Tendiamo a pensare alla Luna come l’archetipo del mondo “morto“. Non c’è vita e la sua attività vulcanica si estinse miliardi di anni fa. La lava lunare più giovane è abbastanza vecchia da essere stata sfregiata da numerosi crateri da impatto provocati in miliardi di anni da detriti cosmici che si sono schiantati contro la Luna.
Nonostante questo, sappiamo già da cinquant’anni che la Luna non è davvero geologicamente morta, le missioni Apollo 12, 14, 15 e 16 lasciarono sulla superficie lunare dei sismometri che ci hanno trasmesso informazioni sui “lunamoti” fino al 1977, dimostrando che la Luna ogni tanto è scossa da sismi.
Ora, un nuovo studio, pubblicato su Nature Geoscience, suggerisce che la Luna potrebbe avere delle faglie attive ancora oggi.
Nel 1972, gli astronauti dell’Apollo 17 Gene Cernan e Jack Schmitt individuarono e ispezionarono un “gradino” del terreno, alto alcune decine di metri, che chiamarono “la scarpella Lee-Lincoln“. Già all’epoca qualcuno pensò che potesse trattarsi di una faglia geologica anche se, al momento, rimase solo un’ipotesi.
Le fotografie scattate dalle missioni Apollo durante le orbite sopra l’equatore lunare mostrarono alcuni altri esempi simili ma è stato solo nel 2010 che, grazie alla sonda Lunar Reconniassance Orbiter, dotata di una telecamera in grado di registrare dettagli inferiori a un metro, sono state scoperte altre scarpate simili sparpagliate per tutta la Luna.
Le osservazioni hanno permesso di capire che si tratta certamente di faglie di spinta, causate dal raffreddamento della Luna, che alla sua nascita era dotata di un nucleo incandescente che ne provocava l’espansione della crosta. Con il passare del tempo, il raffreddamento del nucleo ha invece provocato la cosiddetta “contrazione termica“, un processo attraverso il quale il volume della Luna si riduce comprimendo la superficie. Questo dato ha fatto capire agli scienziati che la Luna va leggermente riducendosi con il passare del tempo.
Tuttavia, la presenza di antiche faglie geologiche non significa necessariamente che vi sia un’attività tettonica attualmente attiva, responsabile di terremoti e tremori. Per quanto ne sappiamo, la stessa cosa sta accadendo su Mercurio su una scala molto più grande, infatti il suo raggio planetario si è ridotto di 7 km negli ultimi 3 milioni di anni. Lì, le scarpate più grandi sono quasi cento volte più grandi di quelle sulla Luna.
Faglie attive
L’analisi delle immagini inviate dal LRO dimostra che le faglie lunari sono relativamente giovani, non più vecchie di milioni di anni. Ma sono attive e ancora in movimento oggi? Nel nuovo studio, Tom Watters e colleghi della Smithsonian Institution negli Stati Uniti hanno utilizzato un nuovo modo per individuare con precisione le posizioni degli epicentri dei terremoti lunari grazie ad un confronto tra le fotografie ed i dati rilevati dai sismometri lasciati dalle missioni Apollo.
Il team ha scoperto che dei 28 terremoti superficiali rilevati, otto avevano un epicentro entro 30 km da alcune delle faglie individuate, suggerendo che queste spaccature del terreno siano effettivamente attive. Sei di questi terremoti sono accaduti mentre la Luna era quasi alla massima distanza dalla Terra, quindi maggiormente sottoposta alle forze di marea gravitazionali. Questo ha fatto pensare che il tiro alla fune gravitazionale che avviene tra la Terra e la Luna genera, quando la Luna si trova in quel punto, delle forze di tensione sulla superficie lunare che possono innescare i terremoti.
In alcune foto si osservano anche cambiamenti del paesaggio, certificati da massi spostati da un punto all’altro. Il sospetto dei ricercatori è che questi massi si siano mossi per effetto dei terremoti che hanno fatto tremare il terreno, perché, per la maggior parte, questi massi che si sono spostati erano nei pressi delle faglie e sono rotolati o rimbalzati lungo un pendio.
Ci sono anche tracce di depositi di detriti provocati da frane. Insomma, la Luna sarebbe scossa da terremoti e tremori.
Questo significa che la Luna non è sicura per l’esplorazione umana? Gli Stati Uniti hanno recentemente annunciato di voler tornare sulla Luna entro i prossimi cinque anni, con l’obiettivo di creare una base lunare permanente. Ci sarà quindi pericolo per gli astronauti?
A quanto pare, i terremoti lunari sono più rari e più deboli che sulla Terra ma, ovviamente, i posti vicini alle faglie sarà meglio evitarli per la realizzazione di una base permanente.
David Rothery , professore di Geoscienze planetarie, The Open University.
Questo articolo è ripubblicato da The Conversation sotto una licenza Creative Commons. Leggi l’articolo originale.