E’ stata aperta la capsula che si era staccata dalla sonda giapponese Hayabusa2 e che ha raccolto campioni dell’asteroide Ryugu; sono stati effettuati i primi controlli e alcune analisi, che hanno confermato che il gas presente al suo interno non ha subito nessuna contaminazione.
L’agenzia spaziale giapponese Jaxa ha diffuso una foto, che mostra una piccola quantità di sabbia nera depositata nel guscio esterno del contenitore del campione, la quale potrebbe essere rimasta attaccata quando il materiale è stato collocato nel raccoglitore.
Si tratta di particelle di roccia e suolo raccolte nel primo touchdown di Hayabusa 2 sull’asteroide nel 2019; esso è stato raccolto sparando sulla superficie dell’asteroide un proiettile di metallo al tantalio sulla superficie e lasciando che i detriti fluttuassero su un tubo di raccolta sotto la bassa gravità.
Gli scienziati si sono dimostrati molto soddisfatti sin dal momento in cui hanno visto i grani neri dell’asteroide catturati all’ingresso del raccoglitore di campioni, e non sono rimasti delusi quando l’hanno aperto: all’interno c’era materiale di dimensioni variabili dai ciottoli alle minuscole particelle di polvere.
Il dottor Yuichi Tsuda, project manager del progettoHayabusa-2, ha dichiarato in una conferenza stampa che si tratta di un risultato eccezionale perchè sara possibile analizzare un grande quantitativo di materiale proveniente da un corpo celeste extraterretre.
Quella aperta nei giorni scorsi è solo una delle tre camere all’interno della capsula; la camera B dovrebbe essere vuota, ma si ritiene che la camera C contenga il materiale raccolto da sotto la superficie di Ryugu.
Gli scienziati volevano raccogliere materiale dell’asteroide, che non fosse stato alterato dall’esposizione all’ambiente spaziale, comprese le sue radiazioni. Per fare ciò, hanno dovuto usare una carica esplosiva per spingere un proiettile di rame sulla superficie dell’asteroide, il quale ha scavato un cratere largo 20 consentendo alla sonda Hayabusa-2 di scendere e afferrare il materiale espulso dall’interno del cratere, depositandolo nella camera C, la quale sarà aperta nei prossimi mesi
Prima dell’analisi della parte di rocce e sabbia provenienti dall’asteroide Ryugu si è pensato al campionamento della parte volatile, ossia l’analisi dei gas. All’interno della capsula infatti è presente, infatti anche, una componente gassosa e la JAXA ha confermato essere dell’asteroide e non dovuta a qualche problema di contenimento durante il rientro o altre parti della missione.
Alla scoperta delle origini del sistema solare
Gli asteroidi sono materiali avanzati dalla formazione del Sistema Solare e sono costituiti dalla stessa sostanza, che è stata utilizzata per creare mondi rocciosi come la Terra, ma hanno continuato a vagare liberi, piuttosto che essere incorporati nei pianeti, mantenendo inalterate le loro caratteristiche originarie.
Ryugu appartiene a una classe primitiva di roccia spaziale nota come asteroide di tipo C (o carbonioso) e si ipotizza che alle origini del sistema solare tali oggetti abbiano potuto fornire gran parte dell’acqua della Terra insieme agli ingredienti necessari per l’inizio della vita.