lunedì, Marzo 3, 2025
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L’agguato di Trump

Tutto l'orrore del trattamento inflitto a Zelensky fin dall'inizio dell'incontro (l'ironia di Trump riguardo l'abbigliamento di Zelensky) non dovrebbe oscurare la realtà geopolitica di ciò che è appena accaduto: il presidente degli Stati Uniti ha teso un'imboscata a un leale alleato, presumibilmente in modo da poter presto fare un accordo con il dittatore della Russia per svendere una nazione europea che lotta per la sua stessa esistenza

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Lasciamo da parte, per un momento, la maleducazione con cui il presidente Donald Trump e il vicepresidente JD Vance hanno trattato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky durante l’incontro alla Casa Bianca.

Tralasciamo anche lo spettacolo offerto dai leader americani che davanti alle telecamere aggrediscono verbalmente ed insultato il leader di paese alleato, un atteggiamento che in diplomazia non si tiene con i rappresentanti di un paese nemico, figuriamoci un amico.

Tutto l’orrore del trattamento inflitto a Zelensky fin dall’inizio dell’incontro (l’ironia di Trump riguardo l’abbigliamento di Zelensky) non dovrebbe oscurare la realtà geopolitica di ciò che è appena accaduto: il presidente degli Stati Uniti ha teso un’imboscata a un leale alleato, presumibilmente in modo da poter presto fare un accordo con il dittatore della Russia per svendere una nazione europea che lotta per la sua stessa esistenza.

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I consiglieri di Trump hanno già dichiarato l’incontro una vittoria per “aver messo l’America al primo posto“, e i suoi apologeti probabilmente gireranno e razionalizzeranno questo momento vergognoso come una semplice conversazione accesa, il genere di cosa che nel linguaggio di Washington veniva chiamata “scambio franco e sincero“.

Questo incontro, per come è andato, infatti, puzza di attacco pianificato, con Trump che ripeteva a pappagallo i punti di discussione della propaganda russa su Zelensky (come incolpare l’Ucraina di star rischiando una guerra mondiale per la sua ostinata resistenza), il tutto progettato per umiliare il leader ucraino davanti agli spettatori televisivisi do tutto il mondo e dare a Trump il pretesto per fare ciò che ha ripetutamente indicato di voler fare: schierarsi con il presidente russo Vladimir Putin e porre fine alla guerra alle condizioni della Russia.

Ora Trump starebbe considerando la fine immediata di tutti gli aiuti militari all’Ucraina a causa della presunta intransigenza di Zelensky durante l’incontro.

Anche la presenza di Vance alla Casa Bianca suggerisce che l’incontro fosse premeditato. La presenza e l’attivismo verbale del vicepresidente durante un incontro tra i leader di due nazioni è assolutamente irrituale e Vance, solitamente, da vicepresidente, è una figura di retroguardia, praticamente invisibile in questa amministrazione, con pochi doveri a parte trollare occasionalmente i critici di Trump e tenere saltuariamente discorsi controversi in vece di Trump impegnato altrove, come è avvenuto pochi giorni fa in Unione Europea (il compito di promuovere le politiche di Trump sembra essere completamente affidato ad Elon Musk).

Questa volta, tuttavia, è stato chiamato per trollare non altri americani, ma un leader straniero. Marco Rubio, in teoria il massimo diplomatico americano, era lì, ma sedeva cupo e silenzioso mentre Vance pontificava come uno studente saccente ed odioso.

Zelensky ha protestato, come avrebbe dovuto, quando il vicepresidente ha criticato il presidente ucraino per non aver mostrato abbastanza gratitudine personale a Trump. E poi, in un momento di immensa ipocrisia, Vance ha detto a Zelensky che era “irrispettoso da parte tua entrare nello Studio Ovale e cercare di discutere di questo di fronte ai media americani“.

Indurre Zelensky a controbattere di fronte ai media era probabilmente il piano fin dall’inizio (in effetti qualcosa del genere era già successo con Macron e Stamer, solo che Trump è più bravo a fare il forte con i deboli che con i forti), e Trump e Vance presto hanno alzato la voce per sovrastare le risposte di Zelensky (“Questa sarà grande televisione”, ha detto Trump durante l’incontro).

A volte il presidente sembrava un boss mafioso: “Non hai le carte in regola“; “sei sepolto lì“; ma alla fine sembrava solo un clone di Putin stesso mentre urlava di “stai scommetendo sulla Terza Guerra Mondiale“, come se iniziare la più grande guerra in Europa in quasi un secolo fosse stata un’idea di Zelensky.

Dopo l’incontro, Trump ha liquidato il leader ucraino e ha rilasciato una dichiarazione che non poteva che far piacere a Mosca:

“Ho stabilito che il Presidente Zelensky non è pronto per la Pace se l’America è coinvolta, perché ritiene che il nostro coinvolgimento gli dia un grande vantaggio nei negoziati. Non voglio un vantaggio, voglio la PACE. Ha mancato di rispetto agli Stati Uniti d’America nel loro amato Studio Ovale. Può tornare quando sarà pronto per la Pace”.

In realtà, Zelensky non ha avuto nessuna possibilità di instaurare un dialogo alla Casa Bianca. Quando ha mostrato a Trump le foto dei soldati ucraini brutalizzati, Trump ha scrollato le spalle. “È roba dura“, ha borbottato. Forse qualcuno ha detto a Zelensky che Trump non legge molto e reagisce alle immagini, ma Trump sembrva determinato a restare sul pezzo e a scatenare la rissa.

Vance, da parte sua, ha interpretato appieno il ruolo di una viscida spalla, mettendosi in mezzo per assicurarsi che il suo capo ricevesse il supporto di cui aveva bisogno mentre criticava l’ospite. Il vicepresidente è un uomo poco serio, basta conoscere la sua storia politica, i suoi cambi di sicheramento, il suo essere assolutamente anti-Trump nel passato per poi diventare più trumpista di Elon Musk.

Questa volta, però, la posta in gioco era molto più alta dei soliti battibecchi con i media o i democratici del Congresso. Ha riso sotto i baffi quando Brian Glenn, un giornalista del canale di destra Real America’s Voice ha posto a Zelensky la dura e incisiva domanda sul perché non avesse indossato un completo da cerimonia nello Studio Ovale (però non ha chiesto a Musk perché si è presentato con un cappelletto da baseball e una maglietta ad una riunione del Consiglio dei ministri).

La pura maleducazione mostrata a un ospite straniero, rappresentate di un paese amico degli Stati Uniti è stata deplorevole (eufemismo) in quanto a buone maniere e grazia, ma peggio ancora, Trump e Vance si sono comportati come una coppia di burattini del Cremlino online invece che come leader americani.

Hanno spinto argomenti di discussione che sapevano o avrebbero dovuto sapere essere sbagliati e parte integrante della propaganda russa degli ultimi anni. Anche se Zelensky fosse stato fluente e capace in inglese come Winston Churchill, non sarebbe mai stato in grado di confutare il diluvio di falsità. No, gli Stati Uniti (come negli ultimi giorni hanno puntualizzato durante gli incontri con Trump Macron e Stamer) non hanno dato all’Ucraina 350 miliardi di dollari; sì, Zelensky ha ripetutamente espresso i suoi ringraziamenti all’America e a Trump; no, Zelensky non stava attaccando l’amministrazione.

Il leader ucraino ha fatto del suo meglio per resistere al bullismo, ma Trump e Vance stavano chiaramente inscenando uno spettacolo per le telecamere e gli spettatori MAGA a casa.

Vance ha mostrato quanto fosse dedito al punteggio piuttosto che alla definizione delle politiche con un’osservazione così superficiale che è stato fortunato che Zelensky fosse troppo sbilanciato per chiamarlo in causa. Per sottolineare la situazione pericolosa dell’Ucraina, Vance ha osservato che Zelensky stava inviando coscritti in prima linea, come se questa fosse una politica senza precedenti che solo il regime più disperato oserebbe attuare.

Zelensky ha detto che tutte le nazioni in guerra hanno problemi, ma avrebbe potuto far notare a Vance che l’Ucraina sta lottando per la sua stessa esistenza, mentre gli Stati Uniti hanno trascinato i coscritti in luoghi lontani da casa, tra cui Corea e Vietnam, per combattere contro le truppe sostenute dal Cremlino.

Questo incontro fa seguito al voto vergognoso dell’America alle Nazioni Unite di lunedì scorso e conferma che gli Stati Uniti sono ora allineati con la Russia e contro l’Ucraina, l’Europa e la maggior parte del pianeta. Mi sono sentito fisicamente male nel vedere il presidente degli Stati Uniti urlare contro un coraggioso alleato. Zelensky ha sopportato tragedie e rischiato la vita in modi che uomini come Trump e Vance non possono immaginare (Vance ha prestato servizio come addetto alle pubbliche relazioni nell’esercito più potente del mondo; non ha mai dovuto rintanarsi in un bunker durante un bombardamento russo, trump non h fatto il militare).

Ora, anche se il Congresso continuerà a sostenere e aiutare l’Ucraina, l’onore e la credibilità dell’America persi oggi non potranno essere ristabiliti durante questa amministrazione.

Non importa, purtroppo, quanto qualcuno possa essere disgustato dal comportamento di Trump e Vance, la realtà strategica è che questo incontro è una catastrofe per gli Stati Uniti e il mondo libero. Dopo più di un secolo, la rete di alleanze americane è ora  in pericolo, e dovrebbe esserlo: Trump sta apertamente e allegramente tradendo tutto ciò che l’America ha cercato di difendere dalla sconfitta dell’Asse 80 anni fa.

L’intero ordine internazionale di pace e sicurezza è ora in pericolo e gli autocrati russi, dopo aver massacrato persone innocenti per tre anni, non vedono l’ora di godersi il bottino della loro invasione invece di essere processati per i loro crimini (poco dopo che Trump ha cacciato Zelensky dalla Casa Bianca, l’omuncolo di Putin, l’ex presidente russo Dmitry Medvedev, ha scritto su X: “L’insolente maiale ha finalmente ricevuto una bella sberla nello Studio Ovale”).

Venerdì 28 febbraio 2025 passerà alla storia come uno dei giorni più cupi della diplomazia americana, e forse dell’occidente intero, l’inizio di un disastro a lungo termine che ogni americano, ogni alleato degli Stati Uniti e chiunque abbia a cuore il futuro della democrazia dovrà sopportare. Con il tradimento della Casa Bianca nei confronti dell’Ucraina che corona un mese di caos autoritario in America, Putin, insieme ad altri dittatori in tutto il mondo, può finalmente guardare Trump con sicurezza e pensare: uno di noi.

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