Secondo quanto riporta il sito dell’Associated Press, il capo dell’agenzia spaziale russa Dmitry Rogozin avrebbe dichiarato, sabato scorso, che la sua agenzia non sarebbe disposta ad accettare un ruolo di secondo piano nel progetto della NASA di costruire un avamposto in orbita lunare. Rogozin, più volte citato nei giorni scorsi dalle agenzie stampa, ha specificato che, però, al momento ROSCOSMOS è ancora presente nel progetto Lunar Gateway come lo era per il Deep Space Gateway.
ROSCOSMOS sta da tempo lavorando allo sviluppo di uno o più razzi lanciatori pesanti per poter costruire una propria piattaforma orbitale in prossimità della Luna. Si parla di una collaborazione con alcuni paesi appartenenti ai cosiddetti BRICS, in particolare Cina, India, Brasile e Sud Africa. Quello che pare strano è che la Cina possa essere coinvolta in un progetto condiviso.
Durante quest’anno, la Cina ha già effettuato una trentina di lanci ed è prevedibile che per fine anno avrà raggiunto almeno quota quaranta, compreso il lancio della sonda lunare Chang’e-4 che esplorerà il polo sud lunare sul lato nascosto del nostro satellite.
La Cina sta mostrando un attivismo eccezionale nel settore spaziale e non è nemeno ben chiara la finalità di tutti i lanci che effettua. A parte le pubblicizzate missioni lunari ed il lancio di alcuni satelliti per telecomunicazioni, l’attivismo cinese ha notevolmente innervosito l’amministrazione USA che, non a caso, ha reso noto il progetto di una Space Force, una nuova branca delle forze armate statunitensi che sarà impegnata nella protezione degli interessi americani nello spazio e nella difesa planetaria da evntuali NEO che dovessero avvicinarsi troppo. il probabile lancio nei prossimi anni di astronauti cinese verso la Luna, è, a sua volta, la probabile causa del cambio delle precedenze imposte alla NASA che dalla pianificazione di un viaggio con equipaggio umano su Marte nel medio – lungo termine è tornata all’idea di installare un avamposto lunare.
Tornando al ciarliero capo di ROSCOSMOS, fu proprio Rogozin, lo scorso mese, a ventilare l’ipotesi che la ISS avesse subito un sabotaggio in occasione del recente incidente, senza specificare, però, chi potesse averlo messo in opera e se nello spazio o a Terra.