I buchi neri sono oggetti cosi massicci che nemmeno la luce può sfuggirgli. Ma i buchi neri non sono tutti uguali, ne esistono diverse categorie, quelli di massa stellare e quelli supermassicci. A queste due tipologie di oggetti si aggiunge una nuova tipologia di Oggetti, i buchi neri stupendamente grandi.
Questi “buchi neri stupendamente grandi” hanno una massa incredibilmente elevata, pari a quella di 100 miliardi di stelle come il nostro Sole. In pratica, i buchi neri stupendamente grandi sarebbero massicci quanto un’intera galassia.
I buchi neri stupendamente grandi sarebbero utilissimi per un motivo ben preciso, fornirebbero infatti un potente strumento di indagine per effettuare test cosmologici grazie alle loro caratteristiche uniche, ad affermarlo un articolo pubblicato negli Avvisi mensili. della Royal Astronomical Society.
“I buchi neri sono una previsione chiave della relatività generale”, hanno spiegato il professor Bernard Carr e i colleghi della Queen Mary Emeritus.
“Ci sono una pletora di osservazioni che indicano la loro esistenza nell’intervallo di massa solare o intermedia. In particolare, l’esistenza di buchi neri binari nell’intervallo di massa tra 10 e 50 masse solari è stata dimostrata dalla rilevazione di onde gravitazionali da binari ispiratori“.
Siamo certi dell’esistenza di diverse tipologie di buchi neri, sappiamo che al centro della Via Lattea, la nostra galassia, si nasconde un mostruoso buco nero di almeno 4 milioni di masse solari che è stato chiamato Sagittarius A*.
Di recente, inoltre, l’immagine dell’ombra creata da M 87, il buco nero supermassiccio al centro della galassia ellittica gigante M87 con una massa di 6,5 miliardi di masse solari, è stata riportata dall’Event Horizon Telescope.
“I buchi neri supermassicci nei nuclei galattici coprono un enorme intervallo di massa, estendendosi fino a quasi 100 miliardi di masse solari”, hanno detto i ricercatori della Queen Mary Emeritus.
L’attuale buco nero più pesante è associato al quasar TON 618 e ha una massa di 70 miliardi di masse solari, mentre il secondo buco nero più pesante si trova al centro della galassia IC 1101, ha una massa, dedotta dalla sua emissione radio, pari a 40 miliardi di masse solari.
Potrebbero esistere buchi neri ancora più pesanti o esiste un limite superiore naturale alla massa di un buco nero supermassiccio?
Nel loro nuovo articolo, il professor Carr, il dottor Florian Kühnel della Ludwig-Maximilians-Universitat e il dottor Luca Visinelli dell’università di Amsterdam suggeriscono che i buchi neri stupendamente grandi (SLAB) potrebbero essere buchi neri primordiali, nati nei primi istanti di vita del nostro universo e molto più antiche delle prime galassie.
Nascita dei buchi neri stupendamente grandi
Poiché i buchi neri primordiali non possono formarsi dal collasso gravitazionale di una stella, potrebbero avere masse molto diverse tra loro, una vasta gamma di masse, comprese quelle molto piccole fino a quelle stupendamente grandi. Oggi non abbiamo prove che gli SLAB esistano veramente, tuttavia potrebbero esistere e occupare lo spazio intergalattico. Questo fatto, spiega il professor Carr potrebbe avere importanti conseguenze osservative.
L’idea dell’esistenza dei buchi neri stupendamente grandi, nonostante le implicazioni è stata ampiamente trascurata e questo è sorprendente. “Abbiamo proposto opzioni su come potrebbero formarsi questi buchi neri e speriamo che il nostro lavoro inizi a motivare le discussioni nella comunità”, ha aggiunto Carr.
Se le SLAB si sono formati nell’universo primordiale, questo ha implicazioni molto profonde sull’evoluzione dell’universo, in quanto i buchi neri primordiali potrebbero essere i responsabili dell’esistenza della materia oscura. Sebbene gli SLAB stessi chiaramente non possano farlo, poiché sono troppo grandi per risiedere all’interno degli aloni galattici, è possibile che i buchi neri primordiali forniscano la materia oscura in un intervallo di massa molto inferiore.
“Gli SLAB stessi non potevano fornire la materia oscura“, ha spiegato il professor Carr.
“Ma se esistessero, avrebbe importanti implicazioni per l’Universo primordiale e renderebbe plausibile che i buchi neri primordiali più leggeri potrebbero farlo”.