Completata la prima mappa geologica globale della più grande luna di Saturno, Titano
Titano è un mondo che ci appare abbastanza strano e familiare allo stesso tempo. Lì, il ruolo svolto dall'acqua sulla Terra lo svolgono il metano e l'etano che, alle temperatura locali, esistono allo stato liquido.
La prima mappa che mostra la geologia globale della più grande luna di Saturno, Titano, è stata completata e ci mostra un mondo dinamico composto da di dune, laghi, pianure, crateri e altre tipologie di terreno.
Il geologo planetario David Williams della School of Earth and Space Exploration della Arizona State University ha lavorato con un team di ricercatori, guidati dalla geologa planetaria Rosaly Lopes del Jet Propulsion Laboratory della NASA di Pasadena, California, per sviluppare questa mappa geologica globale di Titano. La mappa e le loro scoperte, che includono l’età relativa dei terreni geologici di Titano, sono state recentemente pubblicate sulla rivista Nature Astronomy .
Titano è l’unico altro corpo planetario nel nostro sistema solare, oltre la Terra, noto per avere liquido stabile sulla sua superficie. Invece di acqua, però, dalle nuvole, grazie al clima gelido del satellite, piovono metano ed etano allo stato liquido che riempiono le depressioni che compongono i laghi ed i mari di Titano.
“Titano ha un ciclo idrologico attivo a base di metano che ha modellato un complesso paesaggio geologico, rendendo la sua superficie una delle più geologicamente diverse nel sistema solare“, ha detto l’autore principale Lopes.
“Nonostante i diversi materiali, temperature e campi di gravità tra Terra e Titano, molte caratteristiche superficiali sono simili tra i due mondi e possono essere interpretate come prodotti degli stessi processi geologici. La mappa mostra che i diversi terreni geologici hanno una chiara distribuzione in base alla latitudine latitudine , a livello globale, e che alcuni terreni coprono un’area molto più ampia di altri“, ha affermato Lopes.
Il team di Lopes ha utilizzato i dati della missione Cassini della NASA, che ha operato tra il 2004 e il 2017 e ha effettuato più di 120 sorvoli della luna di Saturno, Titano. In particolare, hanno usato i dati del radar imager di Cassini, utilizzato per penetrare nell’atmosfera di Titano composta da azoto e metano. Inoltre, il team ha utilizzato i dati degli strumenti a infrarossi e visibili di Cassini, che sono stati in grado di catturare alcune delle più grandi caratteristiche geologiche di Titano attraverso la foschia del metano.
“Questo studio è un esempio dell’uso di set di dati e strumenti combinati“, ha spiegato Lopes. “Sebbene non avessimo una copertura globale con il radar ad apertura sintetica (SAR), abbiamo usato i dati di altri strumenti e altre modalità dal radar per correlare le caratteristiche delle diverse unità del terreno, quindi abbiamo potuto dedurre la conformazione dei terreni anche nelle aree che non hanno avuto copertura SAR“.
Il ruolo di Williams nella mappatura di Titano consisteva nel lavorare con il team del JPL per identificare quali unità geologiche potevano essere determinate usando prima le immagini radar e poi estrapolando le informazioni sulle regioni non coperte dal radar. Per fare ciò, Williams si è basato sulla sua esperienza lavorando con immagini radar dell’orbiter della NASA Magellano, che ha operato su Venere, e da una precedente mappa geologica regionale di Titano che aveva sviluppato in precedenza.
“La missione Cassini ha rivelato che Titano è un mondo geologicamente attivo, in cui idrocarburi come metano ed etano svolgono il ruolo che l’acqua ha sulla Terra“, ha detto Williams. “Questi idrocarburi piovono sulla superficie, scorrono in corsi d’acqua e fiumi, si accumulano in laghi e mari ed evaporano nell’atmosfera. È un mondo abbastanza sorprendente!”
Williams, che è anche direttore del Ronald Greeley Center for Planetary Studies presso l’ASU, ha una notevole esperienza sulla mappatura geologica di piccoli e insoliti oggetti planetari, tra cui la luna vulcanica di Giove Io, l’asteroide Vesta, il pianeta nano Cerere e ora Titano.
“Abbiamo tenuto riunioni presso l’ASU all’inizio di questo decennio per capire come mappare Titano usando il radar ad alta risoluzione e le immagini visibili a bassa risoluzione“, ha spiegato Williams. “I mappatori Titano del Jet Propulsion Laboratory della NASA e della Cornell University sono venuti all’ASU per capire come fare la mappatura geologica di questo strano nuovo mondo“.
L’esperienza di mappatura di piccoli e insoliti oggetti planetari aiuterà Williams in un importante compito che intraprenderà nel prossimo decennio, quello di realizzare la prima mappa geologica globale dell’asteroide metallico (16) Psiche, obiettivo della missione Psiche della NASA che sarà guidata dall’ASU e in programma per il lancio nel 2022.