Il microbioma è sempre stato un affair di grande interesse nel campo medico. Ma di cosa si tratta? Stiamo parlando di miliardi di microrganismi, in modo particolare di batteri, a cui addirittura è stato attribuito un peso in chilogrammi: 1.5 kg della nostra massa corporea è composto da questi impercettibili organismi viventi.
Essi però hanno una funzione fondamentale per la nostra salute: fanno da scudo contro gli agenti patogeni, regolano l’assorbimento dei nutrienti, la produzione di vitamine ed energia e le difese immunitarie.
Grazie a questa sua operosità, il microbioma, secondo gli scienziati più illustri, può essere promosso al rango di organo a sé, e come tale, in caso di malfunzionamento, può rendersi responsabile di alcune patologie tra cui: obesità, fegato grasso, allergie e malattie autoimmuni.
Graziano Pesole, dell’Istituto di biomembrane, bioenergetica e biotecnologie molecolari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibiom) di Bari, e dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, insieme al suo gruppo di ricercatori, ha sviluppato una nuova tecnologia tutta italiana, ribatezzata droplet digital PCR, che è in grado di misurare la carica batterica presente in un campione.
La tecnica innovativa, e che ha mostrato la massima precisione, riesce a quantificare il numero assoluto di copie del gene 16S rRNA che alberga nelle cellule batteriche, senza trascurare lo stato di degradazione del DNA. Lo studio, di importanza fondamentale per la comunità scientifica, è stato pubblicato su Microbial Genomics.
“Anche se non li vediamo, gli organismi microbici sono le forme di vita più diffuse e abbondanti sulla terra e hanno un profondo impatto in moltissimi ambiti, dal controllo dell’equilibrio degli ecosistemi marino e terrestre fino a molti aspetti della fisiopatologia degli organismi pluricellulari, incluso l’uomo. Il microbioma umano, in particolare quello intestinale, è essenziale per la nostra salute: facilita la digestione delle sostanze nutritive, sintetizza vitamine, degrada sostanze tossiche e coadiuva lo sviluppo del nostro sistema immunitario”, ha spiegato Pesole.
“Tuttavia, per comprendere l’impatto funzionale della componente microbica degli organismi, per gli aspetti sia fisiologici che patologici, è importante ottenere una quantificazione assoluta e non relativa della carica microbica. Il nostro studio evidenzia che la valutazione preliminare dell’integrità del DNA è fondamentale per l’affidabilità delle differenze di carica microbica osservate tra campioni diversi e propone una correzione da applicare per i campioni di DNA metagenomici degradati. Questa nuova metodologia, semplice e accurata, potrà avere un vasto campo applicativo e consentirà di approfondire in modo significativo l’impatto funzionale del microbioma, in condizioni sia fisiologiche che in quelle di disbiosi, associate a moltissime patologie quali l’obesità, il diabete, varie malattie autoimmuni e forme di tumore”. Ha concluso lo scienziato.