Il campo magnetico del nostro pianeta non ci permette solo di orientarci trovando il Nord, ma funziona come uno scudo contro le radiazioni solari e cosmiche.
Sulla Terra la diamo per scontata, ma gli astronauti che intraprenderanno le future missioni spaziali verso la Luna, Marte non ci potranno fare affidamento. Per questo oggi si studia il modo di proteggere gli equipaggi dalle radiazioni mortali che permeano lo spazio esterno.
Una potenziale risposta proviene da una fonte particolare: i funghi.
I funghi sono spesso messi in secondo piano rispetto al regno degli animali e delle piante. Alcuni funghi ad esempio, hanno determinate caratteristiche che gli consentono di assorbire le radiazioni. Ad esempio, 200 specie di funghi sono state scoperte vive e vegete tra le rovine della centrale nucleare di Chernobyl, luogo del terribile disastro del 1986.
Uno di queste specie di funghi, il Cladosporium sphaerospermum, è stato persino portato sulla Stazione Spaziale Internazionale per testare le sue capacità di fermare le radiazioni cosmiche. I dati raccolti sono incredibilmente incoraggianti. Strati di questo particolare fungo potrebbero essere usati per proteggere gli astronauti nello spazio profondo e sulla superficie della Luna e di Marte.
A testare le capacità del fungo Cladosporium sphaerospermum un team dell’Università della Carolina del Nord a Charlotte e della Stanford University. I risultati sono disponibili sul sito di prestampa di bioRxiv.
La NASA vuole inviare una missione umana su Marte e per farlo deve risolvere alcune sfide tecniche. Una delle più complesse è proteggere gli astronauti dalle radiazioni. Senza la protezione dell’atmosfera e di un campo magnetico, gli esseri umani non possono sopravvivere molto a lungo nello spazio, sulla Luna o su Marte, per questo si cercano nuove soluzioni tecnologiche per proteggere l’equipaggio di una nave spaziale o di una stazione spaziale come il Gateway lunare.
Per risolvere il problema delle radiazioni si sono presi in considerazione funghi in grado di prosperare in un luogo altamente radioattivo, all’interno dei reattori nel sito di Chernobyl in Ucraina. I test su diversi tipi di funghi hanno dimostrato che non solo sopravvivono, ma addirittura prosperano. I funghi hanno la capacità di assorbire le radiazioni e di convertirle in energia che poi utilizzano. Per capire se possono essere usati come scudo anti radiazioni sono stati portati sulla ISS, la Stazione Spaziale Internazionale
Una volta che i campioni del fungo sono arrivati sull’ISS, gli astronauti hanno monitorato la capsula di Petri. Un lato della capsula di Petri era rivestito con il fungo; l’altro lato non aveva funghi e serviva da controllo. Un rilevatore fissato sul retro della capsula di Petri misurava la radiazione in entrata. Il rilevatore è stato monitorato per 30 giorni.
Una volta terminati i 30 giorni stabiliti per l’esperimento si è scoperto che il lato della capsula di Petri che era ricoperto di funghi riduceva i livelli di radiazioni che attraversavano la capsula di circa il 2% rispetto al lato di controllo. Questo da solo certamente non basta come scudo di protezione, ma l’esperimento serve come indicatore di ciò che potrebbe essere in grado di fare una protezione basata sui funghi. Si sa che il fungo cresce da solo, il che significa che un razzo che trasporta esseri umani potrebbe portarne solo una piccola quantità. Una volta su Marte, il fungo potrebbe essere coltivato su una struttura a scudo e lasciato addensare, offrendo forse uno strato di protezione che potrebbe essere utilizzato contro le radiazioni.
Fonte: https://phys.org/news/2020-07-chernobyl-fungi-shield-astronauts.html
Fonte: https://www.iflscience.com/space/future-astronauts-could-be-protected-by-chernobyl-fungi-that-eat-radiation/