venerdì, Novembre 22, 2024

Il mostro di Flatwoods

I fatti furono investigati da William e Donna Smith, associati al Civilian Saucer Investigation

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12 settembre del 1952, nei pressi di Flatwoods, cittadina della Braxton Country nella Virginia Occidentale, Stati Uniti. Alle 19:15 due fratelli, Edward e Fred May, e il loro amico Tommy Hyer di 13, 12 e 10 anni osservarono un oggetto luminoso attraversare il cielo e precipitare su una collina nel terreno appartenente al contadino G. Bailey Fisher.

I ragazzi tornarono dalla madre dei May, Kathleen, raccontandogli dello schianto appena osservato sulla collina. La signora May, accompagnata da Neil Nunleu, Ronnie Shaver, i figli, Tommy e una Guardia Nazionale del West Virginia, Eugene “Gene” Lemon di 17 anni, andarono alla fattoria Fisher per capire cosa fosse l’oggetto avvistato.

Lemon, la giovane Guardia nazionale portò con sé il cane che si scagliò abbaiando verso il sito del presunto schianto ma tornò subito nel gruppo terrorizzato. Dopo aver percorso poche centinaia di metri giunsero sulla cima della collina e videro una sfera infuocata.

Era presente anche una fitta nebbia pungente che irritò i loro occhi e i nasi. Lemon notò oltre alla sfera luminosa altre due luci più piccole a sinistra dell’oggetto. Katheleen allora puntò una torcia che rivelò la presenza di un essere alto altre due metri che emetteva un suono simile a un sibilo.

L’essere venne descritto con un corpo nero e un viso rosso scuro, la testa allungata a forma di diamante da un lato , con occhi non umani. Dietro la testa una sorta di carenatura. Indossava una corazza a pieghe scure, descritto poi come una sorta di ombra. Veloce e apparentemente privo di armi aveva braccia lunghe e filamentose e lunghe dita con artigli. Una grande palla rossa di luce aleggiava sopra di essa.

La sera stessa Kathleen May contattò lo sceriffo Robert Carr e il co-proprietario del giornale locale, A. Lee Stewert, il quale condusse una serie di interviste e visitò il luogo dell’avvistamento con Lemon quella notte stessa; riferendo la stessa presenza di un “odore metallico, nauseante e di bruciato”.

Lo sceriffo Carr e il suo vice Burnell ispezionarono separatamente la zona, ma riferirono di non aver trovato nulla se non di aver sentito quello stesso odore sgradevole e pungente. La mattina dopo Stewert tornò sul luogo dell’avvistamento e scoprì due lunghe tracce nel fango e tracce di un liquido nero e denso, segnalandoli come possibili segni dovuti alla presenza rilevata la notte precedente, visto che nella zona non passava nessuno da almeno un anno.

Si scoprì che le tracce erano di un camioncino Chevrolet del 1942 di proprietà di Max Lockard, abitante locale, andato al sito per cercare la creatura alcune ore prima che Stewert arrivasse.

I fatti furono investigati da William e Donna Smith, associati al Civilian Saucer Investigation, LA, che riferirono incontri simili da altri testimoni, inclusa la storia di una madre e della sua figlia ventunenne, le quali affermavano di aver incontrato una creatura con lo stesso aspetto e lo stesso odore una settimana prima dell’incidente del 12 settembre.

La madre riferì che la figlia dallo spavento fu costretta a un ricovero ospedaliero al Clarksburg Hospital per tre settimane. Anche la madre di Lemon rilasciò delle dichiarazioni, raccontando di aver sentito la sua casa tremare poco tempo dopo l’avvistamento e di aver avuto la radio fuori uso per 45 minuti.

Anche il locale direttore del Board of Education affermò l’avvistamento di un oggetto volante non identificato alle 6:30 del 13 settembre, la mattina successiva all’avvistamento del mostro.

Dopo l’incontro, alcuni membri del gruppo affermarono di aver sofferto di alcuni disturbi che perdurarono per qualche tempo, disturbi che attibuirono all’esposizione alla strana nebbia, irritazione al naso, alla gola. Lemmon vomitò e ebbe le convulsioni per tutta la notte successiva. Un medico notò che i sintomi erano simili a quelli dovuti all’esposizione a un lacrimogeno, sintomi comuni anche in chi soffre di isteria dovuta a eventi traumatici.

Gli elementi della storia sono pochi e non verificabili, la luce vista precipitare potrebbe essere stata una meteora, e le luci accanto all’essere invece dovute al passaggio di un aereo di linea.

Lo stesso essere potrebbe essere stato scambiato per un mostro a causa dell’oscurità e dell’eccitazione, mostro che nel disegno eseguito ricorda in buona sostanza un gufo, ricordiamoci che quasi tutti i presenti erano ragazzini e probabilmente l’ansia e la paura potrebbe aver scatenato l’isteria collettiva e l’odore pungente potrebbe essere stato causato da qualcosa che magari bruciava nelle vicinanze, ricordiamoci che l’evento è accaduto in aperta campagna, sul terreno di un contadino. Convulsioni e vomito sono sintomi constatabili in un elevato stato d’ansia.

Lo studio venne pubblicato nel 2000 sulla rivista dell’associazione, Skeptical Inquirer, firmato da Joe Nickell, coordinatore della ricerca.

E per non farci mancare nulla, ogni anno si celebra a Flatwoods un festival per il “Mostro Verde”, della durata di tre giorni con musica live, il museo del mostro e gite al luogo dell’avvistamento. L’ultimo anno in cui fu celebrato fu però il 2006.

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