Un gruppo di ricercatori è giunto a formulare la possibilità che manipolare le onde cerebrali nel sonno potrebbe aiutare a curare la demenza.
Demenza è un termine utilizzato per indicare un gruppo di condizioni che colpiscono le funzioni cerebrali di una persona, compromettendo aspetti come la memoria e la capacità di ragionare.
Nella ricerca di nuove cure contro questa malattia, alcuni ricercatori del Regno Unito sono riusciti a manipolare con successo due importanti tipi di onde cerebrali mentre i partecipanti al loro studio dormivano, per esaminare attività neurologiche critiche.
Nell’ambito dello studio pubblicato su SLEEP, i ricercatori dell’Università del Surrey hanno manipolato le onde cerebrali note come oscillazioni alfa e theta in 18 giovani adulti sani mentre dormivano.
Le oscillazioni alfa e theta sono strettamente associate al riposo e al rilassamento e si osservano durante la fase REM (rapid eye movement) del ciclo del sonno, chiamata così per il movimento a scatti dei nostri occhi durante questa fase. La fase REM è solitamente quella in cui si verificano i sogni più vividi ed è coinvolta nel consolidamento della memoria e delle capacità cognitive.
Utilizzando la stimolazione uditiva a circuito chiuso (CLAS), ai partecipanti è stata trasmessa una stimolazione uditiva durante la fase REM del sonno, con intervalli di sei secondi.
Gli esperti hanno scoperto di essere in grado di manipolare le onde cerebrali, rendendole più veloci o più lente a seconda della parte dell’oscillazione presa di mira.
L’autrice dello studio, la dott. ssa Valeria Jaramillo, ha spiegato: “Le oscillazioni cerebrali aiutano il funzionamento del cervello e il modo in cui apprende e conserva le informazioni. Le oscillazioni cerebrali durante il sonno REM sono implicate nelle funzioni della memoria, tuttavia il loro ruolo esatto rimane in gran parte poco chiaro.
“Nella demenza, l’attività cerebrale durante il sonno REM diventa più lenta, il che è associato a una riduzione della capacità di ricordare determinati eventi della vita e di conservare le informazioni.
“La stimolazione delle onde cerebrali con il suono può aumentare la loro frequenza e questo può aiutare a comprendere meglio come le oscillazioni cerebrali durante il sonno REM promuovano la cognizione e come il sonno REM possa essere migliorato nelle persone affette da demenza”.