Il castagnaccio è un dolce tipicamente autunnale, di antica origine contadina. Ingrediente principale le castagne, diffuse e spontanee in tutta la penisola, ma soprattutto in Veneto, Lombardia, Piemonte, Liguria, Toscana ed Emilia Romagna.
Nasce come cibo da strada poco costoso e molto nutriente, ma sulle origini non si hanno notizie certe, così come le preparazioni variano da regione a regione.
Il castagnaccio alla toscana: curiosità e ricetta tipica
Qualcuno attribuisce la ricetta del castagnaccio a Pilade da Lucca, un padre agostiniano che ne parlava già in una cronaca del 500, il Tanara parla a lungo dei “castagnazzi” in una sua opera del 1644, con alcune varianti oggi improponibili (l’aggiunta di cacio grasso, ad esempio, o di grana grattugiato).
Furono i toscani, amanti di questo dolce da secoli, a esportarlo intorno all’ 800 nel vasto mercato dell’Italia settentrionale in due versioni: la prima veniva stesa in una grande teglia, quindi infornata fino a che sulla superficie non si formava uno strato spesso e screpolato; l’altra invece era costituita da piccoli “tondini” cotti in formelle di metallo annerito.
Le due versioni provenivano da Fucecchio, Altopascio e altre località della provincia senese. In seguito, per renderlo ancora più gustoso, furono aggiunti altri ingredienti: zucchero al posto del miele, pinoli, uvetta e aghi di rosmarino.
Una piccola curiosità: secondo un’antica leggenda, il rosmarino nel castagnaccio ha il potere di fare innamorare chi lo riceve in dono.
La ricetta più diffusa di questa prelibatezza (conosciuta anche come Baldino o Pattona) è Toscana, a base di farina di castagne, miele o zucchero, pinoli, arancia, uvetta, olio di oliva e aghi di rosmarino. Niente uova e niente burro, dunque un dolce perfetto per chi segue un’alimentazione vegana.
Ingredienti per 6 persone
- 500 g di farina di castagne
- 750 ml di acqua
- 100 g di uvetta
- 60 g di pinoli
- 80 g di zucchero
- Due cucchiai di foglie di rosmarino
- 50 ml di olio extravergine di oliva
- Un pizzico di sale
- Un’arancia
Il castagnaccio: preparazione
Prima di iniziare l’uvetta va messa in ammollo per circa due ore, poi scolata e asciugata. In una scodella unisci la farina di castagne, l’acqua, lo zucchero e un pizzico di sale, lavorando ben bene con la frusta.
Quando l’impasto ottenuto avrà una consistenza liscia e senza grumi, aggiungi la scorza di arancia grattugiata, i pinoli, il rosmarino e due terzi dell’uvetta tenuta da parte, sempre mescolando con cura.
Spennella una tortiera con olio, versa il composto per un’altezza che non deve superare i 2 centimetri, quindi decora il castagnaccio con qualche ago di rosmarino, una manciata di pinoli, l’uvetta rimasta e un filo d’olio. Cuoci il dolce a 200 gradi per circa 30 minuti.
Sarà pronto quando si formeranno delle screpolature in superficie. Circa 5 minuti prima del termine, spegni il forno e lascialo riposare all’interno per qualche minuto.
Un pò di storia sul castagnaccio
Prima della scoperta dell’America, quando in Europa non esistevano ancora né patate né mais, la castagna era l’alimento che più di ogni altro preservava dalla fame e permetteva di superare i periodi di carestia.
Infatti la farina di castagne veniva utilizzata per preparare una sorta di polenta che ha preceduto per secoli, o forse migliaia di anni, la versione relativamente moderna che oggi cuciniamo con la farina di mais, anticipandone alcune proverbiali caratteristiche.
Un cibo economico ma gustoso, utilizzabile in tanti modi, riciclabile con qualche semplice accorgimento in modo da consentirne l’utilizzo per più di una volta; e soprattutto, adatto a soddisfare, anche in piccole quantità, la fame della popolazione.
Un dolce digeribile e salutare
È un alimento digeribile, di alto valore nutritivo e calorico, salutare perché la sua coltivazione non richiede l’uso di alcuna sostanza chimica o pesticidi. Le castagne contengono un’ampia gamma di sostanze dietetiche e nutritive che vengono assimilate molto rapidamente dall’organismo umano.
L’alto contenuto di sali minerali, come fosforo, magnesio, potassio, favorisce il buon funzionamento del sistema cardiovascolare e neuromuscolare, aumentando la capacità lavorativa e la resistenza alla fatica.
Immagina quanto potesse essere prezioso, in un’epoca in cui il cibo era lontano dall’essere disponibile nel modo in cui lo è oggi!