galassia a spirale barrata, osservata dalla Terra appare come una striscia di stelle che attraversa il cielo. La regione dove si concentrano le stelle è chiamata disco, ha un diametro di circa 100 mila anni luce e le sue braccia sono spesse un migliaio di anni luce, le ultime stime ci dicono che potrebbe contenere da 200 a 400 miliardi di stelle. Oltre agli astri anche la nostra galassia è composta prevalentemente da materia oscura. La Via lattea possiede diverse galassie satellite, due di esse sono la piccola e la grande nube di Magellano.
Gli astronomi, grazie al telescopio spaziale Gaia hanno scoperto che la Via lattea interagisce con le galassie satellite nane innescando la formazione stellare o inibendola strappando il loro gas e lasciandole prive di quegli elementi capaci di generare nuove stelle.
Sono circa 60 le galassie nane attualmente conosciute a orbitare intorno alla nostra galassia. Una dozzina di esse sono galassie nane sferiche molto deboli che emettono dallo 0,0005 allo 0,1 percento della luce emessa della Via lattea. Le loro poche stelle sono distribuite molto distanti l’una dall’altra, dando alle galassie un aspetto spettrale tanto che inizialmente si ebbe il sospetto che la prima di esse che venne trovata fosse in realtà solo un’impronta digitale su una lastra fotografica.
In passato queste piccole e deboli galassie spettrali brillavano grazie alle numerose giovani stelle. Una nuova ricerca ha appurato che quasi tutte le galassie nane nei pressi della Via Lattea si sono accese quando sono entrate in contatto con essa. In seguito  la formazione delle stelle è cessata, perché la nostra galassia ha strappato loro la materia necessaria alla formazione stellare.
L’astronomo Masashi Chiba della Tohoku University di Sendai, in Giappone, e il suo ex studente Takahiro Miyoshi hanno studiato sette delle galassie nane sferiche in orbita attorno alla Via lattea. I ricercatori hanno utilizzato il telescopio spaziale Gaia dell’Agenzia spaziale europea, che ha misurato i movimenti delle galassie, per calcolare le loro orbite attorno al centro della nostra galassia. Le orbite di forma ellittica, porta le galassie ad avvicinarsi al centro per poi allontanarsene nuovamente. Gli astronomi hanno poi paragonato quei percorsi ai tempi in cui le stelle si formavano all’interno delle galassie nane.
“Abbiamo scoperto che c’è una coincidenza temporale tra il momento della prima caduta della galassia satellite [verso la Via Lattea] e il picco nella storia della formazione stellare”, spiega Chiba.
Nel lavoro pubblicato online su arXiv.org il 23 ottobre, gli astronomi attribuiscono alla Via lattea l’esplosione della formazione stellare nelle piccole galassie. L’incontro con la nostra galassia comprime il gas delle galassie nane, provocandone il collasso che avvia la formazione di un numero considerevole di stelle.
Un esempio lo offre la galassia nana Draco entrata per la prima volta nel dominio della Via Lattea 11 miliardi di anni fa, in quell’epoca si è avviata la formazione di numerose stelle, ma in seguito la genesi si è interrotta. Più recentemente, la galassia nana Leone I si è avvicinata alla nostra galassia appena 2 miliardi di anni fa, un periodo che ha coinciso con la nascita di nuove stelle. Oggi Leone I non crea nuove stelle e, come Draco, non ha il gas per farlo.
I ricercatori hanno scoperto che le galassie nane che si mantenevano a distanza dalla Via lattea riuscivano a trattenere il loro gas per un tempo maggiore. Le galassie più vicine al centro della Via Lattea, come Draco e Leone I, hanno cessato la formazione stellare subito dopo aver attraversato il confine della Via Lattea. Tuttavia, le galassie che sono entrate nel dominio della nostra galassia ma sono rimaste più lontane, come Fornax e Carina, se la sono cavata meglio.
“Le due galassie hanno mantenuto il loro gas interstellare al loro interno, in modo che la formazione stellare continuasse”, afferma Chiba. Entrambe le galassie sono riuscite a innescare nuove stelle per molti miliardi di anni dopo essere entrate nel dominio della Via Lattea. Oggi, tuttavia, nessuna delle due galassie ha più il gas necessario a farlo.
“Penso che tutto abbia un senso”, conclude Vasily Belokurov, un astronomo dell’Università di Cambridge, che osserva quanto sia stato essenziale  il telescopio spaziale Gaia per la scoperta. “È una bellissima dimostrazione di ciò che non siamo mai stati in grado di fare prima di Gaia, e all’improvviso possiamo fare queste cose magiche.”
Fonte: https://www.sciencenews.org/article/milky-way-little-dwarf-galaxies-gas-stars

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