Quando si parla di cambiamenti climatici, non ci sono molte buone notizie. Dai disastri naturali alla minaccia di estinzioni di massa, gli effetti che stanno innescando sono più che preoccupanti. un nuovo studio ha però rilevato che il larice della Dahurian, un albero autoctono delle foreste settentrionali della Cina, è cresciuto più rapidamente dal 2005 al 2014 che nei precedenti 40 anni.
Lo studio, che ha esaminato gli anelli di crescita, ha anche rilevato che gli alberi più vecchi hanno dimostrato la crescita maggiore. Gli alberi più vecchi di 400 anni, infatti, sono cresciuti l’80 percento più rapidamente in quei 10 anni che negli ultimi 300 anni mentre gli alberi che hanno tra i 250 ed i 300 anni sono cresciuti del 35 per cento in più durante quel periodo di tempo, mentre gli alberi con meno di 250 anni sono cresciuti tra l’11 e il 13 per cento in più.
L’aumento della crescita, attribuito alle temperature più calde del suolo, è un fatto positivo per gli alberi a breve termine ma può distruggere le foreste nel lungo periodo. Questo perché la profondità dello strato di permafrost viene abbassata permettendo alle radici degli alberi di espandersi e assorbire più nutrienti che portano alla loro crescita. La conseguenza più importante è la possibilità che il terreno si impoverisca di sostanze nutritive troppo rapidamente e non riesca a ripristinarle.
In questo modo, cioè, il permafrost al di sotto degli alberi potrebbe alla fine degradarsi al punto di non essere più in grado di sostenere gli alberi. Ciò potrebbe minacciare l’intero ecosistema. “La scomparsa del larice sarebbe un disastro per l’ecosistema forestale di questa regione“, ha detto Xianliang Zhang, ecologista dell’Università Shenyang Agricultural di Shenhang, in Cina, e autore principale del nuovo studio.
Gli autori sospettano che gli alberi più vecchi crescano più in fretta perché dispongono di un apparato radicale più ampio e sviluppato, permettendo loro di assorbire più nutrienti più rapidamente. “Sono argomentazioni che hanno molto senso logico in termini di motivi per cui gli alberi potrebbero trarre beneficio dall’aumento delle temperature della superficie del terreno invernale. I pratica è come se gli alberi potessero giovarsi di una sorta di disgelo primaverile anche durante l’inverno ed essere quindi stimolati alla crescita anche durante quella stagione. Questo sarebbe favorito dalla possibilità di avere una maggiore funzionalità dell’area radicale anche nei mesi freddi. Questo genere di cose avrebbe senso perché gli alberi trarrebbero beneficio dagli inverni più caldi.” conferma Erika Wise, professore associato di geografia all’Università della Carolina del Nord – Chapel Hill, che non è stata coinvolta nel nuovo studio.
Lo studio è stato pubblicato dal Journal of Geophysical Research di AGU : Biogeosciences.