Civiltà aliene: 3 metodi per approcciarle e individuarle

Alla scoperta di civiltà oltre la Terra, in un viaggio tra scienza e mistero

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Civiltà aliene

L’interrogativo sulla presenza di civiltà aliene nel vasto universo è uno dei misteri più affascinanti e antichi che l’umanità si pone, la possibilità di non essere soli, di condividere lo spazio cosmico con altre forme di vita intelligente, stimola la nostra immaginazione e ci spinge a esplorare nuove frontiere scientifiche.

Civiltà aliene

In questo contesto, gli astronomi e gli scienziati hanno sviluppato metodi sofisticati per cercare segni di tecnologie attribuibili a civiltà aliene, ed uno di questi metodi, recentemente esaminato in uno studio pubblicato sulla rivista Monthly Notice della Royal Astronomical Society, riguarda la ricerca di megastrutture aliene, in particolare le famose “sfere di Dyson”.

Il programma SETI

Uno dei modi in cui gli scienziati cercano di individuare segni di civiltà aliene è attraverso l’ascolto di segnali intenzionali, tra questi vi è il programma SETI (Search for Extraterrestrial Intelligence), fondamentale in questo campo, per l’appunto utilizzando radiotelescopi, gli scienziati hanno scandagliato il cielo alla ricerca di segnali radio provenienti da altre stelle.

L’idea è che, come noi, altre civiltà aliene potrebbero utilizzare onde radio per comunicare su grandi distanze, tuttavia la vastità dell’universo e la debolezza di tali segnali rendono questa ricerca un’impresa complessa e, nonostante gli sforzi, finora non sono stati individuati segnali chiaramente attribuibili a civiltà aliene.



Un secondo approccio coinvolge la ricerca di prove fisiche di visite da parte di civiltà aliene nel nostro sistema solare, con gli scienziati che esaminano materiali insoliti sulla Terra o analizzano la superficie di pianeti e lune alla ricerca di anomalie che potrebbero indicare un’attività aliena passata.

Malgrado ciò, anche in questo caso, fino ad oggi non sono state trovate prove conclusive, e a riprova di ciò, le missioni spaziali, come quelle su Marte o su altre lune del sistema solare, continuano a esplorare il nostro vicinato cosmico, ma la ricerca di artefatti extraterrestri rimane un obiettivo sfuggente.

Il terzo metodo, e forse il più affascinante, riguarda le sfere di Dyson, proposte per la prima volta dal fisico Freeman Dyson nel 1960, queste strutture teoriche rappresenterebbero un modo per delle civiltà aliene avanzate di catturare l’energia di una stella.

Immaginate una sfera composta da collettori di energia fluttuanti, fabbriche e habitat, che circonda quasi completamente la stella come un guscio, dove la firma osservabile di una sfera di Dyson sarebbe un eccesso di radiazione infrarossa, questo perché la sfera assorbirebbe la luce visibile della stella e la riradierebbe con una lunghezza d’onda più lunga.

Civiltà aliene

Sebbene ciò sia affascinante, la ricerca di sfere di Dyson è complessa. Il recente studio ha identificato sette candidati che mostrano un eccesso di radiazione infrarossa, ma gli autori sono cauti nel trarre conclusioni definitive, infatti alcune spiegazioni naturali potrebbero mimare questa firma, come dischi di gas e polvere.

Olre a ciò, la costruzione di una sfera di Dyson solleva sfide ingegneristiche e materiali, infatti per catturare anche solo una frazione significativa dell’energia solare, sarebbe necessaria una superficie enorme, senza dimenticare che il nostro sistema solare non dispone di abbastanza materiale per costruire una struttura così massiccia.

Le civiltà aliene classificate in 3 tipi

La scala di Kardashev, proposta dall’astronomo Nikolai Kardashev negli anni ’60, è un sistema di classificazione delle civiltà aliene basato sul loro consumo energetico; questa scala offre una prospettiva affascinante su come le società avanzate potrebbero utilizzare l’energia e come potremmo individuare segni di tali civiltà, ma andiamo a vederle più da vicino.

  1. Tipo I: civiltà aliene planetarie
    • Una civiltà di Tipo I è in grado di sfruttare e controllare l’energia disponibile sul proprio pianeta, questo potrebbe includere l’uso di fonti rinnovabili, come l’energia solare e l’energia eolica, oltre a tecnologie avanzate per la produzione e l’uso dell’energia.
    • Attualmente, l’umanità si avvicina a questo livello, ma non lo ha ancora raggiunto completamente, infatti la nostra dipendenza dai combustibili fossili e le sfide ambientali ci impediscono di essere una civiltà di Tipo I.
  2. Tipo II: civiltà aliene stellari
    • Una civiltà di Tipo II è in grado di catturare e utilizzare l’energia di una stella intera, le sfere di Dyson, di cui abbiamo parlato in precedenza, rappresentano un esempio di questa possibilità.
    • Malgrado ciò, come evidenziato nel testo, la costruzione di tali strutture è estremamente complessa, e la quantità di materiale necessaria supererebbe di gran lunga ciò che è disponibile nel nostro sistema solare.
  3. Tipo III: civiltà aliene galattiche
    • Una civiltà di Tipo III è in grado di sfruttare l’energia di un’intera galassia, questo richiederebbe tecnologie ancora più avanzate e risorse su scala galattica.
    • Al momento, non abbiamo prove di civiltà di Tipo III, tuttavia la ricerca continua, e gli astronomi esplorano il cielo alla ricerca di segni di attività su larga scala.

Civiltà aliene

Il futuro del consumo energetico

Negli anni ’60, l’umanità ha assistito a un aumento esponenziale del consumo di energia, tuttavia negli ultimi decenni, questa crescita è rallentata. Le tecnologie moderne, come l’efficienza energetica, la miniaturizzazione e le nanotecnologie, promettono di ridurre ulteriormente il nostro bisogno di energia, con le prestazioni per watt di quasi tutte le tecnologie migliorano costantemente.

Se consideriamo l’energia solare, ad esempio, raccogliere anche solo il 10% dell’energia solare alla distanza della Terra dal Sole richiederebbe una superficie enorme, del resto la quantità di materiale necessaria per costruire una sfera di Dyson sarebbe ben al di là di ciò che è disponibile nel nostro sistema solare.

Oltre a quanto precedentemente detto, la nostra comprensione dell’energia sta evolvendo, non dobbiamo più pensare solo in termini di consumo energetico grezzo, ma anche di efficienza e di utilizzo intelligente delle risorse, questo in quanto le civiltà avanzate potrebbero sviluppare tecnologie che richiedono meno energia per ottenere risultati migliori.

In conclusione, mentre continuiamo a cercare segni di civiltà aliene, dobbiamo anche considerare come le nostre stesse tecnologie stanno cambiando il nostro rapporto con l’energia, forse un giorno, quando esploreremo le stelle, troveremo segni di civiltà che hanno superato le sfide energetiche e hanno trovato modi innovativi per prosperare nell’universo, ma fino ad allora, rimaniamo curiosi e aperti alle possibilità che il cosmo ci offre.

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