Al Polo Sud una zona marina si sta riscaldando a un ritmo sbalorditivo

Un gruppo di studiosi è riuscito a scoprire che nelle profondità del mare di Weddell, una zona situata nell'oceano Antartico, sta avvenendo un riscaldamento molto veloce, ben cinque volte superiore rispetto al resto dell'oceano, situazione che si sta verificando ad una profondità superiore a 2000 metri

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Un gruppo di studiosi è riuscito a scoprire che nelle profondità del mare di Weddell, una zona situata nell’oceano Antartico, sta avvenendo un riscaldamento molto veloce, ben cinque volte superiore rispetto al resto dell’oceano, situazione che sta accadendo ad una profondità superiore a 2000 metri.
La notizia che è stata divulgata fa parte di una serie di dati estrapolati ricavati da una ricerca pubblicata sul Journal of Climate, che è stata condotta da un gruppo di ricercatori oceanografi appartenenti all’Istituto Alfred Wegener per la ricerca marina e polare, la AWI.
Il gruppo di oceanografici ha preso in esame una serie temporale di dati relativi alla zona marina in questione, mostrando che il riscaldamento che sta avvenendo nelle profondità marine è soprattutto causato dal cambiamento dovuto dai venti e dalle correnti sia in superficie che nelle profondità dell’oceano Antartico.
Questo tipo di riscaldamento, secondo il gruppo di studio, potrebbe causare il rischio di indebolimento permanente del ghiaccio presente nelle aree marine circostanti, con delle conseguenze che si potrebbero espandere a livello globale per quanto riguarda la circolazione oceanica mondiale.
I dati raccolti sono stati acquisiti grazie a delle navi speciali su cui erano presenti delle sonde di tipo “CTD”, utilizzate per misurare la conduttività, la temperatura e la profondità delle acque analizzate. La precisione con cui le sonde effettuano le misurazioni sono cosi accurate, da riuscire a misurare i cambiamenti che avvengono nei livelli di temperatura fino al decimillesimo del grado Celsius.
Lo studio svolto ha elaborato dei dati che sono stati raccolti negli ultimi tre decenni durante le spedizioni effettuate a bordo della nave rompighiaccio tedesca Polarstern. I ricercatori hanno preso in esame sia gli stessi siti che le medesime zone superficiali, così da poter mettere a confronto, col passare del tempo, quali erano le reali differenze dei dati raccolti, riuscendo così ad ottenere dei risultati sorprendenti.
Volker Strass, un oceanografo e autore principale dello studio, spiega che: “I dati da noi raccolti mettono in evidenza che esiste una chiara divisione presente nel mare di Weddell. Nonostante l’acqua nei 700 metri sotto la superficie risulti appena riscaldata, in quella più in profondità invece avviene un aumento costante della temperatura da 0,0021 a 0,0024 gradi Celsius all’anno”.
I ricercatori concludono spiegando che: “Nonostante possa sembrare un aumento di temperatura minima, bisogna mettere in conto che le acque oceaniche presentano una capacitò termica 1000 volte superiore a quella dell’atmosfera. Quindi da questo dato si capisce quanto questi cambiamenti siano in realtà un enorme assorbimento di calore che, nel caso della Mare di Weddell, è addirittura cinque volte più alto rispetto al resto dell’oceano circostante”.
https://journals.ametsoc.org/jcli/article/33/22/9863/354273/Multidecadal-Warming-and-Density-Loss-in-the-Deep

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