La fisica Janna Levin vuole cercare di cambiare la cattiva reputazione che hanno i buchi neri e per farlo ha anche scritto un libro, dal titolo “The Black Hole Survival Guide“.
Infatti, secondo la ricercatrice, siamo stati condizionati negativamente da un secolo di spettacoli di fantascienza che ci hanno portato a pensare ai buchi neri come vortici nello spazio, vortici violenti che si estendono attraverso il vuoto per risucchiare le astronavi di passaggio. Ma Levin sostiene che la realtà è molto diversa e che si potrebbe cadere in un buco nero senza nemmeno rendersene conto.
Se fossimo in un buco nero non ce ne accorgeremmo
“Le persone pensano ai buchi neri come a oggetti densi, e rimangono intrappolati nell’immagine di un ‘monster truck’, che distrugge ogni cosa“, dice Levin nell’episodio 442 del podcast “Geek’s Guide to the Galaxy“. Inoltre la scienziata pensa che la visione fantascientifica che è diffusa sui buchi neri sminuisca alcuni degli aspetti più inquietanti, austeri e splendidi di questo strano fenomeno nell’universo.
La studiosa afferma che se fossimo in uno spazio vuoto in completa oscurità, in prossimità di un buco nero, nemmeno sapremmo di essere lì. Inoltre se lo attraversassimo, a suo dire, non sarebbe nemmeno drammatico: “Potresti fluttuare dall’altra parte, e non realizzare davvero nulla, perché non c’è niente lì“.
Trarre energia da un buco nero
Nonostante la loro spaventosa reputazione, i buchi neri possono essere manipolati in sicurezza, con la gravità e il magnetismo, e potrebbe anche essere possibile trarne energia, anche se farlo non sarà per ora possibile. “Una volta ho provato a immaginare cosa ci vorrebbe per creare una batteria alimentata a buchi neri, in grado di approvvigionare una città come New York City“, ha detto Levin che ha inoltre aggiunto: “Penso di aver concluso che dovremmo utilizzare tutte le risorse del sistema solare. Forse dovremmo farlo uscire dalla luna o da un gigantesco magnete delle dimensioni della Terra. Sarebbe molto, molto difficile ricavarne potenza“.
Si potrebbe vivere al di là del buco nero
Un altro possibile utilizzo dei buchi neri sarebbe vedere oltre la durata della nostra vita. Se una persona entrasse in un buco nero supermassiccio potrebbe sopravvivere fino a un anno e sarebbe comunque in grado di ricevere messaggi dall’esterno. A causa della dilatazione del tempo, quei messaggi potrebbero rivelare l’intera portata della storia futura.
L’astronoma spiega che il concetto ha 5 livelli di difficoltà: “Se sapessi di avere un anno da vivere, ma volessi vedere nascere i tuoi nipoti, potresti intraprendere questo viaggio epico, in modo che i tuoi figli abbiano il tempo di crescere, avere i loro figli e tu possa vedere i tuoi nipoti nascere“.
Buchi neri e campi magnetici
L’astrofisica spiega che se si mette un buco nero rotante in un campo magnetico, creerà un tremendo caos. Infatti i getti sono fondamentalmente come pistole a raggi giganti, dove particelle ad alta energia, raggi X, raggi gamma, vengono lanciate lungo questi campi magnetici, creando getti sottili che poi fuoriescono dalla galassia e possono colpire altre galassie.
“L’ho effettivamente osservato distruggere, presumibilmente, tutti gli esopianeti che sarebbero stati in quella parte di quella galassia, e qualsiasi vita senziente, che stesse cercando di emergere lì“, ha detto Levin che poi ha aggiunto: “Nessuno vorrebbe essere sulla linea di tiro di un getto di energia, perché con esso verrebbero tutte le conseguenze biologiche dell’essere colpiti da molte radiazioni“.
La rilevazione dei buchi neri
“Potrebbero essere un vero pericolo per la navigazione spaziale. Come si potrebbe sapere di stare entrando dritti in un buco nero? Potresti accorgertene perché non stai seguendo il percorso che avevi previsto, perché i tuoi motori non tengono più la rotta e scopri di essere alla deriva“. Ha affermato la ricercatrice.
Secondo Levin se a qualcuno capitasse di andare dritto verso un buco nero, completamente buio, non illuminato da alcuna luce di fondo, non lo saprebbe mai, ma ha anche affermato che: “Se qualcuno ci galleggiasse abbastanza vicino, potrebbe plausibilmente sentirlo, anche nel vuoto, perché il suo timpano oscillerebbe in risposta alle onde gravitazionali“.
Fonte: https://www.wired.com/2020/11/geeks-guide-black-holes/