Nel 1993 Richard Gott, famoso e controverso astrofisico, pubblicò un articolo dal titolo “Implications of the Copernican principle for our future prospects” nel quale si gettò temerariamente nel tentativo di calcolare la probabile durata della razza umana prima della sua inevitabile estinzione.
La genesi dell’articolo inizia nel lontano 1969 quando Gott è a Berlino a visitare il famigerato Muro, simbolo per eccellenza della Cortina di Ferro. L’allora ventitreenne neo laureato ad Harvard, aveva da poco visitato il sito di Stonehenge e si chiese se questo simbolo della Guerra Fredda, costruito pochi anni prima, nel 1961, sarebbe durato quanto il sito neolitico che si trova vicino ad Amesbury nello Wiltshire.
Gott applicò un ragionamento da scienziato per cercare di prevedere la durata della vita del Muro: non aveva visitato la barriera nell’anno della sua costruzione (1961) né nell’anno della sua demolizione, era quindi ragionevole supporre che la sua vacanza nel 1969 si collocasse entro i due quarti intermedi della vita del Muro. Questa evenienza era corroborata dal 50% di probabilità.
Se la visita stava avvenendo all’interno del primo quarto il Muro aveva di fronte a sé ancora 3/4 di vita, ovvero sarebbe rimasto in piedi tre volte di più del tempo intercorso dalla sua costruzione. Nel caso contrario al Muro rimaneva invece 1/3 degli anni già trascorsi. All’epoca il Muro aveva una vita di 8 anni e Gott concluse che c’era il 50% di probabilità che il simbolo della Guerra Fredda avesse ancora una vita oscillante dai 2,7 ai 24 anni.
Come sappiamo il Muro fu abbattuto venti anni e qualche mese dopo la visita di Gott, perfettamente dentro il suo range di previsione. Secondo Gott questa analisi può essere applicata nella previsione di qualunque evento purché l’osservatore si collochi all’interno di esso in modo del tutto casuale.
In fisica però si parla di previsione attendibile quando la probabilità che essa si verifichi è del 95% e non del 50%. Per Gott l’argomentazione rimane la stessa, anche se cambiano i numeri, quello che è cruciale è che l’osservazione di un evento non deve avere niente di speciale. L’argomentazione delta T, come è chiamata questa particolare analisi, può essere applicata anche alla longevità della specie umana.
Ed è quello che fece, scrivendo l’articolo citato quattro anni dopo che, in una giornata autunnale del 1989, l’amico Chuck Allen che lo aveva accompagnato nel viaggio a Berlino gli telefonò intimandogli di accendere il televisore.
Applicando la sua teoria, la fine dell’umanità dovrebbe avvenire in un range compreso tra 5128 e 7.800.000 anni dalla pubblicazione dell’articolo. Le conclusioni e soprattutto l’analisi adottata da Gott negli anni successivi fecero discutere piuttosto animatamente la comunità scientifica. Altri calcoli dimostravano che le cose non stavano esattamente così.
Supponiamo che Gott avesse visitato il Muro nel 1967, sei anni dopo la sua edificazione, allora in base al suo ragionamento, con una probabilità del 50%, la vita dell’odioso manufatto avrebbe avuto un range tra 2 e 18 anni. Se Gott invece, fosse andato a Berlino nel 1985 ovvero 24 anni dopo la sua costruzione, la vita residua del Muro sarebbe dovuta cadere tra gli 8 e i 72 anni.
La prima previsione è sbagliata per difetto, il muro è caduto dopo, la seconda per eccesso, il muro è caduto prima.
In realtà la teoria predittiva di Gott non fa altro che predire vita corta ai giovani, vita media agli adulti e vita lunga ai vecchi e, come è facilmente riscontrabile nella realtà, i casi estremi sono sbagliati, sono i giovani che tendono ad invecchiare mentre gli anziani a morire.
In altri termini, i punti di osservazione estremi sono “privilegiati” e non del tutto casuali come vuole l’analisi predittiva di Gott.
Inoltre più richiediamo un tasso di probabilità alto e più l’ìntervallo di stima della morte si allunga, tendendo a zero in una direzione ed all’infinito nell’altro. Questa distorsione ci dice soltanto che prima o poi si morirà (o che un evento accadrà) la qual cosa non necessita di complicate equazioni per essere asserita.
In conclusione è certo che la razza umana, prima o poi, andrà incontro alla sua estinzione ma né il modello matematico di Gott nè altre analisi predittive sono in grado, con la necessaria alta probabilità, di sapere quando (e tanto meno come).
Fonte: Le Scienze, edizione cartacea, luglio 2020
Il Muro di Berlino e la fine della razza umana
Cosa c'entra il Muro di Berlino con la fine della razza umana? La teoria predittiva di Gott ce lo spiega... O forse no.
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