Ebbene sì, siamo in piena IV rivoluzione industriale, ovvero quella trasformazione radicale dei processi produttivi nota ai più come “Industria 4.0”.
Automazione e interconnessione tra macchine, processi e metodi conducono ad un sistema produttivo complessivo più intelligente, efficiente e personalizzato e l’identificazione automatica rappresenta uno dei pilastri fondamentali su cui si regge il paradigma di Industria 4.0. È, ormai, una realtà il poter tracciare e monitorare oggetti, persone e materiali, ottimizzando ogni fase del processo produttivo e distributivo, dalla lavorazione alla logistica e al retail.
Un esempio eccellente dell’applicazione di queste tecnologie è Infinity-ID Agenzia di sviluppo software, brillante start-up bresciana divenuta rapidamente un riferimento nel rimuovere il ganglio critico di raccolta e gestione manuale dei dati, spesso fonte di errori, inefficienze e rallentamenti.
I pilastri di industria 4.0: internet delle cose, intelligenza artificiale e realtà virtuale
Nel contesto produttivo, sensori e dispositivi IoT raccolgono e condividono dati in tempo reale, migliorando il monitoraggio e il controllo dei processi di lavorazione e di distribuzione.
Partendo dai tradizionali codici a barre, ormai sostituiti dai più avanzati QR code, si arriva agli RFID (Radio-Frequency Identification), tag identificativi rilevati da un lettore attraverso onde radio. A questi si aggiungono le tecnologie NFC (Near Field Communication), utilizzate per lo scambio di dati a corto raggio tra dispositivi, come nei pagamenti contactless o nell’automazione industriale.
La raccolta massiva di dati di ogni singola fase, consente di utilizzare strumenti di analisi avanzata per interpretare grandi quantità di informazioni, identificare pattern, prevedere guasti e ottimizzare ogni operazione. Questo è il campo dei Big Data e Analytics.
Attraverso l’Intelligenza Artificiale (AI) e il machine learning i sistemi auto-apprendono dai dati e migliorano le proprie prestazioni, ottimizzando la manutenzione predittiva, migliorano la qualità dei prodotti e quasi automatizzando i processi decisionali. Da lì alla robotica avanzata, il passo è brevissimo e, grazie a sensori e AI, è possibile svolgere compiti di altissima precisione – assemblaggio, manipolazione dei materiali, controllo qualità … – in qualunque contesto.
Realtà aumentata (AR) e realtà virtuale (VR) aprono nuovi modi di interagire con i dati e i processi produttivi. Agendo su formazione dei lavoratori, manutenzione assistita e progettazione, ogni singola operazione viene migliorata e velocizzata. E I sistemi cyber-fisici (CPS) integrano processi fisici e computazionali, monitorando e controllando i cicli produttivi attraverso feedback loop, così da ottimizzare la reattività delle operazioni industriali.
Stampa 3D, al secolo “manifattura additiva”
Tutto ciò richiede un’infrastruttura robusta per memorizzare ed elaborare dati su larga scala. Ecco, allora, il cloud computing, che permette di accedere a risorse di calcolo flessibili e scalabili, riducendo notevolmente i costi di ricerca e sviluppo. Proprio in termini di innovazione, la manifattura additiva, meglio nota come stampa 3D, consente la produzione di oggetti complessi direttamente da modelli digitali, abbattendo tempi e costi di prototipazione e produzione.
Stiamo parlando di quel miracolo conosciuto come “Industria 4.0” e di cui molti alfieri sono made in Italy. Sarà l’atavico genio italico ma sono tante le start-up nostrane che, in nome di questa rivoluzione epocale, migliorano l’efficienza operativa, riducono i tempi di inattività e ottimizzano l’uso delle risorse della nostra industria manifatturiera.