Durante la pandemia, esperti di malattie infettive e operatori sanitari in prima linea hanno chiesto un test COVID-19 più veloce, più economico e più affidabile. Questa richiesta è stata esaudita. Infatti sfruttando la tecnologia “lab on a chip” e la tecnica di “editing genetico” all’avanguardia, nota come CRISPR, i ricercatori di Stanford hanno creato un dispositivo altamente automatizzato in grado di identificare la presenza del nuovo coronavirus in appena mezz’ora.
“Il microlab è un chip microfluidico grande appena la metà di una carta di credito, contenente una complessa rete di canali più piccoli della larghezza di un capello umano“, ha detto l’autore dello studio, Juan G. Santiago, professore di ingegneria meccanica della Charles Lee Powell Foundation a Stanford, ed esperto in microfluidica, un campo dedicato al controllo di fluidi e molecole su microscala utilizzando chip.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista “Proceedings of the National Academy of Sciences“.
Il nuovo test COVID-19 è descritto in modo dettagliato in uno studio pubblicato il 4 novembre nella rivista “Proceedings of the National Academy of Sciences“. Come ha spiegato Ashwin Ramachandran, primo autore dello studio, il nuovo test può identificare un’infezione attiva in modo relativamente rapido ed economico.
Inoltre questo test è rivoluzionario, è quello che forse si aspettava da tempo. La sua principale novità è il fatto che non si basa sugli anticorpi come molti test, che indicano solo se qualcuno ha avuto la malattia, e non, cosa importante, se sono attualmente infetti e quindi contagiosi.
Come funziona il nuovo test
Il test del microlab sfrutta il fatto che i coronavirus come SARS-COV-2, il virus che causa la COVID-19, lascia dietro di sé minuscole impronte genetiche ovunque, sotto forma di filamenti di RNA, il precursore genetico del DNA. Se l’RNA del coronavirus è presente in un campione di tampone, la persona da cui è stato prelevato il campione è infetta.
Per avviare un test, il liquido da un campione di tampone nasale, viene lasciato cadere nel microlab, che utilizza campi elettrici per estrarre e purificare eventuali acidi nucleici come l’RNA che potrebbe contenere. L’RNA purificato viene quindi convertito in DNA e di seguito da replicato molte volte, utilizzando una tecnica nota come amplificazione isotermica.