La pandemia da covid19 non ha certo manifestato battute d’arresto per quello che riguarda le fake news che, anzi, hanno avuto un certo incremento e, purtroppo, anche un certo seguito.
Dai rappresentanti della politica al pescivendolo sotto casa, la tendenza patologica a divulgare notizie false e fuorvianti non risparmia nessuno, non bada a ceto, etnia, status sociale e, udite udite, colpisce anche soggetti che hanno avuto il privilegio di accedere ad una cultura di livello accademico.
Marianna Spring, Specialist disinformation reporter della BBC ha stilato una lista molto interessante di 7 tipologie di creatori e divulgatori delle fake news riguardanti l’infezione da covid19, cercando di capire anche le motivazioni che portano ad un comportamento così deleterio in questo momento storico.
Sì, perché se ieri i “bufalari” erano simpaticamente tollerati ed esposti al ludibrio del web con piogge di meme spietati al limite del bullismo, in questo momento storico così delicato, che ha compromesso l’equilibrio economico dei maggiori Stati Europei tra cui anche l’Italia, con conseguente rabbia sociale, paura del futuro e totale sfiducia nel Sistema Sanitario Nazionale e nelle Istituzioni, oggi sono soggetti da considerare privi di qualsiasi morale oltre che dei principali strumenti di buon senso, senza scomodare il sapere che, sebbene nel 2020 sia fruibile per tutti, non è fondamentale per fare un gesto di umiltà e ascoltare chi su determinate cose ci lavora da una vita.
Fake news: ecco le 7 tipologie di bufalari
1.Il joker. Si tratta di tutti quei soggetti che amano spaventare le persone per indurle ad intraprendere comportamenti virtuosi e rispettare le restrizioni. Per fare un esempio, un buontempone ha creato uno screenshot di un falso testo del Governo Britannico che affermava che il destinatario era stato multato per aver lasciato la casa troppe volte. Pensava che sarebbe stato divertente spaventare le persone che infrangevano le regole del lockdow.
Dopo aver incoraggiato i suoi follower a condividerla su Instagram, la fake news si è infiltrata nei gruppi locali di Facebook, dove è stata condivisa da residenti preoccupati, alcuni dei quali l’hanno presa sul serio: “Non voglio davvero provocare il panico”, ha affermato il burlone, che guarda caso non si è fatto identificare “ma se credono ad uno screenshot sui social media, hanno davvero bisogno di rivalutare il modo in cui attingono alle informazioni su Internet.”
Una motivazione che lascia il tempo che trova, almeno qui in Italia dove abusare della credulità popolare è reato. Se consideriamo anche il momento di estrema fragilità psicologica, questa spocchia postadolescenziale è proprio mal riposta.
2. Lo scammer. Ovvero quella categoria di soggetti che cercano di arricchirsi lucrando sulle insicurezze altrui. In questo caso, le fake news che affermano di provenire dal governo o dai consigli locali vengono generate da truffatori che cercano di fare soldi con la pandemia. Una di queste truffe perpetrata a marzo, informava che il Governo stava implementando dei sussidi per le fasce colpite economicamente dall’infezione e per potervi accedere erano necessarie le credenziali bancarie.
Lo screenshot della truffa è stato condiviso su Facebook con una diffusione tale che a tutt’oggi è difficile individuarne il responsabile. I truffatori hanno iniziato a utilizzare notizie false sul virus per fare soldi già a febbraio, con e-mail che suggerivano alle persone di “fare clic per una revisione della cura del coronavirus” o suggerendo di avere diritto a un rimborso fiscale a causa dell’epidemia.
3. Il rappresentante politico. E qui ci potremmo sbizzarrire ma sarà sufficiente ricordare che l’ex Ministro dell’Interno Matteo Salvini è stato classificato dalla BBC tra i divulgatori più indefessi della classe politica, insieme a Bolsonaro e Donald Trump. Almeno non si sentirà solo nel condividere un primato così edificante.
Le ragioni sono intuibili: puntare alla pancia di un elettorato puntualmente scontento, privo degli strumenti basilari per capire un testo o chiedersi il perché delle cose, con un occhio di riguardo per chi, alla fine della fiera, bada solo ai suoi interessi anche se questi comportano la distruzione del proprio Paese.
Un altro campione di informazioni fuorvianti è il presidente Donald Trump che si è chiesto se l’esposizione dei pazienti alla luce UV o l’iniezione di candeggina potessero aiutare a curare il coronavirus. In seguito ha affermato che i commenti erano sarcastici. Ma ciò non ha impedito alle persone di finire al pronto soccorso perché si erano iniettate del disinfettante.
Anche al Governo, il partito pentastellato, che gode della maggioranza relativa, ha avuto una certa inclinazione al complottismo bufalaro. L’ex Ministro della Sanità Giulia Grillo ha ammesso in una intervista rilasciata al Messaggero: “Noi, come grillini, non nasciamo contro la scienza. Anzi. Forse, però, con il passare del tempo ha preso piede un certo complottismo, una voglia di smentire fonti autorevoli per andare contro il potere”.
“Importanti esponenti no-vax quando ero ministro mi fecero la guerra. Una guerra che alla fine ho perso, uno dei motivi, forse, per il quale non sono più ministro. Penso a Paola Taverna, certo. Notoriamente no-vax, ma anche a tanti big che adesso sono ancora ministri, come lo erano nel Conte 1, che non mi hanno mai difeso e preferirono, all’epoca, seguire l’orientamento del gruppo parlamentare” Ha specificato la Grillo.
“La mia posizione era mediana e anche di buonsenso. Ma c’era una parte che in maniera netta chiedeva l’abolizione dell’obbligo delle certificazioni vaccinali a scuola. Io dissi solo una cosa logica: togliere l’obbligo senza pensare al contempo a misure di tutela per gli immunodepressi aveva e ha poco senso”. Ha concluso l’ex ministro 5 stelle.
4. I complottisti. Non potevano mancare le teorie cospirazioniste su improbabili colpi di stato, interessi di big Pharma, ricconi cattivoni come Bill Gates che finanzia l’Oms e si permette pure di dire per cosa e come vorrebbe che i suoi soldi venissero utilizzati.
In Gran Bretagna, Le interviste su You Tube di un personaggio ben noto ai nostri lettori, David Icke, che sono state rimosse, hanno anche spacciato false affermazioni secondo cui il 5G è collegato al coronavirus. Il signor Icke è apparso anche su una stazione televisiva di Londra, che è risultata aver violato gli standard di trasmissione del Regno Unito. La sua pagina Facebook è stata successivamente rimossa, ha dichiarato la società, per aver pubblicato “disinformazione sanitaria che potrebbe causare danni fisici”.
5. Gli insider. A volte la disinformazione sembra provenire da una fonte affidabile: un medico, un professore o un operatore sanitario. In linea di massima di tratta di soggetti scacciati a pedate dalla comunità scientifica che strumentalizzato l’ostracismo come prova del loro “pensiero indipendente“.
Si pensi a Montagnier, premio Nobel per avere isolato il virus dell’HIV. Che il Nobel sia stato scippato ai suoi principali collaboratori, causando il biasimo della comunità scientifica; che lo scienziato abbia dichiarato che per prevenire l’AIDS si debba applicare una dieta che stimoli il sistema immunitario; che abbia affermato che i concentrati di papaya curano il Parkinson e la SARS, poco importa.
Montagnier ha divulgato false informazioni sul covid19, affermando che la diffusione dell’infezione era stata causata dall’errore umano, degli scienziati che cercavano di mettere a punto un vaccino, proprio contro l’AIDS. “Un lavoro da apprendisti stregoni”, l’ha definito.
“Con il mio collega, il biomatematico Jean-Claude Perez, abbiamo analizzato attentamente la descrizione del genoma di questo virus RNA. Non siamo stati i primi: un gruppo di ricercatori indiani ha cercato di pubblicare uno studio che mostra come il genoma completo di questo virus abbia all’interno delle sequenze di un altro virus, quello dell’AIDS. Il gruppo indiano ha ritrattato dopo la pubblicazione, ma la verità scientifica emerge sempre. La sequenza dell’AIDS è stata inserita nel genoma del Coronavirus per tentare di fare il vaccino”. Ha spiegato Montagnier.
I complottisti di tutto il mondo, compresi i no vax, si sono sentiti insigniti come detentori di verità supreme: un premio Nobel li aveva appena riscattati da anni di umiliazioni e vessazioni mediatiche e non. Naturalmente, informarsi su chi è oggi Montagnier, antivax e propugnatore dell’omeopatia, costa una fatica che la corona di chi la sa più lunga non merita.
6. Parenti. “Mio cuggino” come cantano Elio e le storie tese. In linea di massima si tratta di persone che stanno cercando di essere d’aiuto e pensano di fare qualcosa di positivo. Ma, naturalmente, ciò non rende i messaggi che trasmettono veri e tanto meno, meno pericolosi.
Ognuno di noi ha qualcuno vicino che è a contatto col cugino della zia del nipote del marito della sorella del giornalaio dove si reca tutte le mattine un noto virologo in vena di confidenze sulla pandemia. Il punto è: perché crederci? Perché ad una persona a cui si tiene si dà fiducia. Purtroppo capita che questo sentimento sia malriposto nonostante la buona fede insindacabile dell’informatore e dell’informato e basta un messaggio di testo inoltrato, uno screenshot di troppo, per fare diventare un pettegolezzo una fake news di proporzioni abnormi.
7. Le celebrity. Non potevano certo mancare tutte quelle persone famose o popolari che godono di un certo riscontro tra il loro pubblico. La cantante MIA e l’attore Woody Harrelson sono tra coloro che hanno promosso la teoria del coronavirus causato dal 5G alle loro centinaia di migliaia di follower sui social media.
Un recente rapporto del Reuters Institute ha scoperto che le celebrità svolgono un ruolo chiave nella diffusione della disinformazione online. Alcuni hanno enormi piattaforme anche sui media tradizionali. Eamonn Holmes è stato criticato per essere sembrato dare credito ai teorici della cospirazione del 5G su ITV..
“Quello che non accetto sono i media mainstream che lo trattano immediatamente come non vero quando non sanno che non è vero“, ha detto. Holmes in seguito si è scusato e ha spiegato che i suoi commenti sono stati “mal giudicati“.
In Italia invece, abbiamo Red Ronnie che ha una sua dignità di complottista instancabile e spesso ci delizia con le sue fake news degne del bufalaro più scafato: non possono mancare le scie chimiche, i danni inestimabili del 5G e le terapie del tipo “non ce lo dicono” che curerebbero l’infezione da covid19. Ma noi vogliamo ricordarlo per una delle sue boutade più esilaranti: il terremoto in Emilia sarebbe stato previsto dai Maya, un popolo noto per l’enorme competenza ed il profondo interesse per le caratteristiche geologiche della Pianura Padana.
Una nota di merito va assicurata anche ad Eleonora Brigliadori, una abituée di tutto quello che va contro le evidenze scientifiche come la teoria che le neoplasie si generino da disturbi emotivi. Una volta rimosso il disturbo, il tumore regredisce sino a scomparire.
Semplice, no?