Sono saliti a 64 i casi di Chikungunya registrati nel Lazio. 54 ad Anzio, 7 a Roma e 3 a Latina.
A Roma infuria la polemica su un’ordinanza della sindaca Raggi per «la prevenzione e il controllo delle malattie trasmesse da insetti vettori ed in particolare la zanzara tigre datata 26 aprile in cui un passaggio relativo ai condomini privati e ai proprietari di spazi vengono prescritte limitazioni sui trattamenti adulticidi, contro le zanzare adulte.
In pratica si raccomandava di non procede alla disinfestazione contro zanzare adulte: «Si può procedere alla disinfestazione nelle aree verdi di pertinenza solo in presenza di manifeste condizioni d’infestazione con elevato disagio e comunque solo dopo aver effettuato idonei interventi preventivi. Va dato un preavviso minimo di 7 giorni lavorativi prima di procedere all’adulticidio inviando un modulo al Comune con la scheda tecnica del prodotto utilizzato. Iniziativa che non ha favorito l’autodifesa dei cittadini: prima di ottenere il permesso di nebulizzare nelle zone infestate bisognava subire per giorni l’attacco delle Aedes Albopictus, origine asiatica, rinominate tigri per la caratteristica striatura su zampe e corpo.»
La circolare ministeriale sul piano di sorveglianza e risposta alle arbovirosi (Chikungunya, Dengue e Zika) indicava come periodo a più alto rischio inizio giugno-fine ottobre e raccomandava l’attenta sorveglianza e, in presenza di casi sospetti, l’intervento nel giro di 24 ore. «Se l’uccisione delle larve non ha efficacia bisogna passare all’eliminazione degli adulti usando principi attivi a basso impatto ambientale secondo l’elenco condiviso con l’Istituto Superiore di Sanità».
Insomma, la sindaca viene paradossalmente accusata di avere protetto le zanzare mentre la sua assessora Montanari prova a chiamarsi fuori dichiarando che il focolaio è ad Anzio. Parzialmente vero, infatti, secondo il ministero della sanità focolaio è il luogo dove due o più persone contraggono la stessa malattia senza essersi recati in precedenza in luoghi dove questa è già presente e dei sette malati romani nessuno ammette di essere stato nell’area di Anzio nelle settimane scorse, certificando, di fatto, che ora i focolai di Chikungunya in provincia di Roma sono almeno due, uno ad Anzio e un altro nell’area sud est della capitale.
In ogni caso a Roma è in corso una disinfestazione straordinaria mentre, bloccate le donazioni, si sta procedendo ad una raccolta del sangue per le trasfusioni messo a disposizione da dieci regioni.
Intanto, sempre il Centro Europeo di Controllo delle Malattie (Ecdc), in un documento, tiene a sottolineare la probabilità di un aumento dei casi, anche in relazione alla minima variazione di temperatura prevista da qui alle prossime settimane. Infine, la Croce Rossa, ha attivato un canale diretto al numero 065510 con la propria sala operativa per tutti i tipi di informazioni e segnalazioni di presunti nuovi focolai.
La sintomatologia principale della Chikungunya comprende febbre molto alta, dolori alle articolazioni e, più raramente fastidiose irritazioni cutanee. La malattia anche se originaria delle zone tropicali e subtropicali dell’Africa e dei Caraibi, grazie al turismo e ai flussi migratori si è, progressivamente, diffusa anche al di fuori di queste zone. L’Italia, nel 2007, è stato il primo paese europeo a diagnosticare un caso di Chikungunya. I casi si presentarono in due piccole località italiane: Castiglione di Romagna e Castiglione di Cervia.
Per la prevenzione è sufficiente utilizzare i più comuni repellenti per zanzare.