Un team di paleontologi ha identificato i primi fossili degli antenati dei primati ai quali appartiene la nostra linea evolutiva: piccoli denti fossili appartenuti a una creatura delle dimensioni di uno scoiattolo.
La datazione suggerisce che i nostri antichi antenati hanno condiviso il pianeta con i dinosauri.
I denti, lunghi appena 2 millimetri, appartengono al più antico gruppo di antenati dei primati, noto come plesiadapiformi.
I fossili sono stati ritrovati nella Fort Union Formation nel nord-est del Montana negli anni ’80, ma sono stati identificati formalmente in un nuovo studio, pubblicato il 24 febbraio scorso sulla rivista Royal Society Open Science.
I resti fossili degli antenati dei primati sono la prova che la vita sulla Terra iniziò a riprendersi subito dopo la caduta di un gigantesco asteroide alla fine del Cretaceo avvenuta circa 66 milioni di anni fa.
L’asteroide, di una decina di chilometri di diametro, causò l’estinzione di tutti i dinosauri non aviari.
I paleontologi hanno datato i fossili tra 105.000 e 139.000 anni dopo la caduta dell’asteroide; tuttavia queste piccole creature probabilmente si sono evolute da antenati dei primati ancora sconosciuti presenti sulla Terra all’epoca dei dinosauri.
La scoperta, spiega il co-autore dello studio Gregory Wilson Mantilla, è importante perché è collegata alla nostra linea evolutiva e quindi è qualcosa di speciale per noi esseri umani.
Gregory Wilson Mantilla, è professore al Dipartimento di Biologia dell’Università di Washington e curatore di paleontologia dei vertebrati del Burke Museum of Natural History and Culture dell’università.
I Plesiadapiformi sono gli antenati di tutti i primati moderni, compresi gli esseri umani.
I cinque fossili presi in considerazione dal nuovo studio appartengono a un genere chiamato Purgatorius – dal nome dei fossili trovati su Purgatory Hill nel Montana.
I fossili includono quelli dei membri della più antica e primitiva famiglia Plesiadapiform, Purgatoriidae, e, quindi, importantissimi per capire come si sono evoluti i primi antenati dei primati.
Studio sull’evoluzione dei primi antenati dei primati
I paleontologi hanno studiato i denti fossili utilizzando scansioni TC e raggi X in modo da ottenere immagini 3D di parti del corpo; hanno prodotto copie più grandi utilizzando una stampante 3D che hanno facilitato gli esami.
Due dei denti provenivano dalla specie Purgatorius janisae e gli altri tre denti sono stati assegnati a una nuova specie chiamata Purgatorius mckeeveri.
Il P. mckeeveri appena descritto prende il nome da Frank McKeever, che è stato uno dei primi residenti dell’area in cui sono stati trovati i fossili e la cui famiglia ha sostenuto il lavoro sul campo, secondo quanto riferito dall’Università di Washington.
P. mckeeveri aveva cuspidi arrotondate sui denti, che erano adatti per frantumare i frutti, mentre i denti più affilati di P. janisae erano adatti per mangiare gli insetti. Le due specie, tuttavia, erano imparentate e probabilmente molto simili, forse persino indistinguibili, ha affermato Mantilla.
“Probabilmente erano molto simili a scoiattoli”, ha detto Mantilla. Avevano musi molto più lunghi rispetto a quelli dei moderni primati dalla faccia corta e i loro occhi erano posti ai lati della testa, poiché facevano più affidamento sul loro senso dell’olfatto.
I paleontologi hanno contribuito a realizzare una ricostruzione di P. mckeeveri sulla base delle informazioni raccolte dai denti e di ciò che si conosce su Purgatorius, e sui loro parenti più stretti, da precedenti scoperte fossili.
I fossili sono stati trovati in una roccia che si stima abbia circa 65,9 milioni di anni. Gli antichi denti degli antenati dei primati possono essere molto utili a capire come la vita sia sopravvissuta all’estinzione del Cretaceo-Paleogene e si sia ripresa durante il periodo Paleogene che va da circa 66 milioni a 23 milioni di anni fa.
I primati furono tra i primi tra i grandi gruppi animali a prosperare, trovando lacune negli ecosistemi. Questi piccoli animali vivevano sugli alberi, mentre molte specie di mammiferi vivevano a terra.
Questi fossili che risalgono ai primissimi tempi del Paleogene ci dicono molto chiaramente che i mammiferi placentari devono aver iniziato a diversificarsi negli ultimi giorni di vita dei dinosauri non aviari.
Il fatto che i fossili provengano dal Nord America è significativo, e sostengono l’importanza di questo continente nelle prime fasi dell’evoluzione dei primati.