Idrossiclorochina: ecco perché la Francia ha detto no

L'idrossiclorichina è un farmaco antimalarico utilizzato nella terapia per COVID-19 e i risultati del suo utilizzo variano tanto da essere stato sospeso in Francia.

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L’ infezione da covid19 ha colto impreparati diversi Paesi Europei che di sono visti costretti ad applicare ai pazienti cure preesistenti nel tentativo di arginarne gli esiti. Tra le terapie più diffuse c’è stato l’utilizzo di antimalarici come la clorochina o l’idrossiclorochina senza però ottenere l’esito sperato.

A spiegarlo è uno studio condotto da un team di scienziati dell’università La Sorbona, che ha fatto emergere una correlazione tra l’uso dell’antimalarico, l’idrossiclorochina, utilizzato da solo o in sinergia con un macrolide, con l’incremento dei casi di mortalità. Il ministro della Sanità francese ha perciò chiesto all’agenzia del farmaco di rivalutarne l’utilizzo.

Idrossiclorochina: che cos’è?

Come già specificato, si tratta di un farmaco antimalarico impiegato anche nella terapia contro l’artrite reumatoide e il lupus eritematoso sistemico. Gli effetti collaterali più frequenti sono: vomito, mal di testa, alterazioni della vista e debolezza muscolare sino ad arrivare a vere e proprie reazioni allergiche.

Per quanto riguarda l’utilizzo nella terapia per COVID-19 invece, il farmaco è a tutt’oggi oggetto di studio e l’ostacolo più grande pare stia proprio nel rapporto tra i benefici ed effetti collaterali. L’Aprile scorso, il National Institutes of Health (NIH) statunitense ha attivato un trial per valutare la sicurezza dell’idrossiclorochina e si attendono i risultati.

Altri studi paralleli sono stati condotti dal virologo francese Didier Raoult e pubblicati dal giornale IJAA  ma sono stati dichiarati poco chiari.



Idrossiclorochina: la scelta della Francia

Alla luce dei risultati ambigui prodotti dagli studi condotti dal Professor Raoult, la Francia ha preso una posizione netta e ha sospeso l’utilizzo del farmaco. Il Ministro della Salute francese, Olivier Véran, ha infatti inoltrato richiesta all’Authority della Sanità pubblica di valutare “entro 48 ore una revisione delle regole in deroga per la prescrizione”  dell’idrossiclorochina.

La decisione è stata presa dopo aver preso in considerazione uno studio pubblicato sulla rivista The Lancet che ha sottolineato un maggior rischio di mortalità tra i pazienti Covid-19 che prendono idrossiclorochina e clorochina. Secondo la ricerca, il farmaco sarebbe correlato a problemi al cuore, e non sembra produca alcun beneficio sui pazienti sia assunto singolarmente che in sinergia con terapia antibiotica.

Anche il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha dichiarato di fare utilizzo di un antimalarico a scopo preventivo, assumendo una pasticca al giorno di idrossiclorochina: “Una pillola al giorno, cosa c’è da perdere”, ha dichiarato alla Casa Bianca, sottolineando di essere testato ogni due giorni e di esser sempre stato negativo al covid19.

Il medico della Casa Bianca, Sean Patrick Conley, è un sostenitore della terapia e ha spiegato: “Dopo i numerosi colloqui che abbiamo avuto sulle prove a favore e contro l’utilizzo dell’idrossiclorochina abbiamo concluso che i potenziali benefici del trattamento superano i relativi rischi”. E che Trump “è in buona salute e senza sintomi. Viene regolarmente sottoposto a test e fino ad ora sono tutti risultati negativi”. Una posizione in netta contrapposizione agli studi recenti effettuati sul farmaco.

Idrossiclorochina: e in Italia?

Per Massimo Galli “Non è utile come profilassi contro questo virus”. Paola Varese, primario di Medicina oncologica dell’Ospedale di Ovada, in Piemonte ha invece sostenuto: “Io sono un medico e, positiva al Covid19, ho immediatamente preso idrossiclorochina: in 3-4 giorni è scomparsa la febbre e gli altri sintomi. Ho applicato su di me lo stesso protocollo che ho previsto per 276 pazienti in terapia domiciliare. È fondamentale un intervento tempestivo dei medici di famiglia nelle case dei pazienti, con idrossiclorochina associata ad eparina (e se necessario l’antibiotico). E’ presumibile che il crollo delle ospedalizzazioni sia dovuto all’uso immediato del farmaco: abbiamo avuto solamente 7 ricoveri: secondo le attese proiettive dell’ISS avremmo dovuto averne 55”.

Moreno Ferrarese, Pneumologo della Asl di Alessandria, si è mostrato a favore della terapia: “Tra i 169 pazienti trattati non vi è stato nessun decesso. Il 7% dei trattati è stato ricoverato, ma nessuno ha sviluppato complicanze gravi, né ha avuto alcun effetto collaterale durante il trattamento. Su griglie Excel abbiamo raccolto dati su tutti i pazienti trattati a casa. Abbiamo seguito l’evoluzione clinica giorno per giorno e da tutti i colleghi è stato rilevato un cambio netto della gravità nelle ultime settimane. Verosimilmente il miglioramento è correlato all’introduzione del Plaquenil (idrossiclorochina ndr)  somministrata entro le 48 ore dalla comparsa dei sintomi. Se prima del trattamento si avevano alterazioni della temperatura fino a 10-12 giorni, dopo l’introduzione sistematica di idrossiclorochina, il 75% delle persone si è sfebbrata entro il 4° giorno e l’85% entro l’8° giorno”.

Posizioni nettamente contrastanti con la scelta del Ministro della Salute francese che ha chiesto la sospensione del farmaco. Non rimane che aspettare ulteriori sviluppi.

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