L’Agenzia Spaziale Europea ha annunciato la firma del contratto da circa 130milioni di euro per la missione Hera, la prima dell’Esa che affiancherà la missione Dart della Nasa per difendere la Terra dagli asteroidi e studiarne la composizione.
L’intesa è stata firmata il 15 settembre da Franco Ongaro, Direttore Tecnologia, Ingegneria e Qualità dell’Esa, e da Marco Fuchs, Amministratore Delegato di OHB Germania che guida il consorzio Hera. La firma del contratto apre la strada alle strategiche attività industriali per l’innovativa missione Hera in cui anche l’Italia è in lizza. L’Esa ha specificato che il contratto “copre il progetto dettagliato, la manifattura e il collaudo di Hera”.
Ongaro e Fuchs hanno sottoscritto l’accordo presso l’Esoc, il centro dell’Esa a Darmstadt, in Germania, che servirà da controllo di missione per il lancio del 2024 di Hera e che è anche sede del programma di Monitoraggio e Salvaguardia (Space Safety and Security Programme) di cui Hera fa parte. La missione che rappresenta il contributo europeo ad una collaborazione internazionale di difesa planetaria tra gli scienziati europei e americani è stata denominata Aida- Asteroid Impact & Deflection Assessment.
Hera è infatti un nuovo e ambizioso progetto spaziale che rappresenta il contributo dell’Europa ad una collaborazione internazionale di deviazione di un asteroide, un programma pensato anche per eseguire l’esplorazione di un sistema di asteroide doppio.
La missione europea – che prende il nome dalla dea greca del matrimonio Hera, moglie di Zeus – sarà, insieme al veicolo spaziale Dart (Double Asteroid Redirect Test) della Nasa, la prima sonda inviata dall’uomo a incontrarsi con un sistema di asteroide binario, una classe poco compresa che costituisce circa il 15% degli asteroidi conosciuti.
Il progetto di difesa planetaria avrà inizio attraverso la sonda Dart della Nasa il cui lancio è atteso per il luglio 2021 e che effettuerà prima un impatto cinetico sul più piccolo dei due corpi. un secondo step si attiverà nel 2024: Hera seguirà le orme con un dettagliato sondaggio post-impatto per trasformare questo esperimento su grande scala in una tecnica di deviazione di un asteroide “ben compresa e ripetibile”.
In questo modo, la missione Hera, darà prova delle nuove tecnologie multiple con cui è stata equipaggiata, come la navigazione autonoma intorno all’asteroide e la raccolta contemporanea di dati scientifici signoficativi, che aiuteranno gli studiosi e i progettisti di future missioni a capire meglio la composizione e la struttura degli asteroidi.
Hera trasporterà a bordo due CubeSats ‘Milani‘, e si occuperà di analizzare alcune polveri dell’asteroide bersaglio; Juventas’ studierà la struttura interna dell’oggetto celeste producendo la prima radiografia di un asteroide. Hera rilascerà così quelli che sono i primi ‘CubeSats’ europei, satelliti in miniatura costruiti in ‘scatole’ di 10 centimetri e che percorreranno lo spazio profondo per un sondaggio ravvicinato dell’asteroide, inclusa la prima sonda radar dell’interno di un asteroide grazie ad una versione aggiornata del sistema radar a bordo della missione dell’Esa sulla cometa Rosetta. I contratti per i due CubeSats ospitati da Hera e i relativi sviluppi tecnologici sono già in corso.
Il lancio di Hera è previsto per ottobre 2024 e la navicella viaggerà verso il sistema di un asteroide binario formato da una coppia di asteroidi vicini alla Terra: l’asteroide binario Didymos di circa 800 metri di diametro e la sua luna Dimorphos di 160 metri di diametro, stessa misura circa della Grande Piramide di Giza e che orbita l’enorme corpo principale delle dimensioni di una montagna e del diametro esatto di 780 metri. La luna di Didymos sarà l’oggetto ‘bersaglio’ e di studio delle missioni Dart e Hera.
Dei 17 Stati Membri dell’Esa che contribuiscono alla missione Hera, la Germania è in prima linea, con l’incarico del progetto complessivo e integrazione del veicolo spaziale Hera, delle telecamere principali di navigazione, serbatoi, propulsori, antenna High-Gain, ruote di reazione, e unità di massa della memoria.
L’Italia è alla guida della missione Hera per quanto riguarda i sottosistemi di alimentazione e propulsione della missione realizzati da Avio, e fornisce il transponder per lo spazio profondo che permetterà l’esperimento radio-scientifico della missione. L’Italia guida inoltre il CubeSat di prospezione mineraria, che prende il nome dal compianto Andrea Milani, illustre professore e importante scienziato di asteroidi.
Alla missione Hera partecipano a vario titolo anche Belgio, Portogallo, Romania, Repubblica Ceca, Spagna. Con loro sono al lavoro anche Austria, Danimarca, Francia, Ungheria, Paesi Bassi, Svizzera, Finlandia, Polonia, Irlanda, Lettonia.