Nel 1905 nel Loop di Chicago, un’area centrale poco abitata ma che pullula di uffici e negozi, viene aperto un singolare teatro che al prezzo di un nichel, una somma modestissima anche per l’epoca, offre brevi spettacoli di cui chi lavora in zona può usufruire al termine del turno di lavoro, spendendo una somma non significativa per i bilanci familiari.
Il programma comprende diversi film ed una canzone illustrata che la nipote del Direttore, una giovane contadinotta dotata di una bella voce e di un sorriso accattivante, esegue amabilmente. Mentre canta la ragazza, che è anche la cassiera del teatro, sullo schermo si alternano diapositive a tema, che hanno per l’appunto lo scopo di illustrare la canzone.
Il programma è completato da tre film, due comiche brevi ed un film più lungo sulla falsariga di quelli provenienti dall’estero, con intrecci più lunghi ed avvincenti, comici o drammatici, pieni di inseguimenti ed invenzioni che tengono il pubblico con il fiato sospeso.
Queste pellicole quasi sempre colorate, grazie ad artisti che li dipingono fotogramma dopo fotogramma, sono molto apprezzate dai bambini e dalle donne che affollano la sala soprattutto durate l’ora dello shopping.
La sala è modesta, ricavata nella parte anteriore di un magazzino, con in fondo un grande schermo appeso alla parete, una cabina di proiezione alle spalle e circa 200 sedie a disposizione del pubblico.
L’impresario ha ridipinto le pareti e sistemato qualche elemento decorativo, ma soprattutto cerca di tenere pulita la sala, anche se questo si rivela subito un compito ostico, perché il pubblico ha l’abitudine di portarsi da mangiare, soprattutto noccioline che sgranocchia durante i film lasciando poi bucce e cartacce sotto le sedie.
L’aria con il passare dei minuti si fa più viziata, anche perché la grande maggioranza degli spettatori sono da poco usciti dal lavoro e certamente non sono andati a casa per cambiarsi, l’impresario e sua nipote, la cantante-cassiera, periodicamente passano tra le file di sedie diffondendo delle essenze profumate.
Il sabato e la domenica il teatro è pieno all’inverosimile e non raramente si scatenano baruffe per assicurarsi i posti disponibili e frequentemente si vedono spettatori, soprattutto donne e bambini che siedono sulle ginocchia di coloro che si sono assicurati il posto a sedere.
Quelli che sono dietro si lamentano perchè non riescono a vedere bene o perché qualche signora con un cappello a larghe falde ne limita la visuale.
L’idea geniale del nostro impresario è stata quella di combinare l’offerta dei grandi teatri di varietà dove di solito la gente più facoltosa, in abito da sera, andava a vedere i film con le proposte di più piccoli teatri che proponevano un nutrito programma a base di film e di artisti e giocolieri a 10 centesimi od un quarto di dollaro.
Lui, il nostro intraprendente proprietario-direttore offre un programma asciutto con la nipote cantante e tre film a solo un nichelino, ed inizia ad accogliere in questo modo, come spettatori, segmenti importanti della classe operaia. Proprio in quegli anni infatti i sindacati erano riusciti a contrattare modesti aumenti salariali e lo spettacolo offerto ad un nichel diventava cosi abbordabile.
In fondo il costo del biglietto equivaleva a quello di una birra e per i ceti meno abbienti che avevano ottenuto anche piccole ma significative riduzioni dell’orario di lavoro, diventava possibile portare tutta la famiglia a questi antenati dei moderni cinema. Ed i bambini adoravano i film.
Al nostro pioniere bastano 2.000 dollari per avviare la sua nuova impresa e ben presto i profitti iniziano a fioccare.
Sulla spinta del successo di questa iniziativa di Chicago ben presto iniziarono a diffondersi molte altre realtà del genere che presero il nome di nichelodeon nome che deriva dall’unione della parola “odeon” (con cui nell’antica Grecia si designavano gli edifici destinati alle rappresentazioni musicali) con la parola “nickel”, termine che designava la monetina da cinque centesimi di dollaro (nichelino), che serviva per pagarsi l’ingresso.
I nickelodeon iniziarono a decadere dal 1915, quando il film The Birth of a Nation di David Griffith impose la regola, divenuta poi canonica, di una durata di circa 1h e 30′ o 2h (lungometraggio), richiedendo sale più confortevoli ed esclusivamente dedicate al cinema ed un prezzo del biglietto di almeno 10 centesimi.
Gli antesignani dei cinema
Nasce a Chicago nel 1905 il prototipo di quello che diverrà la moderna sala cinematografica. Ripercorriamone brevemente la storia.
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