Immagini di manufatti archeologici estremamente ingranditi mostrano la loro straordinaria bellezza nascosta e rivelano indizi su come, molto tempo fa, sono stati realizzati e utilizzati.
Facciamo un esempio con un tessuto persiano risalente a XVII secolo. Questo tessuto contiene fibre di filo di seta avvolte singolarmente con sottili strisce di metallo. E la microstruttura di un ago di Cipro conserva il tocco della persona che lo ha creato, nelle tracce di oscura corrosione emerse quando l’ago veniva ruotato e martellato.
Queste e altre immagini archeologiche ingrandite sono presentate in una nuova mostra dal titolo “Invisible Beauty: The Art of Archaeological Science“, inaugurata al Penn Museum di Philadelphia il 16 gennaio 2021.
L’analisi di un’altra immagine mostra un po’ di basalto che luccica in una tegola in ceramica. Il manufatto proviene da Gordion, un sito in Turchia che fu abitato almeno dal 2300 a.C., durante la prima età del bronzo (la piastrella risale alla prima metà del VI secolo a.C.) . Il basalto, che è una roccia vulcanica, appare opaco e nero a occhio nudo. Ma se osservato in luce polarizzata al microscopio, brilla di colori vivaci.
Queste inclusioni di basalto possono svelare la provenienza della tegola, se è stata prodotta localmente o importata. Queste informazioni possono aiutare gli archeologi a scoprire rotte commerciali e reti di scambio come ha spiegato Marie-Claude Boileau, co-curatrice della mostra e direttrice del Penn Museum’s Center for the Analysis of Archaeological Materials (CAMM).
L’immagine ha dell’incredibile non solo per i cristalli saturi di colore, ma anche per la storia che racconta.
“Stiamo cercando di capire la tecnologia di coloro che hanno realizzato quelle piastrelle – come hanno mescolato le argille e come hanno aggiunto qualsiasi tipo di inclusioni, compresi quei pezzi di basalto”, ha spiegato la Boileau. Tutte le immagini della mostra sono state eseguite al CAMM, la maggior parte di esse eseguite da studenti universitari e laureati.
Il microscopio, inventato nel 16 ° secolo, è stato utilizzatogli per scrutare organismi e strutture troppo piccole per essere osservate ad occhio nudo. Oggi, microscopi moderni ad alta potenza offrono uno scorcio di mondi che secoli fa i ricercatori potevano solo immaginare di vedere, come una pulce d’acqua che partorisce, vasi che circondano il cervello di un pesce zebra e persino filmati di singole cellule viventi in 3D.
Le scoperte di antiche mummie, citta perdute, gioielli, strumenti e molti altri oggetti consentono agli esperti di ricostruire il passato della specie umana. Queste indagini oggi possono essere condotte con strumenti non invasivi che non danneggiano i reperti.
Con i nuovi metodi di indagine come la microscopia, i raggi X, la radiometria magnetica e la luce infrarossa e ultravioletta, gli scienziati possono trovare una serie di informazioni sul passato dell’umanità.
“Le persone sono davvero abituate a vedere gli archeologi sul campo fare gli scavi; volevamo davvero mostrare la scala di analisi che possiamo studiare”, ha detto la Boileau. “Anche dal più piccolo pezzo di un artefatto o di un esemplare, otteniamo molte informazioni sul passato”.