di Oliver Melis
Il Barone Rosso, il famoso asso dell’aviazione tedesca della prima guerra modiale, per un attimo ha smesso di riposare in pace.
Il motivo? Oltre ad aver combattuto e abbattuto gli aerei nemici, secondo alcune fonti avrebbe abbattuto anche un disco volante, proprio uno di quelli che, dagli anni 40 inoltrati in poi, abbiamo imparato a conoscere come UFO, oggetti volanti non identificati, che nonostante il significato dell’acronimo in tanti risveglia l’idea che omini verdi (o grigi che dir si voglia…) si celino all’interno di questi misteriosi ordigni intenti ad osservarci, rapirci e studiarci da decenni, se non da secoli.
A riferirlo sarebbe il sito Blasting News, che colloca il combattimento nei cieli del Belgio, in un giorno imprecisato della primavera 1917.
Il fatto sarebbe stato raccontato da un compagno d’armi del Barone Rosso, Peter Waitzrick, che avrebbe assistito di persona alla battaglia e al successivo “crash” del velivolo alieno in un bosco, con tanto di fuga da parte dei misteriosi occupanti.
La storia, sembra uscita da un racconto di fantascienza o da un film, dove un tecnologico e avanzato ordigno alieno viene abbattuto da una macchina terrestre molto più primitiva ma, pilotata da un carismatico e coraggioso pilota terrestre.
La storia, nota dal 1999, comparve per la prima volta sul Weekly World News, un giornale satirico che era solerte nel pubblicare notizie inventate di sana pianta, con contenuti umoristici (come la storia del “ragazzo-pipistrello“, risultato di un esperimento di ibridazione e poi fuggito dal laboratorio in cui era prigioniero).
La clamorosa rivelazione fatta da Weekly World News venne attribuita un Peter Waitzrick ormai ultracentenario, avrebbe avuto 105 anni, che si sarebbe ricordato dell’episodio dopo ben 80 anni. Una fake news, come si dice oggi, ma vista la provenienza, un giornale satirico, spesso ci chiediamo come mai talune notizie vengano prese sul serio se non con intenti ingaevoli.
La rinovata attenzione a questa “notizia” è dovuta al fatto che l’UFO del Barone Rosso ha ottenuto nuovo risalto mediatico, in occasione della pubblicazione “UFOs of the First World War“, dell’ufologo Nigel Watson.
Esistono altre leggende misteriose tramandate fino a noi dalla prima guerra mondiale, una riguarda gli “angeli di Mons“, un gruppo di arcieri fantasma che avrebbero protetto i soldati britannici nel corso della battaglia di Mons, il 22-23 agosto 1914.
La leggenda degli angeli di Mons nacque grazie a un racconto di Arthur Machen, pubblicato in forma di reportage sul periodico Evening News. Nella storia si riportavano alcune testimonianze secondo le quali i soldati inglesi sarebbero stati protetti nella loro ritirata da una “gran schiera di ombre trasparenti”, identificate come gli spettri degli arcieri che non avevano avuto sepoltura dopo la battaglia di Azincourt del 1415. La storia venne pubblicata più volte arrivando ad attirare l’attenzione di alcuni lettori che dichiararono di aver visto qualcosa di simile a Mons, questo nonostante le smentite di Machen che dichiarò di aver inventato lui la storia che non aveva nulla di vero.
Torniamo, concludendo, ai fatti del Barone Rosso e scopriamo che nella primavera del 1917 lo squadrone dei celebri Fokker di cui faceva parte non aveva ancora iniziato a prestare servizio.
Storie di fantasia, racconti immaginari che oggi più che mai non vengono presi per quello che sono, nonostante noi siamo costantemente informati in tempo reale da notizie che giungono da ogni parte del mondo.
Forse proprio questo bombardamento di informazioni, a molti non lascia il tempo di capire e filtrare le notizie e questo a discapito della verità e a favore di chi in un modo o nell’altro vive grazie alle bufale.
Fonte: Queryonline